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Guarda che Lune! Flop referendum in Italia e la nuova sinistra che in Francia incalza Macron

Guarda che lune

Grazie. Dall’incontro con voi abbiamo imparato molto (nella foto Claudio Jampaglia e Giuseppe Mazza di spalle imparano dal pubblico). Oggi c’è molto da raccontare tra flop ai referendum in Italia e la vittoria di Nupes (Nuova unione popolare ecologica ed sociale) in Francia con proposte come abbassare il pensionamento a 60 anni, il salario minimo a 1.500 euro al mese, il ritorno delle tasse sul patrimonio e un congelamento dei prezzi sui beni essenziali.

Macron aveva stigmatizzato il senso delle proposte di sinistra eppure niente comunica più di proposte semplici, riconoscibili, che si facciano sentire nella vita vera delle persone. Se c’è questo, il resto arriva. Gli italiani hanno perso il gusto di votare ai referendum? Colpa loro o dei referendum? In Gran Bretagna è in corso un altro tipo di referendum per il Crisp In o per il Crisp Out, cioè mettere la patatine dentro o fuori i panini.

È una campagna pubblicitaria che mobilita chef e comunicatori con contest e gran finale nella città di Sandwich nel Kent. Il COVID forse ha cambiato il modo di comunicare il turismo, non vacanza, ma provare e immaginare, una vita diversa. Lo fa la Grecia:

Lo fa in un altro modo l’Islanda:

e anche una campagna di un marchio di borse che invita a passare altrove il giorno dell’indipendenza per essere buoni americani ovvero conoscere anche il punto i vista di altri. La campagna Change the Week promossa in Gran Bretagna da intellettuali e docenti vuole farci riflettere che sul fatto che la settimana è una invenzione e quindi potremmo anche cambiarla (questo lo spot), magari riducendo la settimana lavorativa a 4 giorni.

In California devono decidere se votare sulle 32 ore settimanali e negli Emirati Arabi hanno cambiato il fine settimana, il venerdì mezza giornata consacrata al lavoro e l’altra mezza alla preghiera, ma poi sabato e domenica libere come in occidente.

La campagna di Adidas sui tanti modelli di reggiseno sportivo adatti a tutte le diverse necessità e conformazione del seno è stata bandita dall’Authority inglese perché mostra tanti seni nudi tutti diversi; sempre sul Guardian diverse donne hanno però detto “tutto ciò che de-sessualizza il seno e normalizza i capezzoli è utile e va bene”.

Ecco un tipico bivio: proibire oppure incoraggiare? Ne abbiamo discusso con voi ieri ma non abbiamo trovato una risposta univoca. E allora viva il dubbio che ci porta più lontano, ci fa scoprire più cose, e alla fine magari ci dà anche le risposte utili. E poi produce più pace, mentre la certezza produce più guerra. Non deve pensarla così, forse Emanuele Trevi, scrittore che apprezziamo molto, che ha definito in tv pochi giorni fa “infame” il manifesto dell’ultima Peugia-Assisi. Non spetta noi difendere il manifesto e c’è chi lo ha fatto a buon titolo. Ma segnaliamo che la parola infame significa: “Di persona che, per aver compiuto azioni particolarmente turpi e spregevoli, si è resa indegna della pubblica stima”. Un grande dispiacere che un intellettuale non trovi altre parole per criticare il punto di vista pacifista che considera tutta la violenza armata come qualcosa da respingere e non per questo rientrare nella definizione di infame.

  • Autore articolo
    Claudio Jampaglia
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    L’esercito israeliano ha lanciato questa notte l’invasione di terra su Gaza City. Da ieri i carri armati sono entrati nel cuore della principale città della striscia, e i bombardamenti hanno colpito senza sosta strade, case, infrastrutture. Da questa mattina, i morti sono 89. Centinaia di migliaia di persone vivono ancora nella città. Migliaia di persone stanno invece cercando di fuggire, in un esodo verso un sud che non ha più spazio per ospitarli. Il servizio di Valeria Schroter.

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    Esteri di martedì 16/09/2025

    1) “Gaza brucia di fronte al suo mare, testimone della sua tragedia”. L’esercito israeliano ha lanciato l’offensiva di terra sulla principale città della striscia. L’esodo in mezzo alle bombe. Quasi 90 i morti da questa mattina. (Valeria Schroter) 2) Israele come Sparta. Mentre l’ONU stabilisce che quello in corso a Gaza è genocidio, Netanyahu ammette l’isolamento internazionale e dipinge un futuro di autarchia e guerra permanente. (Anna Foa, Eric Salerno) 3) Gli Stati Uniti continuano a colpire il Venezuela. Trump punta a rovesciare il regime di Maduro con la scusa della lotta al narcotraffico. (Alfredo Somoza) 4) Cinquant’anni fa l’indipendenza della Papua Nuova Guinea. Il paese oggi è vittima della maledizione della ricchezza e rischia di finire ostaggio di un nuovo braccio di ferro tra occidente e Cina. (Chawki Senouci) 5) Spagna, l’estrema destra torna a riunirsi a Madrid. Il primo passo verso una grande alleanza di tutte le destre europee. (Giulio Maria Piantadosi) 6) Rubrica Sportiva. Julia Paternain, la maratoneta uruguayana entra nella storia vincendo la prima medaglia ai mondiali di atletica per il paese sudamericano. (Luca Parena)

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    “E’ stato bello rendersi conto che la figura di Woodie Guthrie è ancora molto viva anche fuori dagli Stati Uniti”, racconta Sarah Lee, nipote dell’icona folk americana. “Le problematiche di cui cantava lui ottant’anni fa sono ancora attuali”, riferendosi al tema dell’immigrazione e alla difficile situazione al confine con il Messico. Con la sua musica Woody Guthrie "affrontava un concetto molto basilare di umanità e speranza, ovvero il trattare le persone come persone, aiutandosi a vicenda nei momenti di difficoltà": lo stesso messaggio che ora le Guthrie Family Singers vogliono portare avanti. Ascolta l’intervista di Elisa Graci alle Guthrie Family Singers.

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    Un percorso attraverso la stratificazione sociale italiana, un viaggio nell’ascensore sociale del Belpaese, spesso rotto da anni e in attesa di manutenzione, che parte dal sottoscala con l’ambizione di arrivare al roof top con l’obiettivo dichiarato di trovare scorciatoie per entrare nelle stanze del lusso più sfrenato e dell’abbienza. Ma anche uno spazio per arricchirsi culturalmente e sfondare le porte dei salotti buoni, per sdraiarci sui loro divani e mettere i piedi sul tavolo. A cura di Alessandro Diegoli e Disma Pestalozza

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