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La testimonianza del dottor Fayez

Staffan de Mistura, il mediatore internazionale per la Siria, ha detto che la regione di Ghouta Orientale rischia di diventare una seconda Aleppo.

De Mistura – a capo di una missione impossibile, arrivare alla pace in Siria – si sbaglia di grosso. La zona a est di Damasco è già peggio di Aleppo.

Non è certo il caso di fare la classifica di chi ha sofferto di più, ma per dare un’idea della situazione nella Ghouta Orientale basta ricordare che fino a pochi mesi prima della caduta della città chi viveva nella zona di Aleppo sotto il controllo dei ribelli, seppur in una condizione drammatica, poteva tentare di scappare in direzione nord, verso il confine turco. Gli abitanti di Ghouta, circa 400mila persone, sono sotto assedio almeno da cinque anni.

Le Nazioni Unite hanno detto che non ci sono più parole per commentare quello che sta succedendo.

Il dottor Fayez vive nella Ghouta Orientale. Ci ha detto che non sa più se è in grado di dare qualcosa alla gente che soccorre tutti i giorni. Poi ci ha scritto questo messaggio:

“Il regime ha cominciato con i missili terra-terra, che hanno colpito indiscriminatamente tutto il territorio, facendo tantissime vittime… tra loro ci sono molte donne e molti bambini.

Poi sono partiti gli attacchi dal cielo. Almeno cento attacchi aerei da ieri mattina a questa mattina. Il regime ha usato anche gli elicotteri, che hanno sganciato barili bomba. Il grado di distruzione è impressionante. Nella sola giornata di lunedì ci sono stati più di cento morti. Alcune persone sono ancora intrappolate sotto le macerie delle loro case. La protezione civile lavora senza sosta.

Nella via dove vivo io sono arrivati tre grossi missili. Mentre stavamo aiutando i nostri vicini di casa c’è stato un quarto attacco che ha ucciso altre persone”.

Ormai è impossibile fare un bilancio delle vittime. Come diceva il Dottor Fayez lunedì ci sono stati più di cento morti. Oggi potrebbero essere ancora di più. È evidente come il regime stia cercando di forzare i tempi. Dopo tanti anni vorrebbe riprendere il controllo di una delle ultime zone ancora sotto i ribelli. Secondo diversi fonti, Damasco si starebbe preparando a un’operazione di terra. La Ghouta Orientale doveva essere una delle zone dove Iran, Turchia e Russia avrebbero monitorato una graduale diminuzione delle violenze. Così non è stato. La scusa è che tra i gruppi ribelli ci sono anche miliziani vicini ad Al Qaida, che non ha mai partecipato ad alcun accordo politico.

Per i civili siriani sotto le bombe da anni non rimane che la disperazione, come ci spiega molto bene il Dottor Fayez:

“Penso che chi comanda l’esercito, o in ogni caso chi ha deciso questa operazione sulla nostra zona – che sta ammazzando la popolazione civile – non possa essere definito un essere umano… non merita di essere considerato un essere umano… sono degli assassini… stanno distruggendo tutto, stanno eliminando qualsiasi forma di vita dalla Ghouta Orientale. Quest’ultima offensiva va avanti da tre mesi. Non ci sono più scuole, università… è impossibile lavorare.

E in questa situazione la cosa più brutta è che il mondo si limita a guardare, e in alcuni casi appoggia anche i russi e il regime siriano mentre uccidono dei civili innocenti. Non c’è più umanità…

Nelle ultime 48 ore i ribelli della Ghouta hanno colpito Damasco, facendo delle vittime. Il numero varia a seconda delle fonti. In ogni caso la reazione del regime, come è stato dall’inizio della guerra, è fuori da ogni proporzionalità.

  • Autore articolo
    Emanuele Valenti
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    Carlo Rovelli, fisico teorico, è stato ospite oggi a Pubblica. Dieci anni fa, pochi giorni dopo le stragi di Parigi e del Batclan nelle quali furono uccise 130 persone, lanciò una «proposta per la Mesopotamia». Rovelli la illustrò a Radio Popolare: «l’Occidente - sosteneva - può continuare a bombardare (l’Isis, ndr), ma i bombardamenti, come ripetono i vertici militari, non portano a nulla. Nessuno ha voglia di invadere di nuovo la Mesopotamia, per riaprire il problema. Penso sia necessario parlare con lo Stato islamico. L’alternativa è la guerra senza fine». Dieci anni dopo, e in altri contesti, il senso della proposta di Rovelli resta intatto. Ne abbiamo parlato oggi con lui nel corso della trasmissione, insieme al suo ultimo libro «Sull'uguaglianza di tutte le cose. Lezioni americane». Nel testo (pubblicato da Adelphi, 2025) sono raccolte sei lezioni che Rovelli ha tenuto a Princeton (Stati Uniti) un anno fa, chiamato come fisico a raccontare ai filosofi il mondo dei fenomeni quantistici. Che cosa è accaduto negli ultimi dieci anni nella conocenza del mondo? «Ci siamo accorti sempre di più che le grandi teorie del XX secolo, scientifiche e fisica, funzionano incredibilmente bene», racconta Rovelli. «Lo sforzo ora è cercare di capire cosa implicano queste grandi teorie per la nostra comprensione del mondo. Il contenuto del mio libro è questo: che cosa ci dice sul mondo la grande rivoluzione culturale del XX secolo, quella dei quanti e della relatività». Buona lettura.

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