Approfondimenti

Le carte false dei coloni israeliani

Un’inchiesta della polizia israeliana rivela che i contratti d’acquisto di terra palestinese da parte dei coloni si basano spesso su documenti falsi. L’inchiesta è stata resa pubblica dalla tv israeliana Canale 10 e ripresa dal quotidiano israeliano Haaretz. Non è una sorpresa: già passato erano emersi casi di palestinesi che avevano “venduto” la terra pur essendo defunti da anni, o che avevano firmato carte pur essendo analfabeti.

La polizia israeliana ha indagato su 15 acquisizioni di terra palestinese su cui poi erano sorti avamposti illegali. In 14 casi su 15 sono emerse falsificazioni e frodi. Le acquisizioni fanno tutte capo a una società diretta da un attivista del movimento dei coloni, Ze’ev Hever.

In passato il governo israeliano ha sempre chiuso gli occhi sulle attività della società, che crea nuove colonie sulla terra palestinese “acquistata”. Ma quelle rare volte che le autorità israeliane avevano messo in questione gli avamposti illegali, Hever era sempre riuscito a esibire contratti di vendita, da cui risultava che la terra era stata acquistata dai proprietari palestinesi. In realtà tutto avveniva attraverso prestanome e documenti falsificati.

Uno di questi prestanome era un palestinese dei Territori occupati che aveva moglie e figli in Israele e non riusciva a ottenere un permesso per andare a trovarli. Hever gli aveva promesso un permesso di residenza in Israele, in cambio della sua firma sui falsi documenti di compravendita. Ma il permesso non è mai arrivato e adesso il palestinese vive ancora in Cisgiordania nella paura di “vendette” da parte suoi concittadini. “Firmo i contratti per chi volete, ma datemi il permesso”, diceva l’uomo.

Altri due prestanome palestinesi hanno raccontato che un avvocato di Gerusalemme gli consegnava una valigetta con dentro mezzo milione di shekels (oltre 100 mila euro) al momento della firma del contratto di vendita della terra. Una volta usciti dallo studio del notaio, l’avvocato si riprendeva la valigetta e li ricompensava con una somma molto inferiore. In realtà loro non erano i veri proprietari.

Ai prestanome palestinesi veniva raccontato che i proprietari non potevano comparire per motivi fiscali. E venivano messi a tacere con somme di denaro o minacce.

L’avamposto illegale di Migron. La terra fu “venduta” ai coloni da un palestinese quando era già defunto

Non è la prima volta che emergono raggiri di questo tipo. Famoso è il caso di AbdulLatif Simrin, un palestinese che nel 2003 “vendette” i suoi 50 acri di terra a coloni israeliani pur essendo morto oltre 40 anni prima. In quel caso i familiari riuscirono a dimostrare davanti ai giudici israeliani che AbulLatif non poteva essere risorto per firmare il contratto e incassare i 90 mila dollari della compravendita. Così i magistrati non poterono fare altro che ordinare lo sgombero dell’avamposto illegale di Migron, che ormai ospitava 50 famiglie. Ma erano passati già 9 anni dall’occupazione illegale di quella terra.

I coloni se ne andarono, ma occuparono presto un’altra collina lì accanto, sostenendo che un altro palestinese, l’85enne Burqa’s Yusef Nabbut, aveva venduto loro la terra nel 2012. “Quella firma è falsa”, ha sempre sostenuto il figlio: l’anziano era analfabeta e non sapeva scrivere. Anche il prestanome palestinese che aveva concluso l’acquisto non venne mai rintracciato, facendo nascere il sospetto che i coloni avessero falsificato i suoi documenti di identità.

In Cisgiordania – oltre alle colonie in cui vivono migliaia di israeliani – ci sono oltre 100 avamposti illegali: “illegali” anche secondo la stessa legge israeliana. Sono nuove colonie costruite abusivamente e su iniziativa dei coloni stessi dopo il 1996, ovvero dopo che il governo israeliano si era impegnato a non far sorgere più insediamenti.

Pur criticando a parole gli avamposti, il governo israeliano non ha quasi mai fatto seri tentativi per sgomberarli, anzi. E’ prassi che quando i coloni occupano una terra, arrivando con caravan e roulottes, subito giunga anche una guarnigione dell’esercito israeliano per difenderli da un’eventuale reazione palestinese.

E i coloni non trovano ostacoli nel far allacciare le case alla rete elettrica, riuscendo poi a usufruire i tutti i servizi previsti per chi va abitare nei territori occupati. Il primo edificio in muratura che in genere costruiscono è una sinagoga, contando che le autorità avranno più remore ad abbatterla.

