Approfondimenti

Il mondo è troppo piccolo per trascurare il dolore degli altri

Uno dei più noti scrittori turchi della nuova genarazione, Hakan Günday, è in Italia per presentare il suo ultimo romanzo Ancòra (ed. Marcos y Marcos).
“Ancòra”, che in turco si dice “daha” è la parola che i migranti senza documenti, che a migliaia, se non a milioni, sono trasitati in Turchia nel corso degli anni, pronunciano continuamente, per chiedere acqua, cibo, speranza.
Ahad è uno dei trafficanti che li trasporta, li rinchiude per mesi in attesa di destinazione, li comanda come un dittatore dispotico e spietato. E affida a suo figlio Gazâ, ancora ragazzino, il compito di sorvegliarli e accudirli, trasmettendogli un insegnamento di ferocia che solo un assassino, a sua volta bambino cresciuto nel terrore e nella violenza, può impartire.
Ma un bel giorno, anzi una notte, dopo un evento traumatico, Gazâ decide che ne ha abbastanza e che è stufo della disperazione degli altri e della sua. Cerca il suo Rinascimento (non a caso il libro è diviso in capitoli contrassegnati dalla definizione di varie tecniche pittoriche rinascimentali), inseguendo un origami, una rana di carta verde, suo unico giocattolo, regalo di un clandestino afghano.
Un viaggio fisico e interiore avvincente, che Hakan Günday ci permette di compiere grazie a una prosa dura, efficace, moderna, che ben resiste anche alle molte traduzioni che lo hanno consacrato alla fama letteraria internazionale.
Hakan Günday è stato ospite a Cult e ha parlato con noi del suo libro e della tragedia dei migranti.

Ascolta l’intervista di Cult ad Hakan Günday

Hakan Günday intervista

  • Autore articolo
    Ira Rubini
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    Centinaia di migliaia di persone in 50 città, secondo gli organizzatori, tanti studenti e movimenti per la Palestina insieme ai lavoratori hanno animato le piazze dello sciopero generale indetto unitariamente dalle sigle del sindacalismo di base contro la manovra economica. Una manovra di guerra, condizionata dalla necessità di aumentare le spese militari e che taglia salari e stato sociale, il centro della protesta. A Roma la manifestazione si è concentrata davanti a Montecitorio, molto partecipati anche i cortei di Milano e di Genova, aperto dai lavoratori portuali insieme a Greta Thunberg. A Torino un gruppo di manifestanti a volto coperto ha fatto irruzione nella redazione de LA Stampa, vuota per lo sciopero, lasciando scritte e buttando all’aria materiali di lavoro. Il Cdr e il sindacato dei giornalisti hanno duramente condannato l’atto. A Venezia ci sono state cariche e l’uso di idranti quando i manifestanti hanno cercato di raggiungere la sede dell’industria militare Leonardo. Le interviste realizzate al corteo di Milano da Martino Fiumi.

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    1) Tutti gli uomini del presidente Zelensky. Il braccio destro del presidente ucraino, Andriy Yermak, si dimette dopo lo scandalo corruzione. (Chawki Senouci) 2) Impunità e silenzio internazionale. Dalla Cisgiordania a Gaza, il governo israeliano uccide con le armi e con la burocrazia. (Giulio Cocchini - CESVI) 3) Intercettare i migranti ad ogni costo. La Francia, su pressione del Regno Unito, sperimenta nuovi pericolosi metodi per fermare l’immigrazione della manica. (Veronica Gennari) 4) I figli dello stato. Il sistema di protezione dei minori in Francia è in crisi e la proposta di un nuovo disegno di legge apre lo spazio per un dibattito più ampio. (Francesco Giorigni) 5) Spagna, per la prima volta un presidente tedesco rende omaggio alle vittime del bombardamento di Guernica. (Giulio Maria Piantedosi) 6) Ogni secondo si perde un albero. Mentre l’unione europea rinvia la norma per salvaguardare le foreste, centinaia di specie di alberi sono a rischio estinzione. (Alice Franchi, Martina Borghi - Greenpeace Italia) 7) Mondialità. Il secondo tempo per le guerre commerciali. (Alfredo Somoza)

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    L'Orizzonte è l’appuntamento serale con la redazione di Radio Popolare. Dalle 18 alle 19 i fatti dall’Italia e dal mondo, mentre accadono. Una cronaca in movimento, tra studio, corrispondenze e territorio. Senza copioni e in presa diretta. Un orizzonte che cambia, come le notizie e chi le racconta. Conducono Luigi Ambrosio e Mattia Guastafierro.

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    Un percorso attraverso la stratificazione sociale italiana, un viaggio nell’ascensore sociale del Belpaese, spesso rotto da anni e in attesa di manutenzione, che parte dal sottoscala con l’ambizione di arrivare al roof top con l’obiettivo dichiarato di trovare scorciatoie per entrare nelle stanze del lusso più sfrenato e dell’abbienza. Ma anche uno spazio per arricchirsi culturalmente e sfondare le porte dei salotti buoni, per sdraiarci sui loro divani e mettere i piedi sul tavolo. A cura di Alessandro Diegoli e Disma Pestalozza

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    Vieni con me è una grande panchina sociale. Ci si siedono coloro che amano il rammendo creativo o chi si rilassa facendo giardinaggio. Quelli che ballano lo swing, i giocatori di burraco e chi va a funghi. Poi i concerti, i talk impegnati e quelli più garruli. Uno spazio radiofonico per incontrarsi nella vita. Vuoi segnalare un evento, un’iniziativa o raccontare una storia? Scrivi a vieniconme@radiopopolare.it o chiama in diretta allo 02 33 001 001 Dal lunedi al venerdì, dalle 16.00 alle 17.00 Conduzione, Giulia Strippoli Redazione, Giulia Strippoli e Claudio Agostoni La sigla di Vieni con Me è "Caosmosi" di Addict Ameba

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