Approfondimenti

La Turchia bombarda Kobane, la strage di Colorado Springs, addio a Hebe Bonafini e le altre notizie della giornata

Il racconto della giornata di domenica 20 novembre 2022 con le notizie principali del giornale radio delle 19.30. La Turchia ha bombardato diverse basi militari e territori curdi nel nord della Siria e dell’Iraq, tra cui Kobane, la città che tra il 2014 e il 2015 venne riconquistata dai miliziani curdi dopo la sconfitta dell’Isis. I bombardamenti sarebbero una ritorsione per l’attentato compiuto domenica 13 novembre a Istanbul, in cui sono state uccise sei persone e ne sono state ferite più di 80. In Ucraina c’è stata una serie di esplosioni vicino alla centrale nucleare di Zaporizhzhia, occupata dalle forze russe. “Chiunque ci sia dietro, questo deve finire, state giocando col fuoco” ha detto il capo dell’agenzia internazionale per l’energia atomica. La strage di Colorado Springs, negli Stati Uniti. E’ morta Hebe Bonafini, tra le fondatrici delle madri di Plaza de Mayo. Stefano Bonaccini si è candidato alle primarie del Pd, che si terranno a febbraio. Sono iniziati i Mondiali in Quatar e vi raccontiamo come li seguiremo.

I bombardamenti della Turchia sui territori curdi

La Turchia da ieri notte bombarda i territori curdi nel Nord della Siria e dell’Iraq, più i 30 morti, un ospedale raso al suolo nella città simbolo di Kobane. Le forse democratiche siriane che hanno sconfitto Isis sul territorio e continuano a sorvegliare senza aiuti decine di migliaia di militanti jihadisti di mezzo mondo ancora una volta sacrificate sull’altare della politica turca.
L’intervista a Benedetta Argentieri, giornalista di guerra, esperta dell’area

Potrebbe essere stato ritrovato il corpo di Saman Abbas

Il caso di Saman Abbas, la ragazza di origini pakistane che viveva a Novellara – in provincia di Reggio Emilia – e si era opposta all’imposizione familiare di un matrimonio forzato. Secondo indiscrezioni circolate oggi, due giorni fa sarebbe stato lo zio a indicare il luogo in cui è stato trovato un corpo proprio a Novellara. Per portarlo alla luce servirà qualche giorno: il procuratore di Reggio ha spiegato che c’è un edificio pericolante e che serve molta cautela. L’esame del dna dovrebbe chiarire se si tratta della 18enne sparita il 30 aprile 2021. I magistrati che indagano sulla vicenda pensano che sia stata uccisa e che l’esecutore materiale sia stato proprio lo zio. In tutto sono cinque i parenti della ragazza accusati di coinvolgimento nella sua scomparsa.

La strage in un locale gay di Colorado Springs

Si chiama Anderson Lee Aldrich e ha 22 anni il giovane arrestato per la strage avvenuta poche ore fa in un locale gay nella città di Colorado Springs, negli Stati Uniti. Cinque persone sono state uccise e 18 sono rimaste ferite. La prima ipotesi è che il movente sia quello dell’omofobia. “La violenza delle armi da fuoco continua ad avere un impatto devastante e particolare sulle comunita’ lgbtqi+ nel nostro Paese”, ha detto il presidente Joe Biden, rilanciando la necessità di un divieto sulle armi d’assalto di cui si parla dopo ogni strage come questa, senza però che finora il congresso – il parlamento – lo abbia approvato.

Stefano Bonaccini si è candidato alla segreteria del Pd

(di Claudio Jampaglia)

