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La Svizzera discute sulle quote per i migranti Ue

La Svizzera introduce le sue quote migranti. Ma non sui profughi: sui transfrontalieri e sugli immigrati che dall’Unione europea che varcano i confini per lavorare. Il Consiglio federale ha discusso come limitare l’ingresso dei cittadini europei nella Confederazione. Lo si legge in un comunicato diffuso il 4 dicembre: “Il Consiglio federale ha oggi incaricato il DFGP (il Dipartimento federale della giustizia e polizia, nda) di elaborare, in parallelo ai colloqui in corso con l’UE, una clausola di salvaguardia unilaterale, che regoli l’immigrazione limitando temporaneamente e in modo mirato la concessione di permessi per persone provenienti dagli Stati dell’UE/AELS (Islanda, Liechtenstein, Norvegia)”.

I nuovi provvedimenti saranno inseriti nell’Accordo sulla libera circolazione (Alc). Nel testo si legge anche la deadline per introdurre le nuove quote: “Il Consiglio federale ha incaricato il DFGP di elaborare, in collaborazione con il Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) e il Dipartimento federale dell’economia, della formazione e della ricerca (DEFR), un pertinente messaggio entro l’inizio di marzo 2016”.

Lo straniero che perderà il lavoro, non otterrà alcun sussidio di immigrazione. Altra indicazione che mostra come la “clausola di salvaguardia” introdotta per i transfrontalieri, è un modo per liberarsi degli stranieri nel Paese. Il progetto votato del Consiglio federale “riteri che stabiliscono quando uno straniero perde il diritto di soggiorno in seguito a cessazione dell’attività lucrativa e prevede uno scambio di dati tra le autorità in caso di ricorso alle prestazioni complementari”.

La possibilità di mettere un blocco agli ingressi in Svizzera è prevista dalla Costituzione. Già nel passato il partito di governo, il conservatore Udc, aveva fissato un limite ai transfrontalieri. Era il febbraio 2014 e un referendum aveva dato una vittoria schiacciante alla chiusura delle frontiere. Il provvedimento di venerdì segue la scia “contro l’immigrazione di massa”, con l’idea di “proseguire le consultazioni con l’Unione europea sulla gestione dei flussi”. L’Udc ha ottenuto la maggioranza anche alle ultime elezioni della Camera bassa con il 29,5 per cento dei voti.

  • Autore articolo
    Lorenzo Bagnoli
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    È morta Patrizia Arnaboldi. Aveva 78 anni. Storica militante comunista, protagonista del femminismo a Milano e del movimento studentesco, negli anni Ottanta è stata deputata per Democrazia Proletaria. Legata a Rifondazione Comunista, negli ultimi anni ha partecipato a molte battaglie a difesa della città. Una delle ultime, quella legata agli alberi di piazzale Baiamonti. Patrizia Arnaboldi, 50 anni fa, è stata anche una delle firmatarie, davanti al notaio, dell’atto di nascita di Radio Popolare. Ecco il ricordo di Matteo Prencipe, segretario lombardo di Rifondazione Comunista, e di Basilio Rizzo, storico consigliere comunale milanese.

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    Fa troppo caldo: scioperano i lavoratori della Emmegi, che costruisce condizionatori a Cassano d’Adda

    Troppo caldo, lavoratori in sciopero. 36 gradi nel capannone dove si producono componenti per i condizionatori. Il paradosso è che, in quella ditta, si producono scambiatori di calore, componente fondamentale per gli impianti di climatizzazione. Che però, nei capannoni della Emmegi di Cassano d’Adda, non ci sono. La conseguenza, temperature roventi, che superano i 36 gradi, e condizioni di lavoro inaccettabili. Per questo lavoratori e lavoratrici stanno scioperando, per ottenere almeno un po’ di refrigerio, che però al momento viene negato dalla proprietà, che anzi ha incaricato un consulente per farsi dire che “la temperatura è acettabile”. Maurizio Iafreni è Rsu Fiom alla Emmegi e responsabile della sicurezza: (foto Fiom Cgil)

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