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Le prime dichiarazioni degli Eagles Of Death Metal

Erano il gruppo sul palco del Bataclan nella terribile notte del 13 novembre. Che non potrà che cambiare per sempre la storia della carriera degli Eagles Of Death Metal. E non certo per le bestialità che si sono lette su molti giornali italiani, scritte da presuntuosi articolisti che nemmeno sapevano che musica suonasse il gruppo di Jesse Hughes (e di Josh Homme, già membro dei Kyuss e fondatore dei Queens of The Stone Age, che però non era in tour con la band).

Quel maledetto concerto li segnerà per sempre. In questi giorni gli EODM hanno preferito rimanere in silenzio, almeno fino a poco fa. Quando, sulla loro pagina Facebookhanno diramato il loro primo comunicato ufficiale, in cui rendono omaggio alle vittime degli attacchi, in particolare a Nick Alexander, responsabile del loro merchandising e agli uomini e alle donne della loro casa discografica uccisi al Bataclan. Per poi continuare ringraziando la polizia francese e informando i fans che per ora i loro prossimi concerti (avrebbero dovuto suonare a breve anche in Italia) sono da considerarsi sospesi.

Ecco il loro comunicato per intero:

“Mentre i membri della band sono sani e salvi a casa propria, siamo inorriditi per quello che è successo in Francia e stiamo ancora cercando di renderci conto di quanto è accaduto. I nostri pensieri e i nostri cuori sono innanzitutto con il nostro fratello Nick Alexander, con i nostri compagni di casa discografica Thomas Ayad, Marie Mosser e Manu Perez, e con tutti gli amici e fans che hanno perso la vita a Parigi. Così come sono con i loro amici, le loro famiglie, i loro amati. Anche se oggi siamo legati nel dolore con le vittime, i fans, le famiglie, i cittadini di Parigi e con tutti coloro che soffrono a causa del terrorismo, siamo orgogliosi di poterci stringere insieme con la nostra nuova famiglia, uniti ora da un obiettivo comune, fatto di amore e compassione.

Vogliamo ringraziare la polizia francese, l’FBI, il Dipartimento di Stato francese e quello americano, e soprattutto tutti coloro che si sono trovati nell’epicentro di questo dramma insieme a noi, e che hanno fatto tutto il possibile per aiutarsi l’uno con l’altro durante questa tragedia inimmaginabile, provando ancora un’altra volta che l’amore può eclissare il male.

Tutti i nostri concerti sono sospesi fino a nuova comunicazione.

Vive la musique, vive la liberté, vive la France, and vive EODM.”

  • Autore articolo
    Niccolò Vecchia
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    L’Europa e il bellicismo crescente delle sue classi dirigenti. L’ultimo caso, quello dell’ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone e la postura aggressiva che dovrebbe tenere la Nato. Cosa possono fare il pensiero e la cultura della pace per contrastare l’escalation bellicista e la normalizzazione della violenza? Le risposte possono non essere quelle consuete, soprattutto perché in Occidente stiamo assistendo ad un cambio delle coordinate geopolitiche costruite negli ultimi ottant’anni. Un esempio. Il settimanale «The Economist» ha scritto nella sua rubrica di geopolitica «The Telegram» apparsa oggi sulle pagine online: «In Europa le preoccupazioni per l’inaffidabilità dell’America sotto Donald Trump stanno lasciando il posto a un timore più grande: che, pur presentandosi come il campione della civiltà occidentale, egli consideri ormai le democrazie occidentali reali come avversarie. “Nella Washington di oggi” - scrive il nostro editorialista di The Telegram - l’Europa “è spesso descritta con maggiore disprezzo rispetto alla Cina o alla Russia”. Pubblica oggi ha ospitato Donatella Della Porta, scienziata della politica, e Agostino Giovagnoli, storico.

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    Nell'ultima puntata di 37e2 abbiamo letto la lettera di una persona che ha lavorato come in un Cpr, Centro di permanenza per il rimpatrio, e che con molta amarezza ha deciso di abbandonare il lavoro. La lettera ci è arrivata attraverso la Rete Mai più lager - No ai Cpr con cui siamo in contatto per raccontarvi cosa accade nei Cpr.

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