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In Italia oltre 50 mila senza casa

Tutte le statistiche degli ultimi due anni sono concordi nell’indicare un aumento della povertà in Italia, anche di quella estrema. In questo contesto non può che peggiorare anche la situazione di chi non ha neppure un tetto. Secondo l’Istat infatti aumenta il numero dei senza casa, e aumenta anche la durata della condizione di senza dimora. Una stima che rischia di essere molto al ribasso, perchè basata sul numero di persone che si sono rivolte almeno una volta ai servizi di mensa o accoglienza notturna nei 158 comuni italiani in cui e’ stata condotta l’indagine, ma sono molte e difficili da quantificare le persone che per paura o per vergogna preferiscono rimanere nell’ombra. Qualche numero del rapporto ‘Le persone senza dimora – Anno 2014’: si stimano in 50.724 i senzatetto che nei mesi di novembre e dicembre 2014 si sono rivolte ai servizi, il 2,43 per mille della popolazione registrata alle anagrafi. Nel 2011, anno dell’ultimo rapporto, era il 2,31 per mille, pari 47.648 persone. Sono per lo piu’ di uomini (85,7%), stranieri (58,2%), con meno di 54 anni (75,8%), ma l’eta’ media e’ leggermente aumentata da 42,1 a 44 anni. Altro indicatore di una situazione in continuo peggioramento, si allunga anche la durata della condizione di senza dimora: diminuiscono, dal 28,5% al 17,4%, quanti sono senza dimora da meno di tre mesi, si dimezzano quanti lo sono da meno di 1 mese, mentre aumenta il numero di persone in strada da più di due anni (dal 27,4% al 41,1%) e di chi lo e’ da oltre 4 anni (dal 16% sale al 21,4%).

Alberto Sinigallia è presidente di Progetto Arca, che assiste i casi di povertà estrema.

Alberto Sinigallia

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    Lorenza Ghidini
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    Si chiama “Board of Peace” e Donald Trump, il presidente degli Stati Uniti, l’ha pensato come il grande consiglio che guiderà – sulla carta - la ricostruzione di Gaza. Il disegno immaginato da Trump non prevede l'intervento degli organismi internazionali che hanno retto la sovranità del diritto per decenni. Nel futuro di Gaza – almeno per ora – non sono previste presenze come le Nazioni Unite, il Fondo Monetario Internazionale, la Banca Mondiale, l'Organizzazione Mondiale del Commercio. Il "Board of Peace" richiama molto l’idea di un consiglio di amministrazione (un “board”, appunto), che dovrà gestire un affare economico e finanziario colossale, un consiglio che avrà Trump come presidente. Il piano Trump in 20 punti, al paragrafo 9 recita: "Questo organismo (Board of Peace, ndr) definirà il quadro di riferimento e gestirà i finanziamenti per la ricostruzione di Gaza". Gestirà i soldi, proprio come un CdA che si rispetti. E le logiche finiranno per essere quelle del business e non della convivenza internazionale; dell’interesse privato e non dell’interesse pubblico; dell’autoritarismo che oscura la democrazia. Raffaele Liguori ha intervistato Fabio Armao, docente di relazioni internazionali all’università di Torino. È autore, insieme a Davide Pellegrino, di “Distopia americana. L’impatto della presidenza Trump sul sistema politico americano” (Mimesis, in uscita).

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