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Il voto in Lombardia ricalca quello nazionale

Affluenza in calo, Movimento 5 Stelle fuori dai ballottaggi, centrosinistra in calo, ripresa del centrodestra che tiene perché unito.

Nei 139 comuni chiamati al voto l’affluenza si è fermata in media al 55,3%, in calo del 9% rispetto alle ultime amministrative del 2012.

Il centrosinistra non vince al primo turno neanche quando corre con coalizioni larghe: sono i casi di Sesto San Giovanni, Monza e Lodi. Non vince neanche il centrodestra al primo turno, ma lo schema unitario che governa la Regione Lombardia premia la coalizione e dimostra che la voglia di quel tipo di centrodestra classico è tornata alta. È la Lega a trainare la coalizione, ma anche Forza Italia ha recuperato rispetto alle ultime elezioni.

Deve preoccupare Sesto San Giovanni, dove rispetto al 2012 il Pd perde duemila voti e la coalizione di centrosinistra quasi seimila. Male per il centrosinistra anche a Lodi, andata al voto anticipato dopo l’arresto del sindaco del Pd Simone Uggetti: la coalizione perde tremila voti, il Pd mille. Il centrosinistra non ce la fa al primo turno neanche a Monza, dove il sindaco uscente Scanagatti si ferma al 39,9%, un testa a testa con Dario Allevi, scelto da Silvio Berlusconi, 39,8%. A Como, dove l’affluenza è stata bassissima, 49%,  il centrodestra è avanti con il 34.73%, il centrosinistra fermo al 26.8%, la sinistra della Lista Civia La Prossima Como 2.86%. È andata bene la lista vicina al centrodestra di Alessandro Rapinese sindaco, 22,60%. Sarà molto difficile per il centrosinistra riconfermarsi alla guida della città lariana.

Il centrosinistra va meglio nei comuni sotto ai 15mila abitanti, in tutti gli altri va al ballottaggio con il centrodestra con l’eccezione di Erba, dove la sfida è tra Lega e Forza Italia da una parte e Fratelli d’Italia dall’altra, Cantù e Gussago, dove il Pd è fuori dal ballottaggio, Abbiategrasso dove il ballottaggio sarà tra il centro destra e una lista civica di sinistra guidata da Domenico Finiguerra senza il Pd e Rifondazione Comunista.

A sinistra del Pd da segnalare i risultati di Cernusco Sul Naviglio, dove la sinistra unita alternativa al Pd prende il 15.3%, e Melegnano, 22,56%.

Queste elezioni dovranno aprire una profonda riflessione nel centrosinistra rispetto alle elezioni regionali che si svolgeranno in caso di elezioni politiche anticipate a ottobre 2017 o come scadenza naturale a primavera 2018.

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    Gran Bretagna e Germania, i grandi malati d'Europa. Il primo ministro britannico Starmer e il cancelliere tedesco Merz sono entrambi proiettati in una rincorsa della destra estrema. Il laburista britannico Starmer, due settimane fa: «restauriamo ordine e controllo», titolo di un documento presentato alla Camera dei Comuni. Il democristiano tedesco Merz: ci vogliono «controlli ai confini e respingimenti» perchè «l’immigrazione ha un impatto sul paesaggio urbano». Proprio così. Germania e Gran Bretagna, due potenze economiche mondiali: la Germania (80 milioni di abitanti) con il terzo pil del mondo (dopo Stati Uniti e Cina); il Regno Unito (con 60 milioni di abitanti) con il sesto pil mondiale (dopo la Germania c’è il Giappone e l’India e poi il Regno Unito). La “malattia” (la rincorsa ad essere a volte più a destra delle destre) rischia di cambiare i connotati a tradizioni politiche europee centenarie: come il laburismo britannico, il popolarismo democristiano tedesco insieme alla socialdemocrazia, sempre in Germania. Pesa, inoltre, un discorso pubblico sempre più contaminato da un lessico guerresco. Che danni può provocare questa “malattia” in due paesi fondamentali del continente europeo? Pubblica ha ospitato la storica Marzia Maccaferri (Queen Mary, University of London) e il giornalista Michael Braun (corrispondente da Roma del berlinese Tageszeitung).

