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Scontri a Parigi durante la marcia per il clima

30Momenti di forte tensione a Parigi durante la manifestazione per il clima. Tutto è successo nel primo pomeriggio a Place de la Republique, nel pieno centro della città, quando un gruppo di manifestanti ha tentato di forzare il cordone di polizia per far partire un corteo che non era stato autorizzato. Polizia e manifestanti si sono fronteggiati per alcuni minuti. C’è stato un lancio di oggetti da parte dei manifestanti a cui gli agenti hanno risposto con i lacrimogeni. Poi la polizia ha caricato, disperdendo i manifestanti. A quel punto tutta la Place de la Republique è stata sgomberata.

Tutto questo a poche ore dal via alla Conferenza mondiale sui cambiamenti climatici, e con Parigi ancora in stato di emergenza dopo gli attentati del 13 novembre. Domani nella capitale francese arriveranno i capi di stato e prenderà il via il summit.

In decine di città la marcia per il clima ha chiesto ai leader provvedimenti concreti per combattere contro i cambiamenti climatici.

Anche a Roma la “global march”, con una manifestazione che ha preso il via nel primo pomeriggio a Campo dei Fiori. Fino al concerto ai Fori Imperiali. “Siamo dentro una grande coalizione internazionale e vogliamo farci sentire”, ci ha detto il vice presidente di Legambiente Edoardo Zanchini. Ascolta l’intervista

zanchini marcia

A Parigi sono in arrivo i delegati di 193 Paesi e di oltre 150 leader e capi di Stato (a cominciare dal presidente americano Barack Obama, quello cinese Xi Jinping, l’indiano Narendra Modi e il russo Vladimir Putin), con i lavori che inizieranno lunedì mattina e andranno avanti fino al 11 dicembre.

Ma come dovremo valutare i risultati della Conferenza di Parigi? Come capiremo se sarà un successo? “Innanzitutto se si uscirà con un accordo che coinvolge tutti i Paesi, e non solo quelli che hanno firmato il protocollo di Kioto”, spiega Edoardo Zanchini. Ascolta la seconda parte dell’intervista.

zanchini conferenza

“La trattativa comincia con un intesa che riguarda gli obiettivi dein singoli Paesi ma questo non basta. Ora bisogna fare in modo che si fissino degli strumenti operativi per rendere concreti i target”, spiega Edoardo Zanchini di Legambiente

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    Alessandro Principe
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    1) “Il mondo non deve lasciarsi ingannare: a Gaza il genocidio non è finito”. Il nuovo rapporto di Amnesty International ci chiede di non voltare la faccia dall’altra parte. (Riccardo Noury - Amnesty Italia) 2) Negligenza e corruzione. Cosa c’è dietro l’incendio del complesso residenziale di Hong Kong costato la vita a decine di persone. (Ilaria Maria Sala, giornalista e scrittrice) 3) Stati Uniti, l’attacco di Washington potrà avere effetti a lungo termine sulle politiche migratorie dell’amministrazione Trump e sulla vita di migliaia di migranti. (Roberto Festa) 4) Francia, dall’estate 2026 torna il servizio militare volontario. Il presidente Macron ha annunciato oggi quello che sembra più che altro un segnale politico e strategico. (Francesco Giorgini) 5) Spagna, una marea di studenti e professori in piazza a Madrid contro i tagli alle università pubbliche. La regione della capitale, guidata dalla destra, è quella che spende meno per gli studenti in tutto il paese. (Giulio Maria Piantedosi) 6) World Music. Entre Ilhas, l’album che celebra diversità e affinità musicali degli arcipelaghi della Macaronesia. (Marcello Lorrai)

    Esteri - 27-11-2025

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    L'Orizzonte è l’appuntamento serale con la redazione di Radio Popolare. Dalle 18 alle 19 i fatti dall’Italia e dal mondo, mentre accadono. Una cronaca in movimento, tra studio, corrispondenze e territorio. Senza copioni e in presa diretta. Un orizzonte che cambia, come le notizie e chi le racconta. Conducono Luigi Ambrosio e Mattia Guastafierro.

    L’Orizzonte - 27-11-2025

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    A Gaza il genocidio non è finito

    A oltre un mese dall’annuncio del cessate il fuoco nella striscia di Gaza, le autorità israeliane stanno ancora commettendo il crimine di genocidio nei confronti della popolazione palestinese. Un nuovo rapporto di Amnesty International, che contiene un’analisi giuridica del genocidio in atto e testimonianze di abitanti della Striscia di Gaza e di personale medico e umanitario, evidenzia come Israele stia continuando a sottoporre deliberatamente la popolazione della Striscia a condizioni di vita volte a provocare la sua distruzione fisica, senza alcun segnale di un cambiamento nelle loro intenzioni. Martina Stefanoni ne ha parlato con Riccardo Noury, portavoce di Amnesty Italia.

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    Poveri ma belli di giovedì 27/11/2025

    Un percorso attraverso la stratificazione sociale italiana, un viaggio nell’ascensore sociale del Belpaese, spesso rotto da anni e in attesa di manutenzione, che parte dal sottoscala con l’ambizione di arrivare al roof top con l’obiettivo dichiarato di trovare scorciatoie per entrare nelle stanze del lusso più sfrenato e dell’abbienza. Ma anche uno spazio per arricchirsi culturalmente e sfondare le porte dei salotti buoni, per sdraiarci sui loro divani e mettere i piedi sul tavolo. A cura di Alessandro Diegoli e Disma Pestalozza

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    Stuart Murdoch: "Il mio primo romanzo non è una biografia, ma racconta la mia storia e la storia della mia malattia"

    Il leader dei Belle & Sebastian racconta "L'impero di nessuno", il suo libro d'esordio, ai microfoni di Volume. Un libro che lui stesso definisce di autofiction: "La maggior parte delle cose che accadono a Stephen, il protagonista, sono successe anche a me". 10 anni fa, Murdoch aveva scritto una canzone con il medesimo titolo: "Il romanzo tocca gli stessi temi: Stephen ha un'amica del cuore, Carrie, entrambi hanno la stessa malattia e si sostengono e ispirano a vicenda". La malattia è l'encefalomielite mialgica: "Mentre scrivevo immaginavo il mio pubblico, e il mio pubblico era il gruppo di supporto per l’encefalomielite che frequentavo negli anni Novanta. Immaginavo di scrivere per loro, e questo mi ha aiutato a trovare il tono giusto". Ascolta l'intervista di Niccolò Vecchia a Stuart Murdoch.

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