Approfondimenti

Al Mudec “Il suono nelle situazioni di conflitto”

Mazen Kerbaj, il trombettista libanese alla cui installazione sonora esposta fino al 4 dicembre a Berlino abbiamo dedicato nei giorni scorsi la segnalazione qui sotto, sarà giovedì 1 dicembre a Milano, al Mudec, nell’ambito della rassegna di suoni e culture post-globali #Mash: Kerbaj, che come abbiamo raccontato durante la guerra del Libano dell’estate 2006 registrò in tempo reale le proprie improvvisazioni alla tromba assieme alle esplosioni delle bombe israeliane che piovevano su Beirut, alle 18.15 parteciperà a “Sonic Impact: il suono nelle situazioni di conflitto”, una conversazione assieme ad altri due protagonisti della scena musicale d’avanguardia in Medio Oriente, l’iraniano Ata Ebtekar e il turco Baris Bilenser; alle 21.15 suonerà po in duo con un altro musicista sperimentale libanese, Rabih Beaini.

***

Già presentata nella capitale tedesca nel marzo scorso, in vista dei dieci anni dalla guerra del Libano dell’estate 2006, dal 22 novembre (e fino al 4 dicembre) è di nuovo esposta a Berlino, questa volta alla Akademie der Künste (Atelier & Halle 2, Hanseatenweg 10, nell’ambito della mostra Uncertain States), l’installazione sonora di Mazen Kerbaj Before the war, it was the war. After the war, it is still the war. Il lavoro combina registrazioni d’ambiente di Beirut, notiziari televisivi, musica trasmessa per radio, conversazioni telefoniche private e suoni di esplosioni e di aerei da combattimento: suoni questi ultimi a volte accompagnati da quelli della tromba dell’artista, che nella notti dei bombardamenti si registrò sul balcone della sua casa mentre sulla capitale libanese piovevano le bombe israeliane.

Nato a Beirut nel 1975, Kerbaj conduce parallelamente le attività di disegnatore e artista visivo e di musicista. Nel corso dell’aggressione israeliana contro il Libano dell’estate 2006, Kerbaj tenne nel suo splendido blog un costante diario, con i pensieri che gli eventi gli sollecitavano e vignette a caldo di grande forza.

In questo è figlio d’arte: perso il lavoro di giornalista all’inizio della guerra civile libanese, sua madre Laure Ghorayeb sentì l’esigenza di esprimersi col disegno, che in precedenza non aveva praticato; all’epoca i blog non esistevano e la sua personale testimonianza della guerra civile libanese fu raccolta in volume a conflitto terminato, negli anni Ottanta.

Come musicista Kerbaj è stato uno degli iniziatori, alla metà degli anni Novanta, sulla scorta dell’esperienza della free music europea emersa negli anni Sessanta, della scena dell’improvvisazione radicale libanese – che si è poi consolidata e ha dato ottime prove, stabilendo anche un fitto tessuto di contatti e scambi con gli improvvisatori di altri Paesi, innanzitutto europei – di cui Kerbaj continua a essere uno dei principali protagonisti. Kerbaj è anche uno degli animatori di Irtijal, “International Festival for Experimental Music in Lebanon”, una manifestazione consacrata alla free music che si tiene a Beirut dal 2000, e dell’etichetta discografica Al Maslakh, che dà visibilità agli improvvisatori libanesi.

L’iniziativa di Kerbaj di mettere in circolazione un estratto delle sue improvvisazioni di impronta radicale registrate assieme alle esplosioni delle bombe israeliane du Beirut non mancò all’epoca di suscitare polemiche. Sotto il titolo di Starry Night, Kerbaj lo presentò ironicamente indicando come crediti:

Mazen Kerbaj tromba

l’aviazione militare israeliana bombe

Consigliamo di ascoltare Starry Night a volume alto:

https://www.youtube.com/watch?v=LIo4dh884hE

Nel settembre del 2006, tre settimane dopo la fine della nuova guerra che aveva straziato il Libano, avevamo intervistato Mazen Kerbaj andandolo a trovare nella casa che divideva con la madre, ad Ashrafia – quartiere di Beirut Est, la parte cristiana della città – a ridosso di quella che era la linea verde, che durante la guerra civile, quando Mazen era un ragazzino, divideva Beirut Est da Beirut Ovest e fu teatro di feroci combattimenti.

