Approfondimenti

Manuel Agnelli racconta a Radio Popolare la rassegna Carne Fresca, fino a sabato a Germi

Oggi, giovedì, sulle frequenze di Radio Popolare abbiamo avuto un ospite che è un caro e vecchio amico. Un ospite che il giovedì sera, almeno per ancora qualche settimana, ha un importante impegno televisivo. Con Manuel Agnelli noi però abbiamo parlato di un’iniziativa diversa, che si tiene a Milano da mercoledì 20 a sabato 23 novembre, presso Germi, il centro culturale aperto da Agnelli nel 2019 in via Cicco Simonetta 14/a

Questa nuova rassegna musicale si chiama Carne Fresca. Complimentandoci per il titolo davvero efficace, abbiamo chiesto a Manuel Agnelli di spiegare ai nostri ascoltatori di cosa si tratta.

MANUEL AGNELLI: È una rassegna dedicata ai giovani musicisti. Abbiamo indicato una fascia d’età orientativa tra i 16 e i 29 anni, più che altro come riferimento generale. Nella selezione dei musicisti che si esibiranno a Germi, consideriamo prioritarie le esigenze dei più giovani di fare esperienza, crescere, confrontarsi e soprattutto creare rete. La rassegna dà spazio a giovani musicisti e band che propongono un repertorio originale, scritto di proprio pugno, escludendo quindi cover band e simili. L’obiettivo è ricreare quel tipo di network, quel circuito che ho vissuto personalmente tra la metà degli anni ’80 e gli anni ’90, che potrebbe, nelle previsioni più ottimistiche, ravvivare un momento musicale che ci appare particolarmente spento. Oltre all’aspetto culturale di mettere a disposizione uno spazio, c’è la speranza che questa iniziativa cresca e aiuti a ricostruire una scena che al momento appare autoreferenziale e piuttosto stagnante.

RP: Nel corso della tua carriera hai dimostrato più volte, più di molti tuoi colleghi, la volontà e lo stimolo di dedicare attenzione non solo alla tua musica, ma anche a ciò che ti circonda, a quello che viene suonato intorno a te, con il desiderio di utilizzare parte della tua visibilità per dare spazio ad altri. Un esempio significativo è stato il festival Tora Tora, o quando partecipaste a Sanremo dedicando poi il disco scaturito da quell’esperienza a una compilation di artisti a cui offrire l’opportunità di farsi conoscere da un pubblico più vasto. In questo caso, ti rivolgi proprio all’inizio del percorso possibile per i giovani artisti. Perché proprio in questo momento? Da una parte c’è forse la reazione al momento che hai descritto eloquentemente poco fa, ma hai anche la percezione che ci sia un fermento a cui dare ossigeno?

MA: Assolutamente sì, questo è l’aspetto più importante. Le cose non si fanno con le parole, si fanno perché si percepisce una pressione dal basso che sta emergendo. Mi muovo spesso, traversito un po’ come un Babbo Natale, tra centri culturali, centri sociali e altri luoghi, osservando diverse mini-rassegne, e noto un fermento significativo. E non è solo fermento o energia, che pure basterebbe a giustificare un certo entusiasmo: vedo qualità. Questi ragazzi, la maggior parte di loro, hanno qualcosa da dire e lo sanno esprimere musicalmente in modo abbastanza efficace. È incoraggiante constatare che tra le oltre 200 richieste ricevute a Germi per questa prima rassegna, c’è molto materiale valido, davvero valido. Stiamo semplicemente cercando di dare spazio e supporto a qualcosa che già esiste. Questi ragazzi ci sono già, la qualità c’è già. Non stiamo inventando nulla per qualche velleità personale. Come hai ricordato prima, ho attraversato esperienze galvanizzanti e avventurose, ma anche piuttosto frustranti. Il Tora Tora rappresentava una scena che attirava migliaia di persone di pubblico, ma non trovava spazio sui media nazionali. Memore di quell’esperienza, capisco che dobbiamo fare da soli. O meglio, quelli della mia generazione devono aiutare questa nuova generazione a fare da sé. Questo è solo un piccolo esempio, ma organizzeremo molte altre rassegne, perché l’iniziativa sta andando così bene che questo è solo l’inizio.

RP: Prima parlavi di network, possiamo forse parlare anche di “scena”. Quanto è importante che non ci siano solo piccole realtà che crescono nel tempo, ma ognuna per conto proprio, senza confrontarsi con altre? È necessario vedersi, riconoscersi, vedere le differenze: questo credo sia stato molto importante per te, per voi, per la generazione che rappresenti. Oggi, paradossalmente, è più facile comunicare rispetto al passato, ma forse ci si incontra meno di un tempo.

MA: Sì, è necessario incontrarsi fisicamente, ed è per questo che servono luoghi dove sia possibile farlo. Purtroppo, penso che la generazione successiva alla nostra non sia riuscita a sviluppare il discorso che avevamo iniziato noi – lo dico con grande tristezza – perché è morta un’intera scena che poteva rappresentare una realtà culturale sul territorio. Questo non è stato portato avanti anche per l’autoreferenzialità e l’auto-ghettizzazione da parte di persone con una visione limitata. Credo sia tornato il momento di mischiarci, di sporcarci le mani, di aiutarci a vicenda. Ieri sera parlavo con i ragazzi che si sono esibiti alla rassegna: sono tutti molto attivi nel cercare contatti, nello scambiarsi riferimenti, nel tentare di creare rete. Questo è ciò che bisogna fare. L’errore da non ripetere è pensarsi intellettuali nelle torri d’avorio che non vogliono contaminarsi con nessuno. Bisogna contaminarsi. C’è necessità di diffondere la cultura perché la cultura è, prima di tutto, informazione, altrimenti non esiste.

