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Il “Me ne frego” di Matteo Salvini

Il caso della Diciotti ha mostrato il completo disprezzo per le regole di Matteo Salvini. L’abbiamo visto quando la nave era in mare. Lo vediamo anche e soprattutto ora con i migranti e l’equipaggio della Guardia Costiera ostaggi nel porto di Catania.

La reazione di Salvini alla notizia dell’apertura di un’inchiesta della Procura di Agrigento per illecito trattenimento e forse per  sequestro di persona ci dimostra come oltre al disprezzo per il diritto, Salvini sia pronto a picconare le istituzioni repubblicane pur di raggiungere i suoi scopi politici e propagandistici, pur di guadagnare il consenso. Un’altra linea di confine oggi è stata superata.

Nel suo lungo monologo su Facebook, Salvini ha prima sfidato la magistratura a processarlo, poi ha sfidato Sergio Mattarella a intervenire per permettere lo sbarco delle persone che si trovano sulla Diciotti. Non solo. Di fatto lo ha sfidato a prendere posizione nella seconda grave crisi tra esecutivo e magistratura.

Analoga sfida ha lanciato anche a  Giuseppe Conte, ma il Colle era il suo vero obiettivo.

Salvini ha poi zittito Roberto Fico dicendo che è lui, il ministro a decidere chi scende dalla nave e non il presidente della Camera, il quale aveva sollecitato lo sbarco.

“O cambiate Paese o cambiate ministro”.  E poi: “Ci sono centinaia di persone che ogni giorno mi dicono di andare avanti” sono altre due frasi di Salvini nel messaggio su Facebook. Come un fiume in piena, il ministro dell’interno, cerca di sommergere con le sue scelte e la sua propaganda le regole e le istituzioni. Sparisce il diritto. Emerge il “Me ne frego”. C’è solo lui, Salvini e il suo popolo. La sua volontà politica. La deriva è sempre più pericolosa.

  • Autore articolo
    Michele Migone
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    Tre anni di Chat Gpt. Il 30 novembre 2022 la società californiana Open AI metteva a disposizione degli utenti, gratuitamente, il primo software di intelligenza artificiale (IA). A distanza di tre anni c’è una bolla speculativa, generata dagli investimenti multi-miliardari nell’IA, che rischia di scoppiare su Wall Street. Non è escluso, però, che si sgonfi lentamente, senza provocare grossi danni. Un’ipotesi che i capi di Big Tech (le grandi società tecnologiche da Apple a Microsoft, da Google a Amazon, a Meta e a diverse altre) sembrano escludere, preferendo messaggi allarmistici. Sundar Pichai, amministratore delegato di Google-Alphabet qualche giorno fa ha detto: se scoppiasse una bolla nel settore dell'IA «nessuna azienda ne sarebbe immune, inclusi noi». Pubblica ha ospitato il giornalista e saggista Michele Mezza e la filosofa della scienza Teresa Numerico.

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    Al via le prove sulle tre materie del semestre filtro (chimia, fisica e biologia) per tutti i pre-iscritti a Medicina e Chirurgia, Odontoiatria e Veterinaria, poi per tutti quelli che avranno passato i tre testi (scritti a risposta multipla) andranno in una graduatoria dove poi verranno ammessi a numero chiuso (per le università private e telematiche invece è rimasto lo sbarramento del test d’entrata). “Era difficile fare peggio del numero chiuso, ma la ministra c’è riuscita. Il numero chiuso spostato da settembre a gennaio è una ingiustizia in più e un favore ai privati”. Alessandro Bruscella, Coordinatore nazionale Unione degli Universitari, presenta il ricorso collettivo che da oggi verrà annunciato sotto il ministero con una manifestazione con Rete degli Studenti e altre organizzazioni. “Ci vuole un investimento strutturale, corsi di accesso aperti e poi specializzazioni anche a numero chiuso. Invece ci sono tagli ovunque”. Ascolta l'intervista di Claudio Jampaglia e Cinzia Poli ad Alessandro Bruscella.

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    A cura di Sara Milanese.

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