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Israele, il fronte che si spacca: 600 ex ufficiali chiedono lo stop a Gaza

Gaza

“Gaza sta sprofondando in un collasso umanitario irreversibile” è la denuncia che le agenzie umanitarie presenti nella striscia lanciano parlando con Al Jazeera, mentre bombe e fame mietono ogni giorni decine e decine di vittime. Dall’alba di questa mattina 34 palestinesi sono stati uccisi, diversi di questi mentre aspettavano gli aiuti umanitari. Nelle ultime 24 ore, poi, 5 persone sono morte di fame, mentre il governo israeliano continua a negare la carestia nella striscia. Intanto, però, le immagini della popolazione scheletrica – oltre che degli ostaggi – hanno iniziato a circolare massicciamente in Israele, smuovendo la popolazione civile, che ha aumentato le proteste e le prese di posizione forte. Nel frattempo, anche dal punto di vista militare, le critiche alla guerra si fanno sempre più forti.

Fermate la guerra a Gaza. Lo chiedono con una lettera aperta indirizzata al presidente degli Stati Uniti Donald Trump a circa 600 ex funzionari dell’apparato di sicurezza israeliano. Tra i firmatari ci sono anche tre ex capi del Mossad, cinque ex capi dello Shin Bet e tre ex capi di Stato Maggiore dell’esercito. “Abbiamo il dovere di agire”, avverte Amihai Ayalon, ex direttore dello Shin Bet in un video diffuso a corredo della lettera.
“Questa guerra è iniziata come una guerra giusta, una guerra difensiva, ma una volta raggiunti i suoi obiettivi militari, ha cessato di essere una guerra giusta, sta portando lo Stato di Israele alla perdita della sua sicurezza e della sua identità”. È solo l’ultimo atto di uno scollamento sempre più evidente tra il potere politico e quello militare in Israele, in un contesto di stanchezza sempre più forte.
Mentre Ben Gvir passeggia sulla spianata delle moschee con un esercito di coloni e Netanyahu dice alle famiglie degli ostaggi stremati dalla visione dei propri familiari che esattamente come la popolazione della striscia soffrono la fame che libererà i rapiti con la forza, si moltiplicano gli obiettori e i riservisti che si oppongono al conflitto. Così, come sempre più chiaramente, emergono gli effetti sulla psiche per i giovanissimi mandati nella Striscia a uccidere donne, uomini e bambini.
Nel solo mese di luglio sono sette i soldati che si sono uccisi dopo essere tornati dalla striscia. Il più giovane aveva 19 anni, il più anziano 40, nel mezzo tanti ventenni che tornati a casa faticano a fare i conti con ciò che hanno visto e con ciò che hanno fatto.

  • Autore articolo
    Martina Stefanoni
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    Un percorso attraverso la stratificazione sociale italiana, un viaggio nell’ascensore sociale del Belpaese, spesso rotto da anni e in attesa di manutenzione, che parte dal sottoscala con l’ambizione di arrivare al roof top con l’obiettivo dichiarato di trovare scorciatoie per entrare nelle stanze del lusso più sfrenato e dell’abbienza. Ma anche uno spazio per arricchirsi culturalmente e sfondare le porte dei salotti buoni, per sdraiarci sui loro divani e mettere i piedi sul tavolo. A cura di Alessandro Diegoli e Disma Pestalozza

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    Fratellanza e spiritualità, dall’Italia alla Nigeria: Wayloz racconta "We All Suffer"

    È da poco uscito il secondo EP di Wayloz, artista italo-nigeriano che oggi è passato a trovarci a Volume per suonare alcuni brani. “Mentre nel precedente ep ho voluto catturare l’essenza di ciò che ero io con la chitarra in mano, qui c’è molto più spazio per gli arrangiamenti e per altri strumenti musicali”, spiega Wayloz. Tra folk primitivo, altrock, blues e suoni dell’Africa tribale, il disco è un viaggio tra atmosfere desertiche e rurali, che esplora il rapporto con la natura ma non solo: il titolo “We All Suffer” è più che altro un invito a riconoscere una condizione che è di tutti e a “trovare solidarietà e fratellanza con le altre persone”. L'intervista di Elisa Graci e Dario Grande e il MiniLive di Wayloz

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    Vieni con me è una grande panchina sociale. Ci si siedono coloro che amano il rammendo creativo o chi si rilassa facendo giardinaggio. Quelli che ballano lo swing, i giocatori di burraco e chi va a funghi. Poi i concerti, i talk impegnati e quelli più garruli. Uno spazio radiofonico per incontrarsi nella vita. Vuoi segnalare un evento, un’iniziativa o raccontare una storia? Scrivi a vieniconme@radiopopolare.it o chiama in diretta allo 02 33 001 001 Dal lunedi al venerdì, dalle 16.00 alle 17.00 Conduzione, Giulia Strippoli Redazione, Giulia Strippoli e Claudio Agostoni La sigla di Vieni con Me è "Caosmosi" di Addict Ameba

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    Da Cortina a Milano in 12 giorni errando per antiche vie

    Errando per Antiche Vie è una grande azione performativa in cui artisti e pubblico percorrono a piedi la distanza che separa Cortina e Milano, tra il 5 e il 16 dicembre, a un mese dall’inizio delle Olimpiadi, per raccontare un territorio incredibile, contraddittorio che per la prima volta viene messo in luce dalle Olimpiadi. Un cammino lungo oltre 250 km, spettacoli teatrali e di danza, letture, pasti di comunità, incontri e dibattiti: un racconto della montagna fatto di sostenibilità, di protagonismo dei territori alpini e prealpini, di chi decide di vivere e lavorare in quota e nei territori periferici, al di là della spettacolarizzazione del momento olimpico. Michele Losi di Campsirago Residenza ha raccontato a Cult tutto il percorso. L'intervista di Ira Rubini.

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