
Dopo un pomeriggio in cui già si rincorrevano voci di un’imminente risposta iraniana — e quindi di un attacco iraniano contro gli interessi americani in Medio Oriente — si è verificato un attacco contro la principale base americana nella regione, la base di Al Udeid, che si trova in Qatar. Una base molto vicina a Doha e, dall’altra parte del Golfo Persico, molto vicina all’Iran. Secondo quanto riferito, sarebbero stati lanciati sei missili, che il Qatar afferma di aver tutti intercettato.
Un altro attacco ha interessato una seconda base americana di rilievo in Medio Oriente: Ayn al‑Asad, situata nella zona occidentale dell’Iraq, tra Baghdad e il confine siriano, nella regione dell’Al Anbar. In questo caso sarebbe stato lanciato un solo missile. Su questo episodio, però, non ci sono ulteriori dettagli.
Voci non confermate parlano anche di un possibile attacco contro un obiettivo americano in Siria. Questa sera sono suonate le sirene anche in Bahrein. A partire dal tardo pomeriggio i paesi del Golfo — Qatar, Bahrein, Emirati Arabi Uniti — hanno tutti chiuso lo spazio aereo. Parliamo di una regione molto piccola e molto vicina all’Iran.
Gli iraniani, con un comunicato ufficiale, hanno dichiarato: “Non potevamo non rispondere”. In merito all’attacco in Qatar, Teheran ha affermato di essersi coordinata con Doha. Il Qatar, da parte sua, conferma che i missili sono stati intercettati, ma aggiunge: “Abbiamo un diritto di risposta”.
Va precisato che il Qatar è, da anni, uno dei principali — se non il principale — interlocutori politici dell’Iran nella regione. Dunque, la decisione iraniana assume un peso molto rilevante.
Dalla risposta iraniana agli attacchi americani dipenderà non solo l’evoluzione della crisi, ma forse anche il futuro stesso del regime iraniano.