Approfondimenti

L’era di Boris Johnson sembra essere al capolinea, la lettera di Conte a Draghi e le altre notizie della giornata

boris johnson

Il racconto della giornata di mercoledì 6 luglio 2022 con le notizie principali del giornale radio delle 19.30. Dallo scandalo del partygate, alla sfiducia, fino alle dimissioni nel governo: l’era Johnson sembra essere davvero al capolinea. Scampata la crisi imminente, Conte lancia un “penultimatum” accompagnato da una lunga lettera con illustrati nove punti di discussione. Oggi il governatore di Donetsk Kyrylenko ha invitato le persone rimaste a fuggire, per poter attaccare il nemico e portare avanti le operazioni militari. A distanza di tre anni dal voto al Parlamento Europeo, Ursula Von der Leyen vede una spaccatura nella sua maggioranza. A quattro giorni dalla tragedia della Marmolada, si ragiona sulla percezione che si avrà della montagna d’ora in avanti. Infine, l’andamento della pandemia di COVID-19 in Italia. 

É la fine dell’era Johnson?

Boris Johnson sembra essere davvero al capolinea. Il suo stesso partito lo ha mollato, dopo l’ultimo scandalo.
Oggi e’ stata una giornata drammatica per Downing Street, con dimissioni a raffica dal governo, anche di ministri di grande peso politico, fino alla richiesta, arrivata dai maggiorenti del partito conservatore, di fare un passo indietro.

Dalla Gran Bretagna, il nostro collaboratore Daniele Fisichella:

Il “penultimatum” e i nove punti della lettera di Conte

di Anna Bredice

Alcuni l’hanno definito l’ennesimo ‘penultimatum’, altri il tentativo di mantenere alta la tensione per non soccombere anche alle spinte che arrivano dall’interno per uscire dal governo, ma i nove punti della lunghissima lettera di Conte a Draghi non sembrano aver preoccupato molto il Presidente del Consiglio, il quale, mentre Conte tuonava fuori da Palazzo Chigi annunciando le sue condizioni per rimanere, rilasciava una nota dal tono completamente diverso, “un colloquio cordiale a cui ne seguiranno altri, con punti che il governo può considerare”.
Sarà una sorta di scaricabarile reciproco per non essere indicato come ultimo responsabile della crisi di governo, ma l’incontro di oggi per ora toglie quell’impressione di una crisi imminente. Conte nel pomeriggio ha continuato a diffondere un clima di suspense, ad esempio annunciando che sulla fiducia bisogna ancora decidere, ma già intorno alle due in Transatlantico alla Camera fonti dei Cinque Stelle rivelavano che domani la fiducia sul decreto aiuti verrà votata, salvo poi astenersi nel voto finale di lunedì, rinviando la questione termovalorizzatore a Roma e superbonus o ad un altro provvedimento oppure modificandolo al Senato.
Del resto, il tema specifico del termovalorizzatore non era citato tra i nove punti della lettera di Conte. Un documento con una lunga premessa per mostrare il disappunto per non essere considerati come si dovrebbe dal governo, un po’ di risentimento per i tentativi di emarginazione anche nelle decisioni a Palazzo Chigi e poi i nove punti dove la questione guerra viene affrontata in termini piuttosto generici senza la minaccia di non votare un nuovo decreto sulle armi.
Ci sono punti come il reddito di cittadinanza, la transizione ecologica, il salario minimo, subito rilanciato anche da Grillo, tema che anche il Pd condivide e che potrebbe essere il punto su cui si registra il maggior accordo.
Naturalmente, anche un ‘penultimatum’ ha bisogno di una scadenza e Conte a Draghi chiede di dare risposte entro luglio. Il Pd per ora tira un sospiro di sollievo, l’alleanza può andare avanti, non si sa fino a quando, l’orizzonte non è infinito, si attende la fiducia sul decreto aiuti e poi si vedrà cosa accadrà con i prossimi decreti da approvare entro fine luglio.

L’intervista di Michele Migone al politologo Giorgio Galli:

 

Donetsk, l’invito del governatore ucraino Kyrylenko a lasciare la regione

Sono quasi 9 milioni le persone che hanno lasciato il paese dall’inizio dell’invasione russa.
Sono gli ultimi dati dell’UNHCR, l’agenzia Onu per i rifugiati. Oggi il governatore ucraino del Donetsk, Pavlo Kyrylenko, ha esortato le 350.000 persone ancora presenti nella regione a fuggire, a lasciare immediatamente le loro case. “Il destino dell’intero paese sarà deciso dalla regione di Donetsk”, ha detto Kyrylenko. “Una volta che ci saranno meno persone – ha aggiunto – saremo in grado di concentrarci di più sul nostro nemico e svolgere i nostri compiti principali”.
Qui si sta concentrando l’offensiva Russa che punta, dopo la conquista della regione di Lugansk, a conquistare l’intero Donbass.
Oggi ci sono stati altri bombardamenti, 7 le vittime e 25 i feriti.
Sempre nel Donbass il Cremlino ha annunciato di aver colpito un deposito di armi e distrutto due sistemi missilistici Himars di fabbricazione americana. Poco fa il governo di Kiev ha smentito parlando di una notizia falsa.

