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Lo sciopero nazionale dopo la strage di Firenze, i problemi di Giorgia Meloni in Europa e le altre notizie della giornata

manifestazione per sicurezza sul lavoro

Il racconto della giornata di mercoledì 21 febbraio 2024 con le notizie principali del giornale radio delle 19.30. oggi c’è stato lo sciopero nazionale di due ore proclamato da Cgil e Uil nel settore delle costruzioni e in quello metalmeccanico dopo la strage di Firenze, in cui sono morti cinque operai. Il governo italiano ha ottenuto un accordo per la nuova direttiva-aria europea, che prevede una deroga di dieci anni per le zone, come la Pianura Padana. La procura di Roma ha aperto un’inchiesta sull’assegnazione dei lavori per la costruzione del ponte sullo stretto di Messina. Le prossime elezioni europee potrebbero mettere a nudo la grande contraddizione di Giorgia Meloni e delle sue aspirazioni di leader politica europea. A Londra oggi si è svolta la seconda giornata di udienza sull’estradizione di Julian Assange.

Sicurezza sul lavoro, Landini: “Basta chiacchiere”

Oggi un operaio è morto sul lavoro a Campofelice di Roccella, in provincia di Palermo. Aveva circa 50 anni, si chiamava Mario Cirincione ed è stato travolto dal crollo di un muro di una casa in ristrutturazione. Proprio oggi c’è stato lo sciopero nazionale di due ore proclamato da Cgil e Uil nel settore delle costruzioni e in quello metalmeccanico dopo la strage di Firenze, in cui sono morti cinque operai. Il governo ha risposto alla mobilitazione convocando sindacati e associazioni delle aziende per il 26 febbraio e annunciando che nella sua prossima riunione esaminerà un provvedimento in tema di sicurezza. Il comunicato diffuso oggi, in cui si parla per esempio di rafforzare controlli e sanzioni, è però generico ed è da capire quali misure saranno approvate esattamente. Tra le richieste dei sindacati c’è l’introduzione del reato di omicidio sul lavoro, a cui oggi il ministro della giustizia Nordio si è detto contrario. A Firenze c’è stata una manifestazione a cui hanno partecipato i capi di Cgil e Uil: “Basta chiacchiere, il governo apra una trattativa seria” ha detto Maurizio Landini.

10 anni di deroghe alle nuove regole europee sulla qualità dell’aria in Pianura Padana

Il governo italiano ha ottenuto che la nuova direttiva-aria, sui cui ieri è stato trovato l’accordo in sede europea, preveda una deroga di dieci anni per le zone che per condizioni orografiche o climatiche sono più lontane dagli obiettivi fissati in termini di concentrazione degli inquinanti: le aree con più smog insomma, avranno dieci anni in più per rientrare nei nuovi limiti. E su tutte, la pianura Padana. Il capodelegazione di Fratelli d’Italia al parlamento europeo, Fidanza, ha rivendicato questo come un grande risultato, ottenuto nel corso dei negoziati e di una missione a Bruxelles a cui hanno partecipato anche i governatori leghisti del nord. La direttiva attende ancora il via libera finale.

L’inchiesta sull’assegnazione dei lavori per la costruzione del ponte sullo stretto di Messina

La procura di Roma ha aperto un’inchiesta sull’assegnazione dei lavori per la costruzione del ponte sullo stretto di Messina. Il fascicolo è contro ignoti e fa seguito all’esposto presentato da alcuni parlamentari di opposizione dopo che la società Ponte sullo Stretto ha rifiutato di rendere pubbliche le modalità dell’assegnazione dei lavori e i relativi emolumenti. Dopo il diniego, dunque, gli stessi parlamentari hanno presentato un esposto alla magistratura. Tra loro c’è Angelo Bonelli, lo ascoltiamo.


Il leader della lega, e ministro delle infrastrutture, Salvini, ha commentato, accusando la sinistra di essere contro il lavoro e lo sviluppo. Al centro dell’indagine della magistratura c’è infatti il ministero di Salvini, e la mancanza di trasparenza nell’avvio della costruzione dell’infrastruttura di cui Salvini ha fatto la sua bandiera. Ma i guai maggiori per il leader della Lega vengono, in queste ore, dalla sua stessa maggioranza. Dopo le rettifiche venute dal governo alle sue dichiarazioni sul caso Navalny, domani lo scontro tra la Lega e gli alleati di governo si sposta su un altro tema: il terzo mandato ai governatori arriva al voto in commissione con i partiti di governo su posizioni opposte. Da Roma Anna Bredice:

 

Giorgia Meloni ha un problema in Europa

(di Alessandro principe)
Giorgia Meloni ha un problema in Europa, che oggi è più evidente che mai, con le parole di Von Der Leyen. Il gruppo dei Conservatori che presiede resterà tagliato fuori da ogni possibile accordo se non sarà chiaro e netto su europeismo e collocazione geopolitica dell’Europa. E’ impossibile lavorare con chi è contro lo stato di diritto o chi è amico di Putin ha detto Von der Leyen. Ogni riferimento è puramente voluto: è ha un nome: Viktor Orban. Il leader ungherese al momento non fa parte del gruppo dei Conservatori ma è a un passo dall’entrarci, è molto più di un’ipotesi che i membri del suo partito, Fidesz, dopo le elezioni siedano a Strasburgo accanto agli eurodeputati meloniani. L’estrema destra francese di Marion Marechal Le Pen – nipote di Marine Le Pen – è già nel gruppo. Per Giorgia Meloni l’incoerenza è grande: da una parte cerca di accreditarsi come leader conservatrice in grado di dialogare e fare accordi – e ottenere posizioni – con il maggior partito europeo, i Popolari della Von der Leyen. Dall’altra non riesce a svincolarsi dall’abbraccio mortale delle destre antieuropee e – nel caso di Orban – filo-Mosca. Non lo può fare, se vuole aspirare a guidare il terzo gruppo dell’europarlamento. Ma la concorrenza a destra gliela fa l’altro gruppo Identità e democrazia, quello dove ci sono Salvini, Marine Le Pen e l’estrema destra tedesca dell’Afd. Queste elezioni metteranno a nudo la grande contraddizione Giorgia Meloni e delle sue aspirazioni di leader politica europea.

l’attesa per il verdetto sull’estradizione di Julian Assange

A Londra oggi si è svolta la seconda giornata di udienza sull’estradizione di Julian Assange. I giudici dell’alta corte si sono ritirati in camera di consiglio: il verdetto è atteso a giorni. Anche nella giornata cruciale di oggi il fondatore di Wikileaks non era in aula, per motivi di salute. Se sarà estradato degli Stati Uniti rischia 175 anni di carcere per la diffusione dei file riservati che documentano, tra le altre cose, crimini di guerra delle forze statunitensi nelle guerre in Iraq e Afghanistan.

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