Approfondimenti

Il Pop Raï algerino è patrimonio dell’Unesco

UNESCO Raï algerino

Con un tweet l’Unesco ha annunciato l’iscrizione del Raï algerino nella lista dei patrimoni immateriali dell’umanità: la candidatura per il riconoscimento di questo genere musicale popolare era già stata depositata dall’Algeria una prima volta, ma l’Unesco aveva ritenuto il dossier carente di elementi a sostegno.

La domanda era stata allora nuovamente presentata, e questa volta l’iter ha avuto successo. L’elenco dei patrimoni immateriali dell’umanità protetti dall’Unesco è stato creato nel 2001, affiancandolo a quello dei siti patrimonio dell’umanità, con lo scopo di favorire la tutela e la valorizzazione di forme espressive per lo più di origine popolare e di trasmissione “orale”, ma anche di tecniche (per es. i muri a secco) e di culture (come la dieta mediterranea).

Nel dicembre 2021 nell’elenco era stata accolta la rumba congolese. L’Africa è presente nella lista con circa un decimo dei patrimoni immateriali riconosciuti finora. Il grosso dei patrimoni immateriali di ambito musicale e artistico che via via nel corso di questi venti anni sono stati accolti dall’Unesco è costituito da tradizioni piuttosto specifiche: l’Italia è presente nell’elenco – per fare solo due esempi – con l’opera dei pupi siciliani e col canto a tenore sardo: ma l’Unesco ha riconosciuto anche generi musicali larghissimi e ampiamente globalizzati come il tango argentino e uruguayano e il reggae giamaicano.

Il Raï algerino è un genere musicale che emerge negli anni venti-trenta nella regione di Orano come riflesso degli sconvolgimenti che hanno investito l’Algeria con la colonizzazione: le interpreti sono donne, le cheikhates, i contenuti sono all’insegna di un realismo crudo, audace, non esattamente da educande, e non da educande è la stessa cifra vocale di queste interpreti, che è impregnata di erotismo.

A partire dagli anni sessanta il raï algerino conosce un processo di modernizzazione, che si accelera e accentua a cavallo fra anni settanta e primi ottanta, con la nascita del cosiddetto pop-raï, il raï dei giovani, che a questo punto sono sia donne che uomini, i cheb e le chaba. Aperto sul piano musicale ad ogni genere di influenze, il pop-raï mantiene però un tenace legame con il raï tradizionale, sia in alcuni tratti espressivi, e in particolare nella vocalità, sia nel realismo e nell’anticonformismo, ma aggiornati alla realtà e ai problemi dei giovani in una società che è sì uscita dalla dominazione coloniale, ma che è bigotta, ipocrita, oppressiva.

Facendo il salto dalla regione di Orano a fenomeno nazionale, il pop-raï esplode con forza incontenibile fra le giovani generazioni algerine, malgrado le autorità e una parte dell’opinione pubblica del paese lo raffigurino come volgare e corruttore delle giovani generazioni, e la radio e la televisione lo ignorino.

Dalla metà degli anni ottanta, complici le comunità algerina e maghrebine in Francia e l’incipiente onda della World Music, il raï algerino conosce una stagione di forte proiezione all’estero, e Khaled, il suo interprete più popolare, assurge a star internazionale.

Negli anni novanta in patria il raï entra nel mirino dell’integralismo islamico, e Cheb Hasni, altro interpete popolarissimo, viene assassinato ad Orano. Negli ultimi decenni poi, con nuove generazioni di cantanti, il Raï non ha cessato di evolvere.

Per un genere musicale che ha difeso ad ogni costo la propria identità e la propria indipendenza, l’ingresso nella lista dei patrimoni immateriali rappresenta adesso un grande risarcimento: ma è un risarcimento ancora più grande – e segno di un cambiamento culturale di grande rilievo – che l’Algeria ne abbia sostenuto con forza il riconoscimento da parte dell’Unesco.

  • Autore articolo
    Marcello Lorrai
ARTICOLI CORRELATITutti gli articoli
POTREBBE PIACERTI ANCHETutte le trasmissioni

Adesso in diretta

  • Ascolta la diretta

Ultimo giornale Radio

  • PlayStop

    Giornale Radio lunedì 17/11 12:30

    Le notizie. I protagonisti. Le opinioni. Le analisi. Tutto questo nelle tre edizioni principali del notiziario di Radio Popolare, al mattino, a metà giornata e alla sera.

    Giornale Radio - 17-11-2025

Ultimo giornale Radio in breve

  • PlayStop

    Gr in breve lunedì 17/11 10:31

    Edizione breve del notiziario di Radio Popolare. Le notizie. I protagonisti. Le opinioni. Le analisi.

    Giornale Radio in breve - 17-11-2025

Ultima Rassegna stampa

  • PlayStop

    Rassegna stampa di lunedì 17/11/2025

    La rassegna stampa di Popolare Network non si limita ad una carrellata sulle prime pagine dei principali quotidiani italiani: entra in profondità, scova notizie curiose, evidenzia punti di vista differenti e scopre strane analogie tra giornali che dovrebbero pensarla diversamente.

