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La semplicità di fare figli da soli

Mentre in Italia il dibattito vira sul Fertility Day e su quell’idea antica di famiglia tradizionale come unica adatta per concepire e crescere i figli, arriva dalla Svezia il documentario La teoria svedese dell’amore. Il regista Erik Gandini, italiano di nascita e naturalizzato svedese, si era già fatto conoscere con Videocracy, dedicato all’impero mediatico di Berlusconi. Questo nuovo lavoro è un’utile e interressante strumento di conoscenza sulle abitudini di una società che ha fatto dell’individualismo il principale valore della propria vita.

<< L’importanza che ha l’autonomia e il valore che le viene dato dagli svedesi mi ha sempre affascinato – spiega Gandini. La Svezia, società organizzata per antonomasia, garantisce ai suoi cittadini la realizzazione totale della propria indipendenza, grazie ad un sistema pianificato a tavolino dalla politica negli anni Settanta. È così che si riducono al minimo contatti e interazioni: metà della popolazione vive sola, sempre più donne diventano madri single con l’inseminazione artificiale. >>

Il film è suddiviso per argomenti, mostrando nella prima parte il concetto di famiglia, che di fatto non esisterebbe. Fare figli da soli con l’aiuto della fecondazione assistita o inseminazione artificiale, sembra essere pratica diffusa e comune. E addirittura, le più intraprendenti adottano un kit per farlo in casa. Anche i figli, una volta partoriti vengono allevati solo dalla madre.

<<Il mio film è volutamente provocatorio, la mia prospettiva si focalizza sulle ombre che esistono nel sistema – continua il regista. Mi piace mettere in discussione le idee più indiscutibili e questo modello di società in Svezia è assolutamente intoccabile.>>

Questa idea esasperata di indipendenza ha dei lati negativi e devastanti soprattutto dal punto di vista sociale. Tutta la ricchezza che la maggior parte dei cittadini possiede, non porta la felicità. Gli svedesi sono coscienti del loro essere profondamente infelici e per questo motivo il numero di suicidi in Svezia è altissimo. Nel film veniamo accompagnati nella casa di uno di questi che, come tanti, è stato trovato qualche mese dopo la morte, perchè nessuno ne aveva denunciato la scomparsa. Un uomo ricchissimo, raccontano gli addetti alla ricerca di chi si è tolto la vita, i cui beni per assenza di eredi, verranno passati direttamente allo Stato.

Un paese sicuro, solidale con chi chiede aiuto, organizzatissimo a livello statale e burocratico, in cui i moduli sostituiscono le carezze. Lo Stato è talmente efficiente che non c’è bisogno degli altri e l’idea di comunità non esiste. Nel documentario il sociologo Zygmunt Bauman spiega molto bene come l’assenza di problemi non generi felicità.

Scopriamo così, e con un certo solllievo, che alcuni svedesi cercano di resistere: esistono gruppi di giovani che si ritirano a vivere nella foresta per vivere emozioni e contatto fisico. Rifiutando quell’idea di individualismo che gli viene inculcata fin da piccoli.

<< L’obiettivo del film è insinuare un dubbio – conclude Gandini: se l’ossessione per l’autosufficienza e il mito dell’autonomia dell’individuo si rivelassero essere una strada a fondo chiuso, in Svezia come negli altri paesi occidentali, Italia compresa? >>

Ascolta l’intervista a Erik Gandini.

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    Barbara Sorrentini
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    Gaza, l’Onu chiede cibo e tende per l’inverno, ma Israele continua a demolire edifici con raid aerei “A Gaza mancano cibo e rifugi, bisogna aprire il valico di Rafah”: è l’ennesimo appello che l’Onu rivolge a Israele. A quasi un mese dall’entrata in vigore del cessate il fuoco, nella Striscia entra ancora solo una minima parte degli aiuti previsti; le agenzie umanitarie denunciano che Israele impedisce l’ingresso anche a tende, coperte e rifugi. I palestinesi della Striscia, in gran parte sfollati, non sono in condizione di affrontare la stagione fredda che si avvicina. L’esercito però, in violazione del cessate il fuoco, continua l’opera di demolizione degli edifici: dall’alba sono in corso raid aerei sui quartieri orientali di Gaza City. A livello diplomatico intanto gli Stati Uniti, intanto, portano avanti il loro piano per Gaza presso il consiglio di sicurezza dell’Onu: nelle scorse ore la risoluzione che autorizza la Forza internazionale di stabilizzazione è stata presentata anche ai paesi arabi coinvolti nel processo di mediazione tra Hamas e Israele. Da Deir al Balah, la testimonianza di Nicolò Parrino, responsabile logistica di Emergency a Gaza, intervistato da Chawki Senouci.

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