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Il patto di Renzi con la Procura per salvare Expo 2015

Expo Renzi ANSA

Feci un patto con la Procura di Milano per salvare Expo 2015. A scriverlo nel suo libro “Il Mostro” in uscita in questi giorni è Matteo Renzi. L’allora Presidente del Consiglio racconta l’incontro con l’allora capo della procura di Milano Edmondo Bruti Liberati per congelare le inchieste che rischiavano di far saltare l’evento. E così alla fine avevano ragione gli Exposcettici: senza una moratoria sulle indagini l’esposizione universale non si sarebbe fatta.

Facciamo un passo indietro. Il 4 agosto 2015, a Expo in pieno svolgimento, l’allora Presidente del Consiglio Renzi dal Giappone batte alle agenzie una dichiarazione con una inusuale frase conclusiva: ringrazio la procura di Milano per aver gestito la vicenda con sensibilità istituzionale. Per chi aveva seguito la preparazione del grande evento da vicino era il rafforzamento di un sospetto: per inaugurare in tempo Expo 2015 la procura di Milano aveva chiuso tutti e due gli occhi sulle indagini che avrebbero potuto compromettere la chiusura dei lavori in tempo per l’inaugurazione.

Nel suo libro Renzi racconta il patto per Expo. “Dopo le difficoltà rappresentatemi da Beppe Sala e Maurizio Martina” scrive Renzi “decisi di confrontarmi con un magistrato di grande intelligenza e sensibilità politica che mi spiegò un concetto semplice: vai a incontrare il procuratore di Milano Edmondo Bruti Liberati e spiegagli il problema. Capirà”.

E così fece Renzi: incontrò l’allora capo della procura milanese in una saletta riservata all’aeroporto di Linate. “Noi vi mettiamo a disposizione tutte le carte, le procedure e le strutture governative, voi dovete aiutarci a fare questa Expo” scrive Renzi a proposito di quell’incontro.

Gli appalti futuri vennero messi al setaccio dell’Autorità Nazionale Anticorruzione guidata da Raffale Cantone, quelli passati non fecero sostanziali passi avanti. In quei mesi precedenti al 1° maggio 2015 alcune delle indagini Expo vennero di fatto sospese, altre non partirono, Expo venne inaugurata e fu un successo di pubblico.

Milano si rifece l’immagine, i turisti arrivarono copiosi anche negli anni successivi. L’allora amministratore delegato di Expo Spa Beppe Sala divenne sindaco. Resta la domanda che qualcuno si fece anche all’epoca: è normale sospendere indagini che possano compromettere la realizzazione di un evento? È giusto indagare con “sensibilità istituzionale”? Possibile che in Italia non si possano fare le cose nel rispetto di norme e ruoli?

  • Autore articolo
    Roberto Maggioni
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