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L’Ortica cancella lo sfregio fascista

Qualche abitante del quartiere ha coperto parzialmente la scritta inneggiante a Mussolini comparsa nella notte sul cavalcavia Buccari in zona Ortica a Milano. “Duce a noi” aveva scritto qualcuno cancellando la scritta “Bella Ciao”, fatta nel 2015 dagli studenti del liceo artistico di via Venini durante il laboratorio artistico ORTICANOODLES”. Un lavoro realizzato da 120 persone tra studenti e abitanti del quartiere che ridipinsero tutto il cavalcavia con parole dedicate a libertà e integrazione. “Il murale rappresentava l’invito a entrare all’Ortica, quartiere storico del movimento operaio, dell’accoglienza e della libertà”, scrive Orme – Ortica Memoria sulla sua pagine Facebook.

Giovanni Lanzetti di Ortica Memoria era sul cavalcavia Buccari quando la scritta fascista è stata coperta. Ci ha raccontato com’è andata.

“Nella notte tra domenica e lunedì, presumibilmente dei fascisti, hanno cancellato la scritta ‘Bella Ciao’, sostituendola con ‘Duce a noi’, sul murale che era stato dipinto nel 2015, in occasione del 70° anniversario della Liberazione, dai ragazzi delle scuole del quartiere. Un murale enorme, lungo tutto il cavalcavia, di 300 metri circa”.

La scritta sbagliata è rimasta su per pochissimo tempo. Qualcuno l’ha cancellata dopo poche ore.

“Sì, non è durata neanche mezza giornata, anche perché l’Ortica è un quartiere molto attivo. Questa sera (lunedì) per esempio, tutte le associazioni del quartiere si riuniscono per decidere cosa fare. Pensiamo in primo luogo di proporre di partecipare alla manifestazione di Como del 9 dicembre contro le aggressioni fasciste, di partire da qui con un pullman e di portare lo striscione ‘Bella Ciao Ortica’, la scritta che ci hanno cancellato. E poi, per il 15 dicembre, giorno in cui qui nel quartiere era già prevista l’inaugurazione di un nuovo murale di OrMe, pensavamo di lanciare l’idea di una mobilitazione cittadina. E con gli stessi ragazzi che hanno realizzato il murale, vogliamo ripristinare la scritta originaria ‘Bella Ciao'”.

Quella di oggi è stata una prima rapida correzione. All’inizio la scritta è diventata ‘Duce a voi’ – una sola stanghetta può fare la differenza – e poi è stata coperta con spray nero la parola Duce. Una riparazione in attesa di riportare il murale al suo valore – storico, politico e artistico – originario. E di mobilitare tutto il quartiere per una risposta antifascista.

Radio Popolare ha deciso di dare il suo contributo. Martedì 5 dicembre, Luigi Ambrosio e Gianmarco Bachi condurranno il Demone del Tardi in diretta – dalle 07.45 alle 09.30 – dalla sede della Cooperativa edificatrice dell’Ortica, in via Sant’Agostino 5. Ospiti la vicesindaca di Milano Anna Scavuzzo e Giovanni Lanzetti di “Ortica Memoria”.

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    1) “Il mondo non deve lasciarsi ingannare: a Gaza il genocidio non è finito”. Il nuovo rapporto di Amnesty International ci chiede di non voltare la faccia dall’altra parte. (Riccardo Noury - Amnesty Italia) 2) Negligenza e corruzione. Cosa c’è dietro l’incendio del complesso residenziale di Hong Kong costato la vita a decine di persone. (Ilaria Maria Sala, giornalista e scrittrice) 3) Stati Uniti, l’attacco di Washington potrà avere effetti a lungo termine sulle politiche migratorie dell’amministrazione Trump e sulla vita di migliaia di migranti. (Roberto Festa) 4) Francia, dall’estate 2026 torna il servizio militare volontario. Il presidente Macron ha annunciato oggi quello che sembra più che altro un segnale politico e strategico. (Francesco Giorgini) 5) Spagna, una marea di studenti e professori in piazza a Madrid contro i tagli alle università pubbliche. La regione della capitale, guidata dalla destra, è quella che spende meno per gli studenti in tutto il paese. (Giulio Maria Piantedosi) 6) World Music. Entre Ilhas, l’album che celebra diversità e affinità musicali degli arcipelaghi della Macaronesia. (Marcello Lorrai)

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    Il 7 dicembre la Scala apre la stagione con l’opera censurata da Stalin

    Nel cinquantenario della morte di Šostakovič il Teatro alla Scala inaugura la Stagione con il suo capolavoro Una lady Macbeth del distretto di Mcensk, tratto dal racconto di Nikolaj Leskov in cui una giovane sposa con la complicità dell’amante uccide il marito e il tirannico suocero, ma viene scoperta e finisce per suicidarsi in Siberia, tradita da tutti. Dopo il debutto a San Pietroburgo, l’opera, che avrebbe dovuto essere il primo capitolo di una trilogia sulla condizione della donna in Russia, ebbe enorme successo in patria e all’estero. Stalin assistette a una rappresentazione a Mosca nel 1936; due giorni dopo apparve sulla Pravda la celebre stroncatura dal titolo “Caos invece di musica” con cui il regime metteva all’indice l’opera e il compositore. Anni dopo Šostakovič preparò una nuova versione che andò in scena a Mosca nel 1963 con il titolo Katarina Izmajlova, dopo che il sovrintendente Ghiringhelli aveva invano cercato di ottenerne la prima per la Scala. Oggi il Teatro presenta la versione del 1934 con la direzione del M° Chailly e il debutto del regista Vasily Barkhatov. Ascolta Riccardo Chailly nella presentazione dell’opera.

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    Considera l'armadillo di giovedì 27 novembre 2025 ospite Filippo Bamberghi, coordinatore delle @Guardie WWF Italia - Nucleo Lombardia per parlare dei dati sul bracconaggio in Lombardia. A cura di Cecilia Di Lieto.

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