RP: Quindi questa sera la seconda serata, poi ancora domani e dopodomani da Germi. Come funziona la partecipazione per venire a seguire Carne Fresca in via Cicco Simonetta 14/a?

MA: L’ingresso è gratuito e la tessera fino ai 25 anni è anch’essa gratuita, quindi più facile di così non sapremmo come fare. Ed è giusto che sia così: vogliamo davvero offrire gli spazi alle persone, vogliamo rendere molto facile la partecipazione. Quindi niente biglietto e tessera gratuita per chi ha meno di 25 anni. C’ero ieri, è stato meraviglioso, magico, quindi mi dispiace non esserci stasera, ma domani e dopodomani sarò sicuramente lì.

  • Autore articolo
    Niccolò Vecchia
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    1) “La gente non lascia Gaza City perché non sa dove andare o perché non può permetterselo”. Migliaia di persone restano nella città della striscia, mentre l’esercito continua a bombardarla. (Jacob Granger - MSF) 2) “Israele sta commettendo un genocidio, ma gli altri paesi hanno l’obbligo giuridico di fare tutto ciò che possono per impedirglielo”. In esteri la seconda puntata dell’intervista a Chris Sidoti, giudice della commissione Onu. (Valeria Schroter, Chris Sidoti - Commissione Onu d'inchiesta per i territori palestinesi) 3) La Francia ancora in piazza. Un milione di persone mobilitate dai sindacati per protestare contro la legge di bilancio di Bayrou. (Veronica Gennari) 4) La tragedia umanitaria della guerra in Sudan, e i sudanesi che resistono. Premiata in Norvegia una rete di associazioni comunitarie che lavorano per favorire l’ingresso di aiuti. (Irene Panozzo, analista politica) 5) Donald Trump alla corte britannica. La luna di miele tra Keir Starmer e il presidente Usa è soprattutto una questione di business. (Marco Colombo, giornalista) 6) World Music. Together for Palestine, il concerto organizzato da Brian Eno a Londra contro il genocidio. (Marcello Lorrai)

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    L'Orizzonte è l’appuntamento serale con la redazione di Radio Popolare. Dalle 18 alle 19 i fatti dall’Italia e dal mondo, mentre accadono. Una cronaca in movimento, tra studio, corrispondenze e territorio. Senza copioni e in presa diretta. Un orizzonte che cambia, come le notizie e chi le racconta. Conducono Luigi Ambrosio e Mattia Guastafierro.

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    Alessio Lega ricorda Fausto Amodei: "Sublime la sua scrittura, una persona tenera e ironica"

    È morto a 91 anni Fausto Amodei, figura cruciale per la canzone popolare italiana che alla fine degli anni cinquanta aveva contribuito a fondare il Cantacronache, il primo esperimento di canzone politica “d’autore” in Italia. Tra i suoi capolavori 'Per i morti di Reggio Emilia', una delle canzoni popolari e politiche più suonate nelle piazze d’Italia. Ma "le sue canzoni sono riuscite ad andare ben oltre il suo nome” diventando parte dell’immaginario collettivo, ricorda il cantautore Alessio Lega ai microfoni di Radio Popolare. Ascolta l'intervista di Niccolò Vecchia.

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    Poveri ma belli di giovedì 18/09/2025

    Un percorso attraverso la stratificazione sociale italiana, un viaggio nell’ascensore sociale del Belpaese, spesso rotto da anni e in attesa di manutenzione, che parte dal sottoscala con l’ambizione di arrivare al roof top con l’obiettivo dichiarato di trovare scorciatoie per entrare nelle stanze del lusso più sfrenato e dell’abbienza. Ma anche uno spazio per arricchirsi culturalmente e sfondare le porte dei salotti buoni, per sdraiarci sui loro divani e mettere i piedi sul tavolo. A cura di Alessandro Diegoli e Disma Pestalozza

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    Inizia la Milano Green Week! gli eventi e iniziative le presenta l'assessora al verde, Elena Grandi. Rachele di Magiafiori, la nostra chef vegetale ci sugegrisce poi un menù tutto...green. Marcello ed Elisa, infine, ascoltatori/educatori ci han scritto per raccontarci La Rosa dei Venti, l'associazione che da anni nel comasco, lavora per l'inclusione di persone con disturbi di personalità. Vuoi segnalare un evento, un’iniziativa o raccontare una storia? Scrivi a vieniconme@radiopopolare.it o chiama in diretta allo 02 33 001 001 Dal lunedi al venerdì, dalle 16.00 alle 17.00 Conduzione, Giulia Strippoli Redazione, Giulia Strippoli e Claudio Agostoni La sigla di Vieni con Me è "Caosmosi" di Addict Ameba

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    Volume di giovedì 18/09/2025

    In compagnia di Niccolò Vecchia telefoniamo ad Alessio Lega per ricordare, nel giorno della sua scomparsa, Fausto Amodei, un vero simbolo della canzone politica d’autore italiana. Segue mini live in studio con il giovane jazzista Francesco Cavestri in vista del suo concerto al Blue Note di martedì prossimo. Nella seconda parte siamo in compagnia di Piergiorgio Pardo, nostro ospite fisso per la rubrica LGBT, con cui parliamo del film “I segreti di Brokeback Mountain” e alcuni eventi del weekend. Concludiamo con una telefonata a Marina Catucci da New York, per commentare l’improvvisa sospensione dello show di Jimmy Kimmel dalla rete Abc, a seguito di una frase “scomoda” su Charlie Kirk detta dal conduttore in trasmissione.

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