  • Autore articolo
    Michela Sechi
ARTICOLI CORRELATITutti gli articoli
POTREBBE PIACERTI ANCHETutte le trasmissioni

Adesso in diretta

  • Ascolta la diretta

Ultimo giornale Radio

  • PlayStop

    Giornale Radio mercoledì 26/11 12:29

    Le notizie. I protagonisti. Le opinioni. Le analisi. Tutto questo nelle tre edizioni principali del notiziario di Radio Popolare, al mattino, a metà giornata e alla sera.

    Giornale Radio - 26-11-2025

Ultimo giornale Radio in breve

  • PlayStop

    Gr in breve mercoledì 26/11 17:30

    Edizione breve del notiziario di Radio Popolare. Le notizie. I protagonisti. Le opinioni. Le analisi.

    Giornale Radio in breve - 26-11-2025

Ultima Rassegna stampa

  • PlayStop

    Rassegna stampa di mercoledì 26/11/2025

    La rassegna stampa di Popolare Network non si limita ad una carrellata sulle prime pagine dei principali quotidiani italiani: entra in profondità, scova notizie curiose, evidenzia punti di vista differenti e scopre strane analogie tra giornali che dovrebbero pensarla diversamente.

    Rassegna stampa - 26-11-2025

Ultimo Metroregione

  • PlayStop

    Metroregione di mercoledì 26/11/2025 delle 07:15

    Metroregione è il notiziario regionale di Radio Popolare. Racconta le notizie che arrivano dal territorio della Lombardia, con particolare attenzione ai fatti che riguardano la politica locale, le lotte sindacali e le questioni che riguardano i nuovi cittadini. Da Milano agli altri capoluoghi di provincia lombardi, senza dimenticare i comuni più piccoli, da dove possono arrivare storie esemplificative dei cambiamenti della nostra società.

    Metroregione - 26-11-2025

Ultimi Podcasts

  • PlayStop

    Boom della sanità privata mentre aumentano gli italiani che rinunciano a curarsi

    La privatizzazione della sanità è già oggi una realtà. Lo dice l’ultimo rapporto della Fondazione Gimbe. Negli ultimi 7 anni la spesa sanitaria degli italiani nel privato è cresciuta del 131%. Ormai, spiega il Gimbe, il privato rappresenta la spina dorsale di interi settori come la riabilitazione. Di pari passo cresce la quota di persone che rinunciano a curarsi, sono arrivate a quasi 6 milioni nel 2024. Ascolta l’intervista di Mattia Guastafierro a Marco Mosti, direttore generale del Gimbe.

    Clip - 26-11-2025

  • PlayStop

    Poveri ma belli di mercoledì 26/11/2025

    Un percorso attraverso la stratificazione sociale italiana, un viaggio nell’ascensore sociale del Belpaese, spesso rotto da anni e in attesa di manutenzione, che parte dal sottoscala con l’ambizione di arrivare al roof top con l’obiettivo dichiarato di trovare scorciatoie per entrare nelle stanze del lusso più sfrenato e dell’abbienza. Ma anche uno spazio per arricchirsi culturalmente e sfondare le porte dei salotti buoni, per sdraiarci sui loro divani e mettere i piedi sul tavolo. A cura di Alessandro Diegoli e Disma Pestalozza

    Poveri ma belli - 26-11-2025

  • PlayStop

    Vieni con me di mercoledì 26/11/2025

    Vieni con me è una grande panchina sociale. Ci si siedono coloro che amano il rammendo creativo o chi si rilassa facendo giardinaggio. Quelli che ballano lo swing, i giocatori di burraco e chi va a funghi. Poi i concerti, i talk impegnati e quelli più garruli. Uno spazio radiofonico per incontrarsi nella vita. Vuoi segnalare un evento, un’iniziativa o raccontare una storia? Scrivi a vieniconme@radiopopolare.it o chiama in diretta allo 02 33 001 001 Dal lunedi al venerdì, dalle 16.00 alle 17.00 Conduzione, Giulia Strippoli Redazione, Giulia Strippoli e Claudio Agostoni La sigla di Vieni con Me è "Caosmosi" di Addict Ameba

    Vieni con me - 26-11-2025

  • PlayStop

    Volume di mercoledì 26/11/2025

    Dal lunedì al venerdì dalle 14.00 alle 16.00, Elisa Graci e Dario Grande vi accompagnano alla scoperta del suono di oggi: notizie, tendenze e storie di musica accompagnate dalle uscite discografiche più imperdibili, interviste con artisti affermati e nuove voci, mini live in studio e approfondimenti su cinema, serie TV e sottoculture emergenti. Il tutto a ritmo di giochi, curiosità e tanta interazione con il pubblico. Non fartelo raccontare, alza il Volume!