La spaccatura nella maggioranza europea di Ursula Von der Leyen

Gas e nucleare restano inclusi nella contestata tassonomia europea sugli investimenti sostenibili.
Il tentativo di bocciare la lista proposta dalla commissione Von der Leyen è fallito.
Il voto oggi al parlamento europeo ha dato ragione ad una maggioranza anomala formata da sovranisti, nazionalisti, pezzi del partito popolare e dei liberali.
A Strasburgo si è formata di fatto una nuova maggioranza, conservatrice e di destra, dotata di un suo programma politico: l’Europa in guerra in Ucraina – secondo questo programma – non deve privarsi del gas e del nucleare.

Da Strasburgo Angela Mauro, giornalista di Huffington Post:

Il voto di oggi ha visto la spaccatura della maggioranza che tre anni fa votò la presidente Ursula Von der Leyen, e cioè popolari, socialisti, euroscettici e liberali.
Il parlamento europeo ha respinto la risoluzione che mirava a bocciare la tassonomia degli investimenti sostenibili così come proposta dalla Commissione europea, e cioè con l’inclusione che include gas e nucleare tra le fonti di energia eco-compatibili.

Nonostante lo scrutinio fosse stato segreto, sulla base delle dichiarazioni precedenti al voto per la conferma di Von der Leyen – già sostenuta dal Partito Popolare Europeo, da una parte dei socialdemocratici (S&D) e dai liberali – erano stati determinanti i voti di alcuni partiti euroscettici, tra cui il Movimento 5 Stelle. La Lega, che fa parte del gruppo Identità e Democrazia, aveva votato contro, così come Fratelli d’Italia.

“Gas e nucleare sono energie verdi!”
Al parlamento europeo una maggioranza formata da sovranisti, nazionalisti, pezzi del partito popolare e dei liberali, conferma la controrivoluzione ecologica proposta dalla commissione Von der Leyen.

Le riflessioni e le percezioni sulla montagna a quattro giorni dalla tragedia della Marmolada

A quattro giorni dalla tragedia della Marmolada oggi sono stati ritrovati i corpi di altri 2 alpinisti travolti dal distaccamento del ghiacciaio. Si tratta di due uomini che risultavano nell’elenco dei dispersi e si aggiungono alle sette vittime già accertate. Sono dunque 9 le vittime, ancora 3 i dispersi, 7 le persone ricoverate in ospedale.
Il crollo di parte del ghiacciaio della Marmolada ha dimostrato quali possono essere le conseguenze del riscaldamento globale. La montagna sta cambiando rapidamente e ci si deve adeguare. Ma la tragedia di domenica cambierà la percezione e il comportamento degli alpinisti e dei turisti?

Marco Albino Ferrari, Direttore di Meridiani Montagna:

 

L’andamento dell’epidemia di COVID-19 in Italia

Sono 107.786 i nuovi contagi da Covid registrati nelle ultime 24 ore, secondo i dati del Ministero della Salute. Ieri i contagiati erano stati 132 mila.
Le vittime oggi sono 72, in calo rispetto alle 94 di ieri.
Il tasso di positività al tampone si attesta al 28,4%, stessa percentuale di ieri. Sono 325 i pazienti ricoverati in terapia intensiva, due in più rispetto a ieri.
I ricoverati nei reparti ordinari sono 8.220, 217 in più di ieri. Gli italiani positivi al Coronavirus sono attualmente 1.146.034.
Su questa nuova ondata del virus ascoltiamo il virologo Fabrizio Pregliasco:

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    M7 del 08/11/2025 - Roba da matti. La salute mentale nelle carceri lombarde

    Se ne parla solo quando c'è un suicidio, ma il tema della salute mentale negli istituti penitenziari va ben oltre i fatti di cronaca nera ed è un tema che investe chiunque abbia a che fare col carcere. Detenuti e detenute in primis, ma anche chi tra quelle mura ci lavora: educatori e educatrici, psicologi e psicologhe, agenti di polizia penitenziaria. Tra sovraffollamento, scarse condizioni igienico-sanitarie e politiche poco umane, si rischia di impazzire. Ne abbiamo parlato con il consigliere comunale di Milano Alessandro Giungi, il consigliere regionale lombardo Luca Paladini, il nuovo garante dei detenuti di Milano Luigi Pagano, col coordinatore del dipartimento di amministrazione penitenziaria della Fp-Cgil della Lombardia Andrea De Santo e con la coordinatrice di Antigone Lombardia Valeria Verdolini.

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