“Avevamo un concerto proprio il giorno in cui gli israeliani hanno bombardato l’aeroporto – ci aveva raccontato Kerbaj – e abbiamo deciso di farlo lo stesso, anche se c’era molta paura: comunque abbiamo avuto una decina di spettatori. E abbiamo anche registrato in studio, pure una cosa che faceva riferimento esplicitamente alla guerra. E poi io ho registrato durante i bombardamenti. Avevo già il progetto di raccogliere dei suoni della guerra civile libanese e di combinare questi suoni con la musica. Credo che per quello che abbiamo vissuto da bambini abbiamo una certa attrazione per questi suoni: anche per questo un titolo come Machine Gun di Brötzmann (una pietra miliare dell’improvvisazione radicale europea, ndr) mi ha fatto tanto effetto. La prima sera di bombardamenti dormivo dalla mia fidanzata e diventavo matto perché non avevo il minidisc: avrei voluto registrare le bombe per utilizzare poi i suoni. La sera dopo ero a casa: bombardamento. E allora mi sono detto: invece di registrare solo le bombe, posso registrarci assieme anche la musica, e così mi sono messo sul balcone con la tromba e il minidisc. Nel corso della guerra in questo modo ho registrato nove ore di musica: appena cominciavano a bombardare correvo sul balcone. Non è che fosse una cosa eroica: stando in un quartiere cristiano non era probabile che le bombe piovessero addosso a noi. Vedevo la luce dell’esplosione e sapevo che un attimo dopo, per qualche secondo, ci sarebbe stato un suono enorme con cui suonare”.

Poi hai messo su internet un pezzo di sei minuti con tre-quattro esplosioni di bombe: se ne è parlato molto, e qualcuno ti ha accusato di esserti fatto della pubblicità…

“Io credo che il fatto di sapere che mentre le bombe cadevano c’era qualcuno che stava suonando ha dato attraverso internet un’altra idea della realtà di quelle bombe, rispetto ai servizi sulla guerra visti in televisione. E poi per me stare sul balcone e suonare era meglio che stare dentro e sentire le bombe che cadevano: così mi concentravo sulla musica e pensavo ad altro. Io suonavo, altri nei giorni dei bombardamenti sono tornati in ufficio, anche se in ufficio non avevano niente da fare: una forma di rifiuto della guerra, di esorcismo, di manifestazione della volontà di continuare a vivere. Un inglese mi ha mandato un’e-mail: non pensi che sia di cattivo gusto ? Gli ho risposto: non pensi che di cattivo gusto sia piuttosto sganciare bombe sui bambini di un villaggio ? E a chi mi ha accusato di opportunismo, di volermi fare un nome, ho detto: c’è posto per tutti, perché non provate a venirci voi a Beirut mentre bombardano ?”

  • Autore articolo
    Marcello Lorrai
ARTICOLI CORRELATITutti gli articoli
POTREBBE PIACERTI ANCHETutte le trasmissioni

Adesso in diretta

  • Ascolta la diretta

Ultimo giornale Radio

  • PlayStop

    Giornale Radio giovedì 04/12 19:30

    Le notizie. I protagonisti. Le opinioni. Le analisi. Tutto questo nelle tre edizioni principali del notiziario di Radio Popolare, al mattino, a metà giornata e alla sera.

    Giornale Radio - 04-12-2025

Ultimo giornale Radio in breve

  • PlayStop

    Gr in breve giovedì 04/12 18:30

    Edizione breve del notiziario di Radio Popolare. Le notizie. I protagonisti. Le opinioni. Le analisi.

    Giornale Radio in breve - 04-12-2025

Ultima Rassegna stampa

  • PlayStop

    Rassegna stampa di giovedì 04/12/2025

    La rassegna stampa di Popolare Network non si limita ad una carrellata sulle prime pagine dei principali quotidiani italiani: entra in profondità, scova notizie curiose, evidenzia punti di vista differenti e scopre strane analogie tra giornali che dovrebbero pensarla diversamente.

    Rassegna stampa - 04-12-2025

Ultimo Metroregione

  • PlayStop

    Metroregione di giovedì 04/12/2025 delle 19:49

    Metroregione è il notiziario regionale di Radio Popolare. Racconta le notizie che arrivano dal territorio della Lombardia, con particolare attenzione ai fatti che riguardano la politica locale, le lotte sindacali e le questioni che riguardano i nuovi cittadini. Da Milano agli altri capoluoghi di provincia lombardi, senza dimenticare i comuni più piccoli, da dove possono arrivare storie esemplificative dei cambiamenti della nostra società.

