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Londra costruirà un muro anti migranti

L’Europa costruisce un altro muro.

L’annuncio choc arriva da Londra, in accordo con Parigi: la Gran Bretagna è pronta a finanziare la costruzione, che dovrebbe iniziare ”molto presto”, di un muro lungo l’autostrada che arriva al porto francese di Calais per fermare i migranti che cercano di salire a bordo dei camion diretti in Inghilterra. Ne dà notizia la Bbc, che cita il sottosegretario per l’immigrazione Robert Goodwill.

Soprannominato dai media britannici ”il grande muro di Calais”, sarà alto quattro metri e correrà per un chilometro lungo i due lati dell’arteria stradale vicina al campo soprannominato “la Giungla”, dove vivono migliaia di migranti. Secondo le stime il progetto dovrebbe costare 1,9 milioni di sterline e fa parte di un pacchetto di misure del governo britannico da 17 milioni di pound per rafforzare i controlli sui confini gestiti insieme alle autorità francesi.

E’ solo l’ultima delle barriere che il Vecchio Continente sta costruendo (o ha annunciato di voler costruire) in risposta alla crisi migratoria di questi ultimi anni:

Ungheria – Serbia. A un anno dalla costruzione del primo ‘muro difensivo’ al confine con la Serbia (175 km di filo spinato, alto 4 metri), l’Ungheria di Viktor Orban ha annunciato nelle scorse settimane una nuova barriera fortificata anti-migranti lungo la stessa frontiera meridionale. Di recente Budapest ha inoltre disposto l’impiego di altri 3 mila poliziotti a protezione del confine meridionale, in aggiunta ai 3.500 già in servizio.

Slovenia – Croazia. Nel novembre 2015 la Slovenia ha cominciato la costruzione di una barriera lunga 80 chilometri presso il villaggio di Rigonce, sul confine con la Croazia, per arginare il flusso migratorio sulla rotta balcanica

Austria – Italia. Dopo settimane di tensioni nella scorsa primavera, sembra invece scongiurata la barriera al confine con il Brennero che Vienna voleva erigere per contenere gli arrivi di migranti dall’Italia, diretti nel resto d’Europa. L’Austria ha però deciso di schierare fino a 2.200 soldati per difendere i suoi confini.

Macedonia – Grecia.  Nel novembre 2015 Skopje ha iniziato la costruzione di una barriera (1,5 km di rete sovrastata da filo spinato) al confine nei pressi di Idomeni, il campo in territorio ellenico divenuto per mesi un gigantesco imbuto per i profughi.

Bulgaria – Turchia. La sua costruzione è cominciata nel 2014 per bloccare i flussi migratori provenienti da Est. La barriera è lunga 30 km ma dovrebbe arrivare a 160.

 

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    L’Europa e il bellicismo crescente delle sue classi dirigenti. L’ultimo caso, quello dell’ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone e la postura aggressiva che dovrebbe tenere la Nato. Cosa possono fare il pensiero e la cultura della pace per contrastare l’escalation bellicista e la normalizzazione della violenza? Le risposte possono non essere quelle consuete, soprattutto perché in Occidente stiamo assistendo ad un cambio delle coordinate geopolitiche costruite negli ultimi ottant’anni. Un esempio. Il settimanale «The Economist» ha scritto nella sua rubrica di geopolitica «The Telegram» apparsa oggi sulle pagine online: «In Europa le preoccupazioni per l’inaffidabilità dell’America sotto Donald Trump stanno lasciando il posto a un timore più grande: che, pur presentandosi come il campione della civiltà occidentale, egli consideri ormai le democrazie occidentali reali come avversarie. “Nella Washington di oggi” - scrive il nostro editorialista di The Telegram - l’Europa “è spesso descritta con maggiore disprezzo rispetto alla Cina o alla Russia”. Pubblica oggi ha ospitato Donatella Della Porta, scienziata della politica, e Agostino Giovagnoli, storico.

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    Nell'ultima puntata di 37e2 abbiamo letto la lettera di una persona che ha lavorato come in un Cpr, Centro di permanenza per il rimpatrio, e che con molta amarezza ha deciso di abbandonare il lavoro. La lettera ci è arrivata attraverso la Rete Mai più lager - No ai Cpr con cui siamo in contatto per raccontarvi cosa accade nei Cpr.

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