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    Politici, industriali e finanzieri sono concordi nel sostenere la strada del riarmo e della militarizzazione europea: per i finanzieri si tratta di far fruttare i propri fondi rapidamente e in maniera sicura, per gli industriali idem, con fortissime iniezioni di denaro pubblico, non a caso anche quest’anno hanno fatto il record di vendite come registra il Sipri di Stoccolma il più autorevole istituto di ricerca sulla spesa militare nel mondo. Il problema, spiega Francesco Vignarca, portavoce della Rete Pace Disarmo, ricercatore e analista (tra i curatori del libro Europa a mano armata curato con Sbilanciamoci) è che così vince il discorso di guerra. Banalizzante, propagandistico e pericoloso perché sequestra la democrazia: “Il complesso militare industriale ha un pensiero medio lungo strategico. Stanno già intervenendo per togliere le leggi sulla limitazione alla vendita di armi, perché sanno che dovranno vendere questa sovraproduzione da qualche parte, così come fanno entrare capitali esteri nella nostra industria, come i sauditi in Leonardo, perché non siamo noi gli acquirenti di queste armi”. Ascolta l'intervista di Cinzia Poli e Claudio Jampaglia.

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    L’inquietudine della provincia nel film “Ferine”, in concorso al Noir in Festival

    Trattandosi di un film horror si può raccontare poco. Ferine di Andrea Corsini si sviluppa intorno ad Irene, una donna che desidera una figlia ma nello stesso tempo è costretta a difendersi da chi la ostacola. In seguito a un incidente, la donna va in cerca di sangue per sopravvivere. Il tutto si svolge in un paesaggio vuoto e deprimente: “Cercavo una provincia in cui si respirasse solitudine e isolamento, come la villa di architettura brutalista e il centro commerciale esternamente vuoto. Il cemento da una parte e dall’altra le zone boschive, in cui si scatena l’aspetto selvaggio della storia”. Spiega Corsini, che nel film ha ricreato delle atmosfere che ogni tanto ricordano David Lynch, accompagnate dalla musica di Pino Donaggio: “È sempre stato il mio sogno, ma non avrei mai pensato di riuscirci. Non ho dovuto dirgli quasi niente per arrivare a questo risultato”. Un film prevalentemente femminile, con attrici internazionali che recitano in inglese e in cui gli uomini hanno soltanto parti in secondo piano. L'intervista di Barbara Sorrentini ad Andrea Corsini.

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    Paolo Bergamaschi, già Consigliere Politico Commissione Esteri Parlamento Europeo, analizza lo scontro Europa-Russia, tra minacce e timidi segnali di dialogo. Francesco Vignarca, ricercatore e analista della Rete Pace e Disarmo, racconta l'impatto del piano di riarmo sulla politica dell'Unione, trainato dall'industria e soprattutto dalla finanza. Le mobilitazioni dei lavoratori dell'Ilva non si fermeranno finché i patti non saranno rispettati, perché nessuno comprerà gli stabilimenti se non ci saranno prima degli interventi, come ci spiega Loris Scarpa, coordinatore nazionale siderurgia della Fiom-Cgil. Giulia Riva giornalista e nostra collaboratrice racconta la giornata internazionale delle persone con disabilità a partire dai dati sul lavoro dove le donne con disabilità sono ancora più penalizzate degli uomini (mentre in Lombardia le aziende preferiscono pagare 82 milioni di multe che assumere persone dalle categorie protette) e poi da atleta paralimpica lancia una sfida alla città di Milano che il lascito delle Olimpiadi invernali in partenza a febbraio sia almeno concretamente utile.

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