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Molenbeek, tagli ai servizi sociali anti radicalismo

Nel quartiere-comune di Molenbeek, diventato simbolo (suo malgrado) del terrorismo jihadista in Europa, il governo federale ha deciso di tagliare i fondi anti radicalismo. Un servizio pubblico di prevenzione al radicalismo di matrice jihadista che offre un accompagnamento psicologico e percorsi di reinserimento socio-professionale a giovani radicalizzati, potenziali foreign fighters o combattenti jihadisti di ritorno dalla Siria. Una decisione che ha fatto arrabbiare la giunta del comune di Molenbeek, già a corto di fondi da investire nel sociale.

Il sussidio era stato istituito subito dopo gli attentati che hanno colpito Parigi e Bruxelles nel 2015-16, e che avevano designato Molenbeek come la base logistica della cellula jihadista che ha colpito il cuore dell’Europa. Una cellula composta in gran parte da giovani cittadini belgi e francesi d’origine nordafricana, di ritorno dall’esperienza di combattimento in Siria in qualità di foreign fighters.

“Siamo estremamente preoccupati”, ha dichiarato la sindaca di Molenbeek Françoise Schepmans, sorpresa dalla notizia dei tagli, ai microfoni della televisione pubblica francofona Rtbf. “Noi come comune – ha aggiunto – non abbiamo i mezzi finanziari per sostenere questi servizi, il nostro appello va al governo federale affinché torni sui suoi passi, non possiamo solo affidarci a politiche repressive, abbiamo anche bisogno di prevenzione”.

I tagli riguardano diversi comuni ritenuti sensibili su tutto il territorio belga, per un totale di 1,5 milioni di euro. Nel solo comune di Molenbeek i tagli, per circa 150mila euro, dovrebbero dimezzare gli effettivi di un servizio composto da quattro assistenti sociali e che in un anno d’attività ha trattato circa 70 casi di giovani radicalizzati alla retorica jihadista.

“I tagli erano previsti da tempo”, si difende il ministro di ferro dell’Interno Jan Jambon, rappresentante dell’ala intransigente del governo federale di centrodestra e ideatore del cosiddetto “Piano canale” per un maggiore controllo, da parte delle forze di polizia, di quei comuni ritenuti a rischio. Già protagonista di numerose dichiarazioni che hanno infiammato il dibattito pubblico per le facili analogie fra cittadini di confessione musulmana e terroristi jihadisti, il ministro Jambon difende la propria decisione sostenendo che il sussidio era a termine e sarebbe durato un solo anno.

Eppure resta alto il livello d’allarme in Belgio, come in tutta Europa, per possibili attentati dei cosiddetti “lupi solitari”. Un fenomeno a più riprese denunciato dai servizi segreti di mezza Europa a causa del rientro dalla Siria di giovani foreign fighters o per mano d’improvvisati attentatori indottrinati dalla retorica jihadista.

  • Autore articolo
    Gabriele Annichiarico
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