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Alle origini della mafia siciliana. Una ricerca storica

Umberto Santino, storico, fondatore insieme alla moglie Anna Puglisi del Centro Siciliano di Documentazione “Giuseppe Impastato”, è stato ospite  oggi a Memos.

Il Centro palermitano è un punto di riferimento, anche a livello internazionale, sugli studi storici e sull’attualità della mafia siciliana. In queste settimane il Centro “Impastato” ha compiuto 40 anni dalla fondazione nel maggio del 1977.

Umberto Santino ha appena pubblicato un libro che raccoglie anni di ricerche e di studi sulle origini della mafia siciliana. “La mafia dimenticata. La criminalità organizzata in Sicilia dall’Unità d’Italia al Novecento. Le prime inchieste. I processi. Un documento storico” (Melampo, 2017).

A Memos Santino ha raccontato la storia del Centro di Documentazione, il suo legame con Peppino Impastato a cui il centro viene intitolato nel 1980, due anni dopo l’uccisione dell’attivista antimafia di Cinisi da parte di Cosa Nostra.

Nel libro “La mafia dimenticata” Umberto Santino ricorda che il carattere essenziale della mafia siciliana, quello di essere una organizzazione di potere, è stato descritto già a partire dalla fine dell’Ottocento, anche se per decenni è stato negato non solo dai mafiosi (“la mafia non esiste”), ma anche da alcuni studiosi della criminalità organizzata. Santino a Memos ricorda le “sviste” del sociologo tedesco Henner Hess e l’”infortunio” di Leonardo Sciascia all’inizio degli anni settanta.

L’intervento di Umberto Santino a Memos si apre con un ricordo di Giovanni Falcone, a 25 anni dalla strage di Capaci del 23 maggio 1992, in cui furono uccisi anche la moglie del giudice e magistrata Francesca Morvillo e tre agenti di scorta: Rocco Dicillo, Antonio Montinaro e Vito Schifani.

Ascolta tutta la puntata di Memos

 

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    Raffaele Liguori
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