    Metroregione - 04-12-2025

Ultimi Podcasts

  • PlayStop

    Di palo in frasca di venerdì 05/12/2025

    Ascolti musicali insoliti e trasversali, a cura di Marco Piccardi. Nel corso delle nostre giornate ci capita di sentire – anche involontariamente - musiche di ogni tipo: dalla leggera al rock, dal jazz alla classica, ma anche la musica etnica, le colonne sonore cinematografiche e così via, compreso il tormentone di sigle radiofoniche o televisive e di jingle pubblicitari. Insomma, nel bene o nel male, la “musica che gira intorno”. Ma sentire non è ascoltare e per l’ascolto spesso ciascuno si sceglie il proprio genere musicale e a quello fa esclusivo riferimento. Questo programma suggerisce invece, saltando appunto “di palo in frasca”, un approccio trasversale alla musica, superando abitudini e pregiudizi per accostarci con curiosità a generi anche molto diversi fra loro, come se fosse la cosa più naturale del mondo. Le musiche e gli artisti scelti dal conduttore e dai suoi ospiti si collocano in un lasso temporale che va prevalentemente dagli anni Cinquanta ad oggi, ma con sconfinamenti più indietro nel passato. Sempre però all’insegna del piacere dell’ascolto.

    Di palo in frasca - 04-12-2025

  • PlayStop

    Labirinti Musicali di giovedì 04/12/2025

    "Labirinti Musicali" ideato dalla redazione musicale classica di Radio Popolare, in ogni episodio esplora storie, aneddoti e curiosità legate alla musica attraverso racconti che intrecciano parole e ascolti. Non è una lezione, ma una confidenza che guida l’ascoltatore attraverso percorsi musicali inaspettati, simili a un labirinto. Il programma offre angolazioni nuove su dischi, libri e personaggi, cercando di sorprendere e coinvolgere, proprio come un labirinto acustico da esplorare.

    Labirinti Musicali - 04-12-2025

  • PlayStop

    News della notte di giovedì 04/12/2025

    L’ultimo approfondimento dei temi d’attualità in chiusura di giornata

    News della notte - 04-12-2025

  • PlayStop

    Live Pop di giovedì 04/12/2025

    Ogni giovedì alle 21.30, l’auditorium Demetrio Stratos di Radio Popolare ospita concerti, presentazioni di libri, reading e serate speciali aperte al pubblico.

    Live Pop - 04-12-2025

  • PlayStop

    Uscita di Sicurezza di giovedì 04/12/2025

    La trasmissione in collaborazione con la Camera del Lavoro di Milano che racconta e approfondisce con il vostro aiuto le condizioni di pericolo per la salute e la sicurezza che si vivono quotidianamente nei luoghi di lavoro. Perché quando succede un incidente è sempre troppo tardi, bisognava prevedere e prevenire prima. Una questione di cultura e di responsabilità di tutte e tutti, noi compresi. con Stefano Ruberto, responsabile salute e sicurezza della Camera del Lavoro di Milano.

    Uscita di Sicurezza - 04-12-2025

  • PlayStop

    L'Orizzonte delle Venti di giovedì 04/12/2025

    A fine giornata selezioniamo il fatto nazionale o internazionale che ci è sembrato più interessante e lo sviluppiamo con il contributo dei nostri ospiti e collaboratori. Un approfondimento che chiude la giornata dell'informazione di Radio Popolare e fa da ponte con il giorno successivo.

    L’Orizzonte delle Venti - 04-12-2025

  • PlayStop

    Esteri di giovedì 04/12/2025

    1) “Una delle cose più preoccupanti mai viste”. In audizione a Capitol Hill i deputati statunitensi ascoltano l’ammiraglio accusato di aver ordinato il doppio raid su un’imbarcazione venezuelana. (Roberto Festa) 2) Nessuno mette Modi in un angolo. Il premier indiano riceve Putin a Delhi nel tentativo di rimarcare la sua indipendenza in politica estera e di incunearsi nel rapporto tra Mosca e Pechino. (Nicola Missaglia - ISPI) 3) Congo, mentre Trump riceve alla casa bianca i leader congolese e ruandese per i nuovi accordi di pace, Stati Uniti e Unione Europea stanno finanziando la costruzione di una ferrovia per il trasporto di minerali critici. (Alice Franchi) 4) Francia, la strategia di Macron contro lo strapotere mediatico di Bolloré. La proposta del presidente di “etichettare” i media scatena una polemica sulla libertà di stampa. (Francesco Giorgini) 5) World Music. Nusantara Beat, la band indonesiana-olandese che fa rivivere il pop dell’isola del pacifico. (Marcello Lorrai)

    Esteri - 04-12-2025

  • PlayStop

    Imprese sportive e parità di genere: addio a Mabel Bocchi, leggenda del basket italiano

    È stata una delle più grandi, se non la più grande giocatrice italiana di pallacanestro di tutti i tempi. È morta a 72 anni Mabel Bocchi, campione d’Europa nel 1978 con la Geas di Sesto San Giovanni, che fu la prima squadra sportiva femminile italiana a vincere un titolo continentale. Con la nazionale Bocchi giocò un mondiale e tre europei, arrivando terza nel 1974, ma in queste ore viene ricordata anche per il suo impegno per i diritti delle giocatrici. Luisa Rizzitelli è presidente di Assist, associazione nazionale atlete. L'intervista di Andrea Monti.

