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Le speculazioni spingono alle stelle il prezzo del gas

prezzo del gas

Dopo l’anno record per la produzione di rinnovabili in Italia, a spaventare consumatori ed imprese è però il prezzo del gas, tornato a risalire a causa delle speculazioni finanziarie con diverse ricadute sul mondo produttivo, oltre che sulle bollette. Le associazioni di consumatori stimano aumenti tra il 13 e il 15% sulle bollette del 2025. Ma non è l’unica conseguenza potenzialmente pesante della nuova fiammata del prezzo del gas. Più che i nuovi stop dalla Russia, e qualche grado in meno in alcune aree d’Europa, gli analisti sembrano concordi nell’indicare nelle speculazioni dei fondi la ragione dell’aumento del costo del gas. Le analisi sul famigerato TTF di Amsterdam, dove per scelta delle regole dell’unione europea il prezzo della preziosa materia prima è in balia totale del mercato, mostrano l’attività di almeno 380 fondi d’investimento attraverso i futures, i contratti derivati a scadenza che influenzano i prezzi. Fondi che spesso sono anche azionisti delle aziende del fossile. E secondo Goldman Sachs il prezzo potrebbe tornare a superare gli 80 dollari per megawatt ora. Una dinamica chiara anche ai distributori, come ribadito da Nicola Cecconato, presidente della veneta Ascopiave, uno dei principali distributori di metano, che riporta a scenari visti un paio di anni fa: con ad esempio le cartiere, tra le industrie più energivore, che secondo le indiscrezioni di stampa studiano di fermarsi. A nord l’allarme lo ha lanciato Assolombarda: tra crollo delle commesse dalla Germania e prezzi dell’energia indica in manifattura e chimica i settori in sofferenza, che nel periodo natalizio hanno visto per questo diverse “ferie forzate” prolungate. Il rischio è che si ricrei proprio quella dinamica: i prezzi di produzione aumentano, si riflettono sui prodotti e quindi sull’inflazione. C’è da dire che le imprese due anni fa specularono abbondantemente, aggiungendoci del loro. Nonostante la già citata crescita delle rinnovabili, Confindustria, che imputa al governo non solo di non avere una politica industriale ma anche energetica, e il governo stesso potrebbero usare la congiuntura negativa per  invocare di nuovo il ritorno al nucleare.

  • Autore articolo
    Massimo Alberti
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