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Israele ha intensificato gli attacchi nella striscia di Gaza

uccisi GAZA 2024 ANSA

Nella Striscia di Gaza, negli ultimi giorni, Israele ha intensificato i suoi attacchi. Dopo il raggiungimento dell’accordo per un cessate il fuoco con Hezbollah, l’esercito sembra aver ripreso con nuovo slancio l’offensiva nel nord della Striscia, mentre pioggia e freddo stanno peggiorando una situazione umanitaria già al limite. Da questa mattina all’alba, almeno 23 persone sono state uccise, la maggior parte a Gaza City, e già nella giornata di ieri i morti erano stati 100. Tra le vittime di questa mattina ci sono anche tre operatori dell’ONG World Central Kitchen. Martina Stefanoni:

L’attacco su World Central Kitchen è avvenuto a Khan Yunis, nel sud della Striscia. Un’auto dell’ONG è stata presa di mira da un drone israeliano. Cinque persone sono state uccise, tre erano operatori umanitari. L’esercito israeliano ha detto che una delle persone uccise era in realtà uno degli attentatori del 7 ottobre, ma non ha fornito prove. L’ong, invece, non ha al momento commentato. L’ong è specializzata in assistenza alimentare in un’area di crisi e il raid è particolarmente emblematico se si considera la situazione della Striscia in questo momento. Ieri il World Food Program aveva detto che tutte le panetterie nel centro della Striscia, che è l’area umanitaria dove si concentra la maggior parte della popolazione, hanno dovuto chiudere per mancanza di risorse e proprio nella calca, davanti ad una di queste panetterie, tre donne, tra le quali una minorenne, sono state uccise e schiacciate dalla folla nel tentativo di recuperare qualcosa da mangiare. Resta disperata la situazione a Gasa City e nel nord, dove si registra il maggior numero di morti. Continuano anche gli attacchi agli ospedali. Oggi un neonato di tre settimane che si trovava in terapia intensiva è morto di polmonite proprio a causa dell’intensa distruzione del sistema sanitario nella striscia.

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    Società Civile per il No. È nato il comitato, promosso da vari esponenti della società civile, da sindacati, associazioni e realtà democratiche, che sostiene le ragioni del No al referendum costituzionale sulla riforma della Giustizia del Guardasigilli Carlo Nordio. Presieduto da Giovanni Bachelet, il comitato ha nel direttivo nomi importanti come il segretario della Cgil Maurizio Landini, la presidente di Libertà e Giustizia Daniela Padoan e l’ex ministra Rosy Bindi. I principali punti del comitato vertono sul fatto che una magistratura autonoma, indipendente, che non guarda in faccia a nessuno sia una cosa che conviene ai cittadini. Il prossimo 10 gennaio a Roma si terrà la prima assemblea generale, per la partenza della campagna referendaria, che vedrà la nascita di comitati territoriali in tutta Italia per lanciare una campagna informativa sulle ragioni del No. “Riteniamo che sia una battaglia per evitare che venga minato un principio fondamentale della nostra democrazia”, ha detto Rosy Bindi, che fa parte del direttivo del comitato, nella nostra trasmissione Radio Sveglia. L'intervista di Alessandro Braga.

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