    Volume - 26-11-2025

  • PlayStop

    Musica leggerissima di mercoledì 26/11/2025

    a cura di Davide Facchini. Per le playlist: https://www.facebook.com/groups/406723886036915

    Musica leggerissima - 26-11-2025

  • PlayStop

    Legge sul consenso, il governo non può tornare indietro

    La legge sul consenso si ferma al Senato perché la presidente della Commissione Giustizia Giulia Buongiorno vuole correggerla, ma la Lega esprime anche dubbi generali sulla necessità di una legge che definisca il consenso. Secondo Alessandra Maiorino, vice-capogruppo M5S Senato e Coordinatrice Comitato Politiche di Genere e Diritti Civili: “Da noi al Senato il provvedimento è arrivato tardi, da una parte c’è una questione strumentale per cui la Lega vuole più tempo, dall’altra parte c’è una questione reale, vogliamo leggere e approfondire il testo, quindi non trovo lunare la richiesta di prendere più tempo”. Insomma l’accordo c’è per approvare la legge. “L’importante è che il 609 bis che punisce la violenza sessuale agita finora con violenza, minaccia o abuso di potere, sia adegui a quello che dice la giurisprudenza: non servono il sangue, i lividi, le botte o le minacce perché ci sia violenza sessuale, basta che quell’atto sia stato compiuto senza il consenso della donna”. L'intervista di Cinzia Poli e Claudio Jampaglia.

    Clip - 26-11-2025

  • PlayStop

    Considera l’armadillo di mercoledì 26/11/2025

    Noi e altri animali È la trasmissione che da settembre del 2014 si interroga su i mille intrecci di una coabitazione sul pianeta attraverso letteratura, musica, scienza, costume, linguaggio, arte e storia. Ogni giorno con l’ospite di turno si approfondisce un argomento e si amplia il Bestiario che stiamo compilando. In onda da lunedì a venerdì dalle 12.45 alle 13.15. A cura di Cecilia Di Lieto.

    Considera l’armadillo - 26-11-2025

  • PlayStop

    Cult di mercoledì 26/11/2025

    Oggi Cult, il quotidiano culturale di Radio Popolare, era in onda alle 11.30 dallo spazio "Living Together" della Comunità di Sant'Egidio al Corvetto, con: Modou Gueye del C.I.Q.; Roberto Di Puma per lo spazio "Fratelli Bonvini 1909; Alice Marinoni di Formattart; Barbara Sorrentinini con i curatori del progetto di cinema di territorio Wanted Clan...

    Cult - 26-11-2025

  • PlayStop

    Gli speciali di mercoledì 26/11/2025 - ore 11:02

    I reportage e le inchieste di Radio Popolare Il lavoro degli inviati, corrispondenti e redattori di Radio Popolare e Popolare Network sulla società, la politica, gli avvenimenti internazionali, la cultura, la musica.

    Gli speciali - 26-11-2025

  • PlayStop

    Il Maestro, caduta e rinascita di un ex divo del tennis nella Roma degli anni ‘80

    Raul Gatti è un ex campione del tennis caduto in disgrazia, alcolista e disoccupato, interpretato da Pierfrancesco Favino nel film Il Maestro: “Ho seguito il tennis fin da ragazzo e mi sono subito affezionato a questo personaggio perdente, il più fallito che ho interpretato nella mia vita. Perché anche quelli che ho rappresentato in passato, per quanto fossero decaduti, avevano comunque un atteggiamento da vincenti”. Siamo negli anni ‘80 e Gatti viene assoldato per allenare un giovanissima promessa, Felice Milella, un ragazzino di 13 anni con i numeri per partecipare ai match più prestigiosi. Il regista Andrea Di Stefano aveva questo progetto nel cassetto molto prima che il tennis tornasse ad essere uno sport di moda: “Ho scritto questa sceneggiatura nel 2006, l’ho depositata e abbiamo le prove – ironizza il regista. Doveva essere il mio primo lungometraggio, prima ancora di realizzare L’ultima notte di Amore, con Pierfrancesco Favino, a cui avevo già pensato allora per questo personaggio di divo decaduto”. L'intervista di Barbara Sorrentini al regista Andrea Di Stefano e a Pierfrancesco Favino.

    Clip - 26-11-2025

  • PlayStop

    GIROLAMO DE MICHELE - IL PROFETA INSISTENTE

    GIROLAMO DE MICHELE - IL PROFETA INSISTENTE - presentato da Michele Migone

    Note dell’autore - 26-11-2025

  • PlayStop

    Cpr: le responsabilità dei medici

    Quali sono i criteri attraverso i quali viene data o viene negata l’idoneità sanitaria all’ingresso e alla permanenza di soggetti immigrati nei CPR, Centri di Permanenza per i Rimpatri? Nicola Cocco, medico della Rete Mai più lager - No ai Cpr, ci racconta il caso di un cittadino palestinese ricoverato più volte per gravi atti di autolesionismo eppure dichiarato idoneo alla detenzione.

    37 e 2 - 26-11-2025

Adesso in diretta