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La tragedia dei piccoli Valentino Rossi

Marco Scavarelli, sei anni, è morto per un incidente in moto.  La guidava lui, una di quelle minomoto a motore che fanno sentire un bambino uguale a Valentino Rossi. Per una settimana, il piccolo ha lottato in ospedale tra la vita e la morte.  Poi il decesso. L’incidente era avvenuto pista del Racing park di Viadana, nel Mantovano.

Marco stava rientrando ai box dopo qualche giro di prova. Era in sella alla minimoto. Il motore avrebbe dovuto essere spento.

Il padre, invece, secondo quanto lui stesso avrebbe raccontato ad alcuni testimoni, si sarebbe avvicinato e, tirando l’apposita cordicella, avrebbe riavviato la moto mentre il bimbo era ancora in sella. Il mezzo è scattata in avanti senza che il piccolo, colto di sorpresa, riuscisse a governarla. Si è schiantato 40 metri più in là contro un cancello.

Una tragedia. Secondo Giordano Biserni, animatore dell’Asaps, Associazione Sostenitori ed Amici della Polizia Stradale, ci sono delle responsabile gravi in questa vicenda. Prima di tutto, spiega a Radio Popolare, non esistono limiti legislativi per situazioni come questa. Il codice stradale dice che bisogna avere almeno 14 anni prima di poter girare con un motorino per le strade. Già: e nel caso delle piste delle minimoto?

Ma, l’accusa più forte Biserni la riserva ai genitori: “Questi bambini sono equipaggiati come Valentino Rossi e sono per lo più una protesi delle ambizioni (a volte frustrate) dei genitori. Io non so quanto siano le velocità di questi mezzi, ma ricordiamoci che un bambino può farsi male, molto male, anche a 20, 30 kmh”.

Per il presidente dell’Asaps, quindi si deve: innalzare l’età dei bambini che possono accedere a queste minimoto; chiedere ai genitori di firmare un certificato di consenso e, infine, dei limiti posti per legge e certificati da esperti della materia.

 

 

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    L’esercito israeliano ha lanciato questa notte l’invasione di terra su Gaza City. Da ieri i carri armati sono entrati nel cuore della principale città della striscia, e i bombardamenti hanno colpito senza sosta strade, case, infrastrutture. Da questa mattina, i morti sono 89. Centinaia di migliaia di persone vivono ancora nella città. Migliaia di persone stanno invece cercando di fuggire, in un esodo verso un sud che non ha più spazio per ospitarli. Il servizio di Valeria Schroter.

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    1) “Gaza brucia di fronte al suo mare, testimone della sua tragedia”. L’esercito israeliano ha lanciato l’offensiva di terra sulla principale città della striscia. L’esodo in mezzo alle bombe. Quasi 90 i morti da questa mattina. (Valeria Schroter) 2) Israele come Sparta. Mentre l’ONU stabilisce che quello in corso a Gaza è genocidio, Netanyahu ammette l’isolamento internazionale e dipinge un futuro di autarchia e guerra permanente. (Anna Foa, Eric Salerno) 3) Gli Stati Uniti continuano a colpire il Venezuela. Trump punta a rovesciare il regime di Maduro con la scusa della lotta al narcotraffico. (Alfredo Somoza) 4) Cinquant’anni fa l’indipendenza della Papua Nuova Guinea. Il paese oggi è vittima della maledizione della ricchezza e rischia di finire ostaggio di un nuovo braccio di ferro tra occidente e Cina. (Chawki Senouci) 5) Spagna, l’estrema destra torna a riunirsi a Madrid. Il primo passo verso una grande alleanza di tutte le destre europee. (Giulio Maria Piantadosi) 6) Rubrica Sportiva. Julia Paternain, la maratoneta uruguayana entra nella storia vincendo la prima medaglia ai mondiali di atletica per il paese sudamericano. (Luca Parena)

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