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La valle di lacrime di Idomeni

Il campo irregolare al confine tra Grecia e Macedonia, a Idomeni, ogni giorno lentamente si svuota. Da oltre una settimana sono in corso operazioni di sgombero. Le autorità greche cercando di persuadere i migranti a lasciarsi trasferire in strutture attrezzate e gestite dai militari. Il 17 aprile hanno annunciato il rischio epidemia per gastroenterite, pidocchi e scabbia. Le presenze al campo, secondo dati citati dall’Ansa, superano le 10 mila persone.

 

IDOMENI – Domenica 17 aprile. Tutti i diritti umani in tempo di pace e soprattutto in tempo di guerra sono sistematicamente violati ogni giorno da molte settimane a Idomeni. I personaggi ritratti nelle foto fanno parte di un gruppo che aveva raggiunto legalmente la Macedonia (Fyrom) e il confine con la Serbia distante 200 km circa a nord. Fermato dal blocco con altri 800 circa, invisibili, in un centro statale in tendoni giganti.

Sabato 9 aprile alle 4 del mattino sono stati svegliati in malo modo e scaraventati stipati in una camionetta militare che li ha riportati per le 6 di sabato mattina alla famosa rete di confine fatta dagli stessi militari Fyrom, dove sono stati ributtati indietro, non distante da Idomeni. Hanno prove cartacee e video.

Idomeni 3

Anche agli scalmanati che hanno provocato i militari Fyrom non è stata risparmiata una risposta esagerata. Alcuni migranti sono stati feriti alle gambe, anche in modo grave.

La seconda foto è di un bimbo che domenica 17 aprile è ripartito per un centro legale governativo greco con la promessa che la famiglia avrebbe avuto una stanza e non un posto in un capannone con altre centinaia. Difficile che la promessa sia stata rispettata. Lo stesso giorno nel campo è stato persino notato un bus di visitatori turistici che ha attraversato tutto il campo indisturbato sfruttando l’effetto sorpresa.

Idomeni1

A Idomeni stanno perdendo ogni speranza e non hanno più niente da perdere. L’inedia, il tempo che scorre senza significato. Migliaia di bambini a rischio. Non è apparso sui media, ma al campo gira la notizia che fra i primi profughi riportati in Turchia dalla Grecia ci sono stati suicidi. Un’informazione che ancora attende una conferma.

Idomeni 2

Il video-commento di Claudio Gherardini

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  • Autore articolo
    Claudio Gherardini
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    Violenza stradale, numeri un po' in calo. Il rimedio: l’educazione e diminuire la velocità

    L’Istat ha pubblicato i report sugli scontri stradali, su base regionale (relativi al 2024) e anche alcuni dati sui primi sei mesi di quest’anno. Ci sono meno feriti e meno vittime sulle strade, anche se i numeri restano ancora drammaticamente elevati. Secondo l’Istituto di Statistica nel primo semestre del 2025 i morti sono stati 1310 (si parla di morti per scontri stradali se il decesso avviene entro 30 giorni dall’evento, quindi sono escluse le persone che muoiono, nonostante la causa siano le conseguenze dello scontro, oltre quel limite temporale) contro i 1406 dello stesso periodo dell’anno precedente. I feriti sono stati 111090, anche in questo caso in calo rispetto al 2024, quando erano stati 112428. Gli obiettivi europei sulla sicurezza stradale prevedono il dimezzamento del numero di vittime e feriti gravi entro il 2030 rispetto all’anno di riferimento, che è il 2019. In Italia al momento registriamo una diminuzione del 4,5% (in Lombardia del 12,6). Bisogna ancora fare molto per riuscire a raggiungere l’obiettivo. Uno degli aspetti fondamentali, oltre la diminuzione della velocità, è l’incremento dell’educazione stradale. Stefano Guarnieri, padre di Lorenzo, morto nel 2010 a causa di un omicidio stradale a Firenze ha fondato l’associazione Lorenzo Guarnieri, che da anni si impegna a portare avanti un discorso di educazione. Alessandro Braga lo ha intervistato nella trasmissione Tutto Scorre.

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    Nubi sull'università italiana: si moltiplicano le adesioni alle università private telematiche, mentre alle statali il governo Meloni taglia i fondi. Ospite l'economista Gianfranco Viesti. E poi, il caso Raiplay Sound, la censura nei confronti di un podcast – prima autorizzato e poi annullato - sulla storia di Margherita Cagol, una delle fondatrici delle Brigate rosse. A Pubblica Nicola Attadio, uno degli autori insieme al giornalista Paolo Morando e al musicista Matteo Portelli.

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