Approfondimenti

Mantegna e Carracci. Attorno al Cristo morto

Dal 16 giugno al 25 settembre si terrà alla Pinacoteca di Brera il secondo straordinario dialogo tra i capolavori della storia dell’arte: da una parte “Il Cristo morto” di Andrea Mantegna, datato intorno al 1480 – una delle icone universali del Rinascimento e opera simbolo della Pinacoteca di Brera – e “Il Cristo morto con gli strumenti della passione”, versione dello stesso soggetto dipinta da Annibale Carracci intorno al 1583, proveniente dalla Staatsgalerie di Stoccarda.

Alle due opere, accostate per la prima volta, viene affiancato anche il dipinto “Compianto sul Cristo morto”, sempre raffigurante lo stesso soggetto, realizzato da Orazio Borgianni nel 1615 e proveniente dalla Galleria Spada di Roma. Il Mantegna lascia dunque l’austero e sacrale allestimento del regista Ermanno Olmi, comunque era temporaneo.

Le tre opere campeggiano ora su pannelli grigi al centro della lunga sala che ospita il ‘400 e il ‘500 veneto. Pareti dipinte con un blu intenso, con una variazione di tono che richiama i manti e i cieli dei dipinti di Mantegna, Bellini e Lorenzo Lotto. Questo dialogo fra le opere, in ogni caso temporaneo, è il cuore del riordino delle sale che ospitano il Medioevo, il Rinascimento e il ‘500 veneto.

Pareti dai colori intensi, illuminazione accurata valorizzano i dipinti e ne esaltano la bellezza. Siamo dunque al secondo allestimento dopo il rinnovamento delle sale che conducono al confronto tra Raffaello e Perugino. Il progetto del direttore James Bradburne prevede il rinnovamento di tutte le sale nei prossimi tre anni, la valorizzazione della collezione e il blocco temporaneo dei prestiti.

Inoltre una grande vetrata scorrevole a metà del corridoio d’ingresso garantirà la climatizzazione e si potrà così in ottobre riaprire l’ingresso originale in centro al porticato e il primo piano ospiterà anche un caffè. Le pareti del corridoio d’ingresso che ospitavano affreschi e dipinti ora sono spoglie e le opere andranno al restauro per poi tornare in esposizione.

Nel 2018 la collezione d’arte moderna verrà spostata a Palazzo Citterio, che nel frattempo dovrebbe essere pronto dopo il restauro. Il direttore sottolinea spesso di essere guidato dalla filosofia di un grande sovrintendente: Franco Russoli e dalla sua concezione del museo e del ruolo che debba avere nella città.

Insomma tutto è pensato per rendere piacevole ed emozionante la visita al pubblico che potrà esprimere la propria opinione nel sito della Pinacoteca ed influire così sui futuri provvedimenti. L’obiettivo è riuscire a far innamorare la gente, i milanesi in particolare, e a farli tornare più e più volte al museo.

In occasione del nuovo allestimento abbiamo incontrato il direttore James Bradburne.

Ascolta l’intervista

Intervista con James Bradburne


Giovedì 16 giugno, giornata inaugurale, l’ingresso è gratuito dalle 8.30 alle 22.15
, inoltre il direttore della Pinacoteca ha preso in questi giorni una bella iniziativa , dato che ritiene i taxisti e le guide ambasciatori del museo, li ha invitati a partecipare gratuitamente ad alcune visite guidate riservate proprio a loro. Noi abbiamo partecipato a una di queste ed abbiamo registrato il loro entusiasmo.

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Le voci dei taxisti

  • Autore articolo
    Tiziana Ricci
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    Un percorso attraverso la stratificazione sociale italiana, un viaggio nell’ascensore sociale del Belpaese, spesso rotto da anni e in attesa di manutenzione, che parte dal sottoscala con l’ambizione di arrivare al roof top con l’obiettivo dichiarato di trovare scorciatoie per entrare nelle stanze del lusso più sfrenato e dell’abbienza. Ma anche uno spazio per arricchirsi culturalmente e sfondare le porte dei salotti buoni, per sdraiarci sui loro divani e mettere i piedi sul tavolo. A cura di Alessandro Diegoli e Disma Pestalozza

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    Stuart Murdoch: "Il mio primo romanzo non è una biografia, ma racconta la mia storia e la storia della mia malattia"

    Il leader dei Belle & Sebastian racconta "L'impero di nessuno", il suo libro d'esordio, ai microfoni di Volume. Un libro che lui stesso definisce di autofiction: "La maggior parte delle cose che accadono a Stephen, il protagonista, sono successe anche a me". 10 anni fa, Murdoch aveva scritto una canzone con il medesimo titolo: "Il romanzo tocca gli stessi temi: Stephen ha un'amica del cuore, Carrie, entrambi hanno la stessa malattia e si sostengono e ispirano a vicenda". La malattia è l'encefalomielite mialgica: "Mentre scrivevo immaginavo il mio pubblico, e il mio pubblico era il gruppo di supporto per l’encefalomielite che frequentavo negli anni Novanta. Immaginavo di scrivere per loro, e questo mi ha aiutato a trovare il tono giusto". Ascolta l'intervista di Niccolò Vecchia a Stuart Murdoch.

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    Vieni con me è una grande panchina sociale. Ci si siedono coloro che amano il rammendo creativo o chi si rilassa facendo giardinaggio. Quelli che ballano lo swing, i giocatori di burraco e chi va a funghi. Poi i concerti, i talk impegnati e quelli più garruli. Uno spazio radiofonico per incontrarsi nella vita. Vuoi segnalare un evento, un’iniziativa o raccontare una storia? Scrivi a vieniconme@radiopopolare.it o chiama in diretta allo 02 33 001 001 Dal lunedi al venerdì, dalle 16.00 alle 17.00 Conduzione, Giulia Strippoli Redazione, Giulia Strippoli e Claudio Agostoni La sigla di Vieni con Me è "Caosmosi" di Addict Ameba

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