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La Camera respinge la sfiducia per Daniela Santanchè: “Io vittima della gogna mediatica”

Daniela Santanchè

Ingrid Bisa, Andrea Pellicini, Enrico Costa: deputati della destra per lo più sconosciuti sono intervenuti fino a pochi minuti fa nell’Aula della Camera dei deputati per difendere forse l’indifendibile, non solo le accuse giudiziarie, il rinvio a giudizio che potrebbe essere prossimo per truffa ai danni dello Stato, ma la protervia con la quale la ministra del Turismo, Daniela Santanchè, è intervenuta in Aula scagliandosi contro le opposizioni e difendendo la ricchezza come valore, la sua storia di imprenditrice, i suoi “tacchi 12, i vestiti e la forma fisica”, sono le sue parole, urlando contro l’opposizione “voi combattete la ricchezza”, senza forse pensare che la ricchezza che ha via via accumulato è parte del reato di cui è accusata: il falso in bilancio, l’uso non dei soldi dell’azienda e quindi suoi per pagare i dipendenti, ma di quelli dello Stato stanziati per la cassa integrazione Covid. Accuse gravi, un atteggiamento accompagnato da una certa arroganza che hanno contribuito ad aumentare l’imbarazzo della destra presente nell’Aula, pochi quelli seduti vicino a lei nei banchi del governo. Mancavano i ministri di primo piano, non c’erano Salvini e Tajani, né Piantedosi, né Crosetto, assente naturalmente Giorgia Meloni, a svolgere quel compito senza neanche applaudirla c’erano Calderoli, Valditara, Bernini e qualche sottosegretario. Per questo motivo due frasi pronunciate da Daniela Santanchè sono state accolte con un certo sollievo, quando ha promesso che penserà le dimissioni se verrà rinviata a giudizio, ma da sola e con la sua famiglia, ha aggiunto, il sottinteso è: non perché me lo chiederà Meloni e poi l’ammissione di non voler essere un problema, accolta con uno dei pochi applausi e il sollievo della sua maggioranza. Facile per le opposizioni attaccare, sono intervenuti Giuseppe Conte ed Elly Schlein, hanno contestato Daniela Santanchè, ricordandole tutte le volte che ha chiesto le dimissioni degli altri, ma l’attacco delle opposizioni è stato rivolto soprattutto a Giorgia Meloni, la debolezza mostrata in tutta questa vicenda, non essere riuscita ad imporsi tanto che tutti le hanno chiesto se è sotto ricatto, un governo più debole per una ministra non di primo piano, che l’ovvia bocciatura della mozione di sfiducia non renderà piu forte.

  • Autore articolo
    Anna Bredice
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    Ilan Pappè è uno storico, socialista, cittadino israeliano, ebreo, professore di storia all'Istituto di studi arabi e islamici e direttore del Centro europeo per gli studi sulla Palestina presso l'università di Exeter (Inghilterra). Il professor Pappè ha scritto: ho dedicato tutta la mia vita adulta alla causa palestinese. In Italia è uscito in queste settimane il suo ultimo libro intitolato “La fine di Israele” (Fazi Editore, 2025). Raffaele Liguori lo ha intervistato.

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