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Goerlitz, la città che potrebbe avere un sindaco dell’Afd

Goerlitz, la città che potrebbe avere un sindaco dell'Afd

Di solito l’elezione del sindaco di una città di circa 57 mila abitanti non ha risonanza sulla stampa nazionale o addirittura internazionale. Nel caso di Goerlitz, in Sassonia, però è diverso. Perché la città più ad est della Germania, al confine con la Polonia, potrebbe domenica diventare la prima ad avere come sindaco un esponente dell’AfD. Dando, in un Land roccaforte del partito di destra radicale, anche un segnale importante per le elezioni regionali a settembre.

Il candidato dell’Alternativa per la Germania, Sebastian Wippel ha vinto il primo turno con oltre il 36% dei voti, davanti al cristiano-democratico Octavian Ursu. Per il secondo turno, Verdi e Linke hanno invitato, con toni più o meno espliciti, i propri sostenitori ad evitare che Goerlitz vada nelle mani dell’AfD. Anche decine di artisti ed esponenti del mondo del cinema internazionale hanno lanciato un appello agli abitanti della città – soprannominata “Goerliwood” per aver fatto da set a numerosi film. Goerlitz può vantare circa 4000 monumenti, si definisce città europea, ha, assieme alla vicina Zittau, un’università internazionale. Di contro ci sono però disoccupazione ben al di sopra della media tedesca, stipendi al di sotto della media, gente che se ne va altrove. E girando per le strade, accanto a palazzi dalle facciate curate si vedono edifici in uno stato quasi decadente.

Economia, famiglia, sicurezza. Su questo punta Sebastian Wippel. 36 anni, commissario di polizia ora deputato regionale AfD. Per lui sono venuti a Goerlitz anche esponenti di primo piano del partito. Ai nostri microfoni Wippel si definisce un liberale di destra. Vuole rafforzare la funzione di porta verso l’Europa centro orientale della città, mantenerne la collaborazione con i vicini, Polonia e Repubblica Ceka. Ma, dice, servono controlli alla frontiera al fine di combattere la criminalità. Lamenta poi che l’immigrazione, definita “di massa”, rischia di cambiare l’aspetto della Germania, che a Goerlitz gruppi di giovani arabi hanno di fatto preso possesso di punti della città. Ritiene che chi viene in Germania come rifugiato abbia il dovere di integrarsi e di accettarne i valori senza se e senza ma. Ed aggiunge: gli ospiti sono benvenuti, ma le regole del gioco le decidiamo noi.

Alle elezioni europee, l’AfD si è piazzata in Sassonia al primo posto. Ed anche gli ultimi sondaggi la danno in testa, davanti alla CDU. Vincere domenica significherebbe, per il partito, segnare un’altra tappa nella marcia verso le regionali. Con la speranza, anche, di iniziare a mettere un’ipoteca su chi, tra pochi mesi, governerà la Sassonia.

  • Autore articolo
    Flavia Mosca Goretta
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    1) “Il mondo non deve lasciarsi ingannare: a Gaza il genocidio non è finito”. Il nuovo rapporto di Amnesty International ci chiede di non voltare la faccia dall’altra parte. (Riccardo Noury - Amnesty Italia) 2) Negligenza e corruzione. Cosa c’è dietro l’incendio del complesso residenziale di Hong Kong costato la vita a decine di persone. (Ilaria Maria Sala, giornalista e scrittrice) 3) Stati Uniti, l’attacco di Washington potrà avere effetti a lungo termine sulle politiche migratorie dell’amministrazione Trump e sulla vita di migliaia di migranti. (Roberto Festa) 4) Francia, dall’estate 2026 torna il servizio militare volontario. Il presidente Macron ha annunciato oggi quello che sembra più che altro un segnale politico e strategico. (Francesco Giorgini) 5) Spagna, una marea di studenti e professori in piazza a Madrid contro i tagli alle università pubbliche. La regione della capitale, guidata dalla destra, è quella che spende meno per gli studenti in tutto il paese. (Giulio Maria Piantedosi) 6) World