    Rassegna stampa - 17-11-2025

Ultimo Metroregione

  • PlayStop

    Metroregione di lunedì 17/11/2025 delle 07:15

    Metroregione è il notiziario regionale di Radio Popolare. Racconta le notizie che arrivano dal territorio della Lombardia, con particolare attenzione ai fatti che riguardano la politica locale, le lotte sindacali e le questioni che riguardano i nuovi cittadini. Da Milano agli altri capoluoghi di provincia lombardi, senza dimenticare i comuni più piccoli, da dove possono arrivare storie esemplificative dei cambiamenti della nostra società.

    Metroregione - 17-11-2025

Ultimi Podcasts

  • PlayStop

    Eurallumina, operai in protesta sul silo a 40 metri

    In Sardegna quattro operai sono saliti per protesta su un silo a circa 40 metri di altezza, nel contesto della lunghissima vertenza che riguarda la Eurallumina di Portovesme, nel Sulcis. Cgil, Cisl e Uil di categoria sostengono l’iniziativa e spiegano che c’è stata un’assemblea ai cancelli dello stabilimento, dove è stato proclamato uno “stato di mobilitazione generale”. I sindacati chiedono lo sblocco di fondi pubblici che sarebbero necessari per far proseguire l’attività dell’azienda, controllata da una società russa e colpita dalle sanzioni legate all’invasione dell’Ucraina. Enrico Pulisci è uno dei lavoratori che si trovano a 40 metri di altezza.

    Clip - 17-11-2025

  • PlayStop

    Considera l’armadillo di lunedì 17/11/2025

    Noi e altri animali È la trasmissione che da settembre del 2014 si interroga su i mille intrecci di una coabitazione sul pianeta attraverso letteratura, musica, scienza, costume, linguaggio, arte e storia. Ogni giorno con l’ospite di turno si approfondisce un argomento e si amplia il Bestiario che stiamo compilando. In onda da lunedì a venerdì dalle 12.45 alle 13.15. A cura di Cecilia Di Lieto.

    Considera l’armadillo - 17-11-2025

  • PlayStop

    Cult di lunedì 17/11/2025

    Cult è condotto da Ira Rubini e realizzato dalla redazione culturale di Radio Popolare. Cult è cinema, arti visive, musica, teatro, letteratura, filosofia, sociologia, comunicazione, danza, fumetti e graphic-novels… e molto altro! Cult è in onda dal lunedì al venerdì dalle 10.00 alle 11.30. La sigla di Cult è “Two Dots” di Lusine. CHIAMA IN DIRETTA: 02.33.001.001

    Cult - 17-11-2025

  • PlayStop

    Pubblica di lunedì 17/11/2025

    Pubblica, mezz’ora al giorno di incontri sull’attualità e le idee con Raffaele Liguori

    Pubblica - 17-11-2025

  • PlayStop

    A come Atlante di lunedì 17/11/2025

    Trasmissione trisettimanale, il lunedì dedicata all’America Latina con Chawki Senouci, il mercoledì all’Asia con Diana Santini, il giovedì all’Africa con Sara Milanese.

    A come Atlante – Geopolitica e materie prime - 17-11-2025

  • PlayStop

    SERENELLA IOVINO - ECOLOGIA LETTERARIA

    SERENELLA IOVINO - ECOLOGIA LETTERARIA - presentato da Marianna Usuelli

    Note dell’autore - 17-11-2025

  • PlayStop

    Presto Presto - Interviste e Analisi di lunedì 17/11/2025

    Medio oriente: guerra a Gaza, che sviluppi diplomatici dall'Onu e sul piano Trump? La risposta più che scettica di Lorenzo Cremonesi inviato speciale del Corriere della sera. Il Libano tra attacchi quotidiani da Israele e quella capacità di ripartire di un paese che sembra da sempre in guerra nel racconto di Mauro Pompili giornalista freelance da Beirut. Mario Cardinali fondatore e storico Direttore de Il Vernacoliere ci racconta il boom di solidarietà che riporterà in edicola il mensile che sembrava destinato a chiudere. Ilaria Ramoni avvocata e consulente della Commissione Parlamentare Antimafia è coautrice con Fabio Roia di “Mai più cosa vostra” (Mondadori) sulla relazione tra patriarcato, criminalità organizzata e società.

    Presto Presto – Interviste e analisi - 17-11-2025

  • PlayStop

    Rights now di lunedì 17/11/2025

    - 50 lezioni aperte a tutti e tutte sulla disabilità. L’Università Statale si mobilita perché i diritti delle persone con disabilità non restino sulla carta. Ce ne parla la professoressa Stefania Leone. - Il boia e i pasticcini. Considerazioni sui festeggiamenti del Ministro israeliano Ben Gvir all’approvazione della pena di morte per i palestinesi. Ne parliamo con Riccardo Noury. - Segnatevi in agenda questa data: 25 novembre, ore 21,15 al Cinema Ariosto. Vi invitiamo all’anteprima di un film su Fatma Hassona, la giovane fotoreporter palestinese uccisa in un bombardamento dell’Idf. - Amazzonia: la terra delle contraddizioni. Emiliano Guanella ci legge un brano del suo nuovo libro. A cura di Danilo De Biasio. Per suggerimenti: direzione@fondazionedirittiumani.org

    Rights now – Il settimanale della Fondazione Diritti Umani - 17-11-2025

  • PlayStop

    Presto Presto - Lo stretto indispensabile di lunedì 17/11/2025

    Il kit di informazioni essenziali per potere affrontare la giornata (secondo noi).

    Presto Presto – Lo stretto indispensabile - 17-11-2025

Adesso in diretta