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“Rai renziana? Ma se torna Santoro…”

“Non vedo come si possa parlare di ‘pensiero unico’ davanti al ritorno in Rai di Michele Santoro e a tutti gli altri approfondimenti che saranno in palinsesto”. Loris Mazzetti, storico capostruttura di viale Mazzini, ex regista de “Il Fatto” di Enzo Biagi, oggi responsabile degli approfondimenti nella Direzione editoriale, parte dall’accusa più spiacevole che è stata mossa alla dirigenza Rai da un suo amico, il consigliere di amministrazione Carlo Freccero: l’accusa di aver costruito una Rai renziana.

“Semmai – spiega Mazzetti – sono d’accordo con Freccero quando dice che lo spazio per l’informazione in diretta è compresso: avremo tanti programmi di approfondimento informativo ma saranno programmi di storie, registrati e montati. Abbiamo pochi programmi di politica pura, dove il giornalista mette le mani nella quotidianità. In ogni caso, vediamo i programmi in onda prima di criticare, a cominciare da quello di Gianluca Semprini che prenderà il posto di Ballarò. Ce ne sarà uno su Rai 3 che parlerà di unioni civili – spiega Loris Mazzetti – un altro dove finalmente si parlerà di politica estera con un gruppo di giornalisti guidati da Lucia Annunziata; Concita De Gregorio andrà in giro per l’Italia per capire dove nascono i volti nuovi della politica, come Virginia Raggi e Chiara Appendino. Sono anche curioso di sapere come sarà il nuovo programma di Pietrangelo Buttafuoco, uno con cui personalmente mi sono spessisimo trovato in disaccordo. E di certo il ritorno in Rai di Michele Santoro è una grandissima novità: insomma, dire che torna il pensiero unico non ha senso”.

“Quando ho accettato l’incarico che attualmente ricopro in Direzione ho detto che non avrei fatto la foglia di fico, e nel momento in cui ci fossero state pressioni dei partiti le avrei denunciate. Finora non è successo. Ma devo dire – aggiunge Mazzetti – che se l’aria è cambiata non è successo con questa Direzione, ma con quella precedente di Luigi Gubitosi, che sulla politica ha fatto muro. Noi che facevamo i programmi abbiamo sentito allentarsi  (non finire) la pressione dei politici sui contenuti o sugli inviti”.

Ascolta l’intervista integrale con Loris Mazzetti di Lorenza Ghidini e Gianmarco Bachi

Loris Mazzetti

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    1) La guerra in Sudan continua e la crisi umanitaria si allarga. Le responsabilità, però, vanno ben oltre i confini del paese africano. (Giulia Chiopris - MSF, Emanuele Valenti) 2) “La guerra non si è fermata ha solo cambiato volto”. A Gaza la pace non esiste: almeno 236 palestinesi sono stati uccisi dall’entrata in vigore del cessate il fuoco. (Ezzideen Shehab) 3) “Maduro ha i giorni contati”. A colpi di raid e fake news, Donald Trump tenta di sollecitare la spallata interna al regime venezuelano. (Alfredo Somoza) 4) Spagna, a un anno dall’alluvione di Valencia l’indignazione popolare costringe il governatore Mazon alle dimissioni. (Giulio Maria Piantadosi) 5) Messico, l’omicidio del sindaco di Uruapan Carlos Manzo, che voleva rompere il compromesso sempre più stretto tra politica e narcotrafficanti. (Andrea Cegna) 6) New York, la vigilia. Domani il voto per il sindaco della città, un’elezione guardata con attenzione anche da Washington. (Roberto Festa) 7) Belem 2025, ultima chiamata. Il diario della Cop30: temi, obiettivi e sfide. (Alice Franchi)

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    "I tre grandi di Spagna: Picasso, Miró e Dalí". La mostra alla Fabbrica del Vapore di Milano

    La mostra alla Fabbrica del Vapore di Milano, attraverso le opere di grafica di tre dei suoi massimi protagonisti: Pablo Picasso soprattutto, Joan Miró e Salvador Dalí, propone un percorso espositivo diviso i cinque sezioni. Il filo conduttore che unisce i loro percorsi artistici è il Surrealismo, inteso come corrente ma anche come mezzo privilegiato di espressione dell’inconscio e dell’identità individuale. In mostra il visitatore non troverà le opere pittoriche più significative, ma viaggierà sempre in prima classe con le grafiche e i disegni. Ascolta il servizio di Tiziana Ricci.

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