Approfondimenti

La nuova ‘Aurora’ dei Cani

Niccolò Contessa Radio Popolare l’ha intervistato prima del suo primo concerto in assoluto con I Cani. Una delle primissime interviste in assoluto per lui. Il primo disco, Il sorprendente album d’esordio dei Cani, era uscito da pochissimi giorni e l’immagine del gruppo, e della persona che ne rappresenta il fulcro creativo, era molto diversa da oggi. Identità celate, sempre con le facce nascoste, salivano sul palco con dei sacchetti di carta marrone in testa.

Le cose sono cambiate già con il secondo disco, Glamour. I sacchetti sono spariti, anche i suoni, le canzoni, le melodie sono cambiate, cresciute, rispetto al “sorprendente esordio”. Così come il terzo e nuovo disco, Aurora, ci fa conoscere un altro, nuovo, lato dei Cani e di Niccolò Contessa, come musicista, come autore di testi e anche come cantante.

Quando l’avevamo incontrato l’ultima volta, per presentare Glamour, Niccolò ci aveva parlato di come avesse sentito il bisogno, una volta terminato il tour per il primo disco, di staccare completamente con la musica. Una “pausa di riflessione” si sarebbe chiamata, si fosse trattata di una storia d’amore. Questa volta, invece, tra secondo e terzo disco nella vita di Niccolò Contessa c’è stata soprattutto musica.

“Questa volta mi sono sentito più in pace con questa cosa strana di fare il musicista, anche se resta sempre un caso, un bellissimo imprevisto nella vita di una persona. Dopo il primo disco avevo avuto una specie di rigetto, in questo caso invece è stato l’opposto. Ho lavorato alla colonna sonora di un film, La felicità è un sistema complesso, grazie alla follia del regista Gianni Zanasi che ha affidato a un esordiente assoluto il compito di comporre quella musica…”

Queste e molte altre cose nell’intervista con Niccolò Contessa. Che potete riascoltare integralmente qui sotto!

Intervista con Niccolò Contessa a MiniSonica

  • Autore articolo
    Niccolò Vecchia
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    Un percorso attraverso la stratificazione sociale italiana, un viaggio nell’ascensore sociale del Belpaese, spesso rotto da anni e in attesa di manutenzione, che parte dal sottoscala con l’ambizione di arrivare al roof top con l’obiettivo dichiarato di trovare scorciatoie per entrare nelle stanze del lusso più sfrenato e dell’abbienza. Ma anche uno spazio per arricchirsi culturalmente e sfondare le porte dei salotti buoni, per sdraiarci sui loro divani e mettere i piedi sul tavolo. A cura di Alessandro Diegoli e Disma Pestalozza

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