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Minacce, linguaggio d’odio e misoginia dietro le dimissioni di Jacinda Ardern

Jacinda Ardern ANSA

È inutile far finta di niente. Essere al potere, per una donna, è più complesso. Non ovviamente per l’essere donna in sé, ma per come la società vede la donna al potere. Una società e una cultura ancora terribilmente misogina e machista infarcita di pregiudizi, di luoghi comuni e di cattiveria. È difficile per qualunque donna, di qualsiasi schieramento politico, ma lo è ancora di più per quelle che cercano di spezzare la catena e andare contro la linea di potere dominante. Come ha fatto Jacinda Ardern che all’odio e all’aggressività ha opposto l’accoglienza e la gentilezza. Un approccio che, però, richiede una grande fatica e un’ancora più grande resistenza.

Annunciando le sue dimissioni, Ardern ha tenuto a specificare che non c’erano altre ragioni dietro la sua decisione, se non una profonda stanchezza e uno spiccato senso di responsabilità. Oggi però, diverse personalità della politica neozelandese dicono che gli abusi, le minacce e gli insulti hanno senza dubbio contribuito al burnout della ex premier.

Helen Clark, la prima donna a essere eletta prima ministra in Nuova Zelanda, ha detto che la violenza subita da Ardern durante il suo mandato è stata senza precedenti. “Fare il primo ministro è sempre difficile – ha detto Clark – ma in quest’epoca governata dai social media, dai clickbait e connessa 24 ore al giorno 7 giorni su 7, Jacinda ha affrontato un livello di odio e di vetriolo che nella mia esperienza è senza precedenti nel nostro paese,”.

Secondo la polizia neozelandese, nel 2022 le minacce nei confronti della prima ministra sono triplicate, guidate soprattutto dal mondo no vax e cospirazionista. Dopo l’annuncio del lockdown prolungato all’inizio del 2022, gruppi di manifestanti hanno occupato per settimane il giardino fuori dal parlamento chiedendo l’esecuzione di Jacinda Ardern e nell’ultimo anno diverse persone sono state arrestate per aver minacciato di morte la premier. In due occasioni, poi, la stessa macchina di Ardern è stata pedinata e le sono state gridati insulti di tutti i tipi: violenti, volgari e intimidatori.

La direttrice del centro neozelandese sulla disinformazione Kate Hannah ha detto che i dati raccolti negli ultimi anni mostrano una crescita esponenziale di linguaggio d’odio nei confronti di Ardern: “La portata di ciò che abbiamo osservato negli ultimi tre anni è tale che non c’è modo che non possa essere stato un fattore che abbia contribuito alle sue dimissioni. Lo sarebbe stato per qualunque persona”, ha detto.

Poche ore dopo le sue dimissioni, un gruppo di persone si è riunito fuori dal parlamento per festeggiare: “ding dong the witch is gone” recitava un cartello, “la strega se ne è andata”.
Da secoli le donne coraggiose vengono additate come streghe, e devono combattere per vedere il loro ruolo riconosciuto. Oggi, il clima politico è sempre più aggressivo, la società sempre più divisa e la democrazia sempre più a rischio; e le streghe, quelle che cercano di lottare con la gentilezza, nel 2023 vengono ancora messe al rogo.

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    Martina Stefanoni
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    L’educazione sessuale a scuola si farà solo con il consenso dei genitori degli studenti minorenni, sia alle medie sia alle superiori. Alla Camera ieri è arrivato il via libera agli emendamenti al ddl Valditara tra le proteste delle opposizioni. È stato respinto anche un emendamento che prevedeva di togliere il consenso dei genitori in caso il corso fosse organizzato dalle Asl, quindi non da associazioni ma dal servizio sanitario nazionale. Intanto, prosegue l’indagine della procura di Roma "lista degli stupri” comparsa nei giorni scorsi nei bagni del liceo romano Giulio Cesare. Al momento il reato ipotizzato è istigazione a delinquere finalizzata alla violenza sessuale. Andrea, una delle studentesse del Giulio Cesare il cui nome era presente nella lista, al microfono di Mattia Guastafierro, ci racconta qual è il clima a scuola: “Ci sono stati dei precedenti, sicuramente non così gravi: stati bruciati dei cartelloni contro la violenza sulle donne nel bagno dei maschi, sono state strappate delle petizioni messe in bacheca per sensibilizzare alla violenza di genere. Purtroppo ci sono persone che hanno avuto un'educazione familiare estremamente poco consapevole di certe cose e purtroppo questa è la prova che un argomento così terribile come lo stupro possa essere utilizzato con leggerezza e, anzi, scritto su un muro di un bagno”. Inoltre, Andrea riconosce l'importanza dell'educazione sesso-affettiva nelle scuole: "Noi passiamo tantissime ore all'interno delle mura scolastiche e quindi deve essere la scuola a insegnare ed arrivare dove la famiglia magari non riesce. C'è molta disinformazione su quello di cui si tratta nell’educazione sessuo-affettiva: serve per insegnare il consenso, per conoscere se stessi senza paure, senza timori e stigmi sociali, per accettare ogni parte di sé. Facendo questo percorso dentro la scuola inevitabilmente la violenza di genere, e le violenze in generale, vengono arginate proprio perché la violenza parte da un'insicurezza. Se noi insegniamo che va bene averle, che queste si possono gestire, come gestire le relazioni, i conflitti ed educare al consenso, io credo che queste cose non succederebbero più. La scuola se ne deve far carico".

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