    Clip - 04-12-2025

  • PlayStop

    L'Orizzonte di giovedì 04/12 18:34

    L'Orizzonte è l’appuntamento serale con la redazione di Radio Popolare. Dalle 18 alle 19 i fatti dall’Italia e dal mondo, mentre accadono. Una cronaca in movimento, tra studio, corrispondenze e territorio. Senza copioni e in presa diretta. Un orizzonte che cambia, come le notizie e chi le racconta. Conducono Luigi Ambrosio e Mattia Guastafierro.

    L’Orizzonte - 04-12-2025

  • PlayStop

    Poveri ma belli di giovedì 04/12/2025

    Un percorso attraverso la stratificazione sociale italiana, un viaggio nell’ascensore sociale del Belpaese, spesso rotto da anni e in attesa di manutenzione, che parte dal sottoscala con l’ambizione di arrivare al roof top con l’obiettivo dichiarato di trovare scorciatoie per entrare nelle stanze del lusso più sfrenato e dell’abbienza. Ma anche uno spazio per arricchirsi culturalmente e sfondare le porte dei salotti buoni, per sdraiarci sui loro divani e mettere i piedi sul tavolo. A cura di Alessandro Diegoli e Disma Pestalozza

    Poveri ma belli - 04-12-2025

  • PlayStop

    Greenwich Village, anni ‘60: un tuffo nel passato con Elijah Wald

    Questa settimana Elijah Wald è in Italia per portare sul palco, tra Milano, Torino e Piacenza, le sue storie su Bob Dylan e il Greenwich Village di New York. Chitarrista folk blues ma anche narratore e giornalista musicale, attraverso canzoni e racconti Wald ripercorre nel suo spettacolo il cammino di Dylan e dei tanti personaggi di quel periodo irripetibile. Da Woody Guthrie a Pete Seeger, da Eric Von Schmidt a Dave Van Ronk - quest’ultimo anche protagonista del film dei fratelli Coen “A proposito di Davis” e realizzato partendo proprio dal memoir scritto da Wald. Oggi Elijah è venuto a trovarci a Radio Popolare per raccontarci la sua storia e suonarci alcuni brani tra Mississippi John Hurt, Paul Clayton e Victor Jara. Ascolta l’intervista e il MiniLive di Elijah Wald.

    Clip - 04-12-2025

  • PlayStop

    Vieni con me di giovedì 04/12/2025

    Vieni con me è una grande panchina sociale. Ci si siedono coloro che amano il rammendo creativo o chi si rilassa facendo giardinaggio. Quelli che ballano lo swing, i giocatori di burraco e chi va a funghi. Poi i concerti, i talk impegnati e quelli più garruli. Uno spazio radiofonico per incontrarsi nella vita. Vuoi segnalare un evento, un’iniziativa o raccontare una storia? Scrivi a vieniconme@radiopopolare.it o chiama in diretta allo 02 33 001 001 Dal lunedi al venerdì, dalle 16.00 alle 17.00 Conduzione, Giulia Strippoli Redazione, Giulia Strippoli e Claudio Agostoni La sigla di Vieni con Me è "Caosmosi" di Addict Ameba

    Vieni con me - 04-12-2025

  • PlayStop

    Una mostra fotografica ripercorre i 50 anni di Radio Popolare. Dal 14 dicembre a Milano

    Domenica 14 dicembre alle ore 10, presso la Sala Cisterne della Fabbrica del Vapore, a Milano, inaugura la mostra "50 e 50. La mostra. Radio Popolare 1975 - 2025", una delle prime iniziative organizzate per celebrare il 50esimo anniversario dalla fondazione di Radio Popolare. La mostra racconta i cinque decenni "di onda" attraverso venti storie realizzate dai fotografi che in questi anni sono stati vicini alla radio. Inoltre, la mostra ospiterà un’interpretazione creativa realizzata da Studio Azzurro dei video che ricostruiscono la storia di Radio Popolare. La mostra sarà allestita fino al 25 gennaio. Tiziana Ricci ce la racconta insieme a Giovanna Calvenzi, che ne è la curatrice.

    Clip - 04-12-2025

Adesso in diretta