Nel Partito Democratico, come previsto, oggi c’è stato l’annuncio della candidatura di Stefano Bonaccini, presidente dell’Emilia Romagna, alla segreteria del partito. E’ lui il favorito e per presentarsi ha scelto il suo paese e la sua sezione Campogalliano per un discorso da nuovo leader che non accetterà appoggi dalle correnti, ma riparte da tanti volti giovani e ovviamente dai sindaci, la linea maginot del Pd, che ha fatto degli enti locali la scuola di partito e la garanzia della propria affidabilità, d’altronde il partito è nato per governare fondendo quel che restava dell’incompiuto compromesso storico. E Bonaccini vuole tornare a vicnere e governare, convinto che senza il Pd non c’è strada né per il centro né per la sinistra. E allora coraggio e orgoglio. In uno dei passaggi dedicati alla confusione identitaria del partito l’ambizioso presidente dell’Emilia Romagna dice: “per dire che siamo, chi vogliamo rappresentare che società vogliamo rappresentare n militane della destra o dei grillini ci mette 10 secondi a noi a volte non bastano 20 minuti”. Ma in realtà lui in un discorso di 35 minuti, usa molte parole per definire il suo Pd: popolare, maggioritario, perno del centrosinistra, progressista, riformista, che vince ma rinuncia al sogno di costruire un mondo migliore, come se fossero in contraddizione. Quale parola allora sceglierebbe lui per definirsi? Forse socialdemocratico è quella più adatta ma social ormai sono i mezzi di comunicazione di massa digitali, e dovrà riuscire a sintetizzare la sua formula per non rimanere in mezzo al guado. E’ lo stesso compito che tocca alla prossima candidata annunciata Elly Schlein che avrebbe dalla sua i quarantenni, Provenzano e sembra anche l’Areadem di Franceschini e poi si attendono quelle possibili di Andrea Orlando, oltre a quella già annunciata di Paola De Micheli. La data delle primarie al momento è il 19 febbraio, sempre se non ci saranno le regionali in quei giorni, questa settimana la direzione nazionale deve nominare il “comitato costituente” incaricato di scrivere il nuovo “manifesto dei valori e dei princìpi” del partito e indire il congresso vero e proprio che sarà quindi dopo il voto degli iscritti sui candidati alla segreteria e dopo il ballottaggio aperto a tutti tra i due più votati.

E’ morta Hebe Bonafini, la storica presidente delle Madri di Plaza de Mayo

Tre giorni di lutto nazionale in Argentina per la morte a 93 anni di Hebe Bonafini, la storica presidente delle Madri di Plaza de Mayo, tra le prime protagonista delle “rondas” che ogni giovedì sera denunciavano le migliaia di desaparecidos della dittatura, fra cui due suoi figli, Jorge Omar e Raúl Alfredo, fondatrice delle Università dei diritti umani e sostenitrice di tante lotte contro la repressione e il fascismo. Ecco il ricordo da Buneos Aires di Vera Vigevani Jarach, scrittrice italiana residente in Argentina dal 1939 per fuggire alle persecuzioni razziali, a sua volta Madre de Plaza de Mayo per la scomparsa della figlia Franca. Ascoltiamola

Sono iniziati i Mondiali in Qatar

(di Claudio Agostoni)

Alle 17, ora italiana, si è disputata Qatar – Equador, la partita inaugurale dei discussi mondiali qatarioti. Sono stati definiti i mondiali della vergogna. Gli stadi in cui si giocheranno le partite sono stati costruiti dai lavoratori immigrati in condizioni allucinanti e con molti morti sul lavoro, come verificato dalle organizzazioni per la difesa dei diritti umani. Un disastro anche ecologicamente: basta ricordare che gli stadi verranno irrorati con aria condizionata ottenendo così che questi mondiali inquineranno il doppio di Russia 2018 e otto volte in più di Euro 2020. Il presidente della Fifa, alla vigilia della partita d’esordio, ha cercato di difendere l’indifendibile. “Le critiche al Mondiale sono ipocrite – ha detto Infantino – per quello che noi europei abbiamo fatto negli ultimi 3000 anni dovremmo scusarci per i prossimi 3000 anni, prima di dare lezioni morali agli altri”. Quindi, secondo Infantino, un tedesco del 2022 non può parlare di diritti civili perché i suoi bisnonni sono stati nazisti? Da qualsiasi parte la giri, l’idea di boicottare questi mondiali – facendo una campagna per non guardare le partite alla tv – sembra una cosa buona e giusta. Perlomeno per chi vive nel nord del mondo. Ma vale anche per chi vive nell’altra metà del globo? A un senegalese che per cercare lavoro è disposto a imbarcarsi su un barchino con il rischio di annegare e, una volta arrivato alla meta, non ha la certezza di aver risolto i suoi problemi, chi ha il coraggio di dirgli che deve rinunciare a sognare che almeno in un campo di calcio i figli dei colonizzati possano sconfiggere quelli degli ex coloni? Perché un argentino non dovrebbe sperare che, anche senza Maradona, può umiliare gli inglesi? La comunità ecuadoregna che vive in Italia si era organizzata da giorni per vedere comunitariamente Qatar – Equador.
La partita l’hanno anche vinta e così ora possono guardare dall’alto in basso i loro datori di lavoro italiani, che hanno una nazionale che in Qatar ha cercato di andarci, ma non c’è riuscita. Non è una questione di proto nazionalismo: per molti ragazzini del Camerun il sogno di una vita migliore si identifica con la possibilità di emulare le strade percorse da Onana o da Choupo-Moting… Perchè privarlo di un sogno? E perché togliere loro un mese di divertimento quando, la sfiga di essere nati nella parte sbagliata del mondo, di occasioni per svagarsi gliene offre decisamente poche? E’ come chiedere di boicottare la Coca Cola a chi rischia di morire di sete. O chiedere di diventare vegetariano a una famiglia che quotidianamente non riesce a mettere in tavola qualcosa da mangiare…
E forse lo è per chi vive nel nord del mondo.

Come Radio Popolare seguirà i Mondiali di Qatar 2022

(di Alessandro Gilioli)

Radio Popolare non farà le sue dirette ironiche delle partite come ha sempre fatto per Europei e Mondiali. Racconteremo questo torneo soprattutto per i risvolti che esulano dal puro dato calcistico – il rigore, il fuorigioco, il capocannoniere e così via. È una decisione che abbiamo preso insieme, come lavoratori e lavoratrici della radio, consapevoli della complessità della questione. Questo infatti, non è certo il primo Mondiale ottenuto con la corruzione, né è l’unico in cui nei cantieri si è pagato un contributo di sangue. E poi il calcio è uno sport popolare, bellissimo per miliardi di persone, che fa sognare, che fa immaginare. E anche tra noi molti guarderanno le partite, magari tifando qualche squadra, ma non potevamo far finta di niente. CONTINUA A LEGGERE

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    Tommy WA: la nuova promessa del folk africano si racconta a Radio Pop

    L'abbiamo scoperto con l'EP "Somewhere only we go" e oggi a Volume abbiamo avuto modo di conoscere meglio la storia di questo cantautore nigeriano, che si è poi formato musicalmente in Ghana: "Nel corso degli anni le nostre musiche si sono fuse: l'highlife ghanese, il palm-wine, il folk di Kumasi, il suono contemporaneo della chitarra. Ho potuto unire questi due mondi, mescolandoli con le radio occidentali che ascoltavo da ragazzo". Il risultato è un folk pop pieno di anima e di profondità: "Il mio obiettivo non è solo una carriera internazionale, ma costruire qualcosa in Africa. Voglio creare una struttura che funzioni per artisti come me, gente con una chitarra o un tamburo, artisti contemporanei che non hanno modo di raggiungere il loro pubblico". Ascolta l'intervista di Niccolò Vecchia a Tommy WA.

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    Poveri ma belli di mercoledì 10/12/2025

    Un percorso attraverso la stratificazione sociale italiana, un viaggio nell’ascensore sociale del Belpaese, spesso rotto da anni e in attesa di manutenzione, che parte dal sottoscala con l’ambizione di arrivare al roof top con l’obiettivo dichiarato di trovare scorciatoie per entrare nelle stanze del lusso più sfrenato e dell’abbienza. Ma anche uno spazio per arricchirsi culturalmente e sfondare le porte dei salotti buoni, per sdraiarci sui loro divani e mettere i piedi sul tavolo. A cura di Alessandro Diegoli e Disma Pestalozza

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    Teatro. La rivoluzione delle "piscinine" milanesi vista da due piccioni in crisi esistenziale

    Teatro. La rivoluzione delle "piscinine" milanesi vista da due piccioni in crisi esistenziale Al Teatro della Cooperativa, a Milano ha debuttato in prima nazionale "Lo sciopero delle bambine", in scena Rita Pelusio e Rossana Mola di PEM Habitat Teatrali, compagnia che porta avanti una ricerca artista che declina contenuti civili e ironia. Lo spettacolo, con la regia di Enrico Messina, racconta una storia avvenuta a Milano nel 1902, quando le “piscinine”, che in dialetto meneghino significa “piccoline”, bambine, tra i sei e i tredici anni, che lavoravano senza diritti, sfruttate e sottopagate, ebbero la forza di scioperare e, per cinque giorni, fermare l’industria della moda della città. A raccontare la vicenda delle piscinine in scena sono due piccioni, due creature che abitano le piazze, le cui parole rispecchiano lo sguardo dei contemporanei, spesso stanchi e disillusi davanti alle sfide della storia. Nella trasmissione Cult Ira Rubini ha intervistato l’attrice Rita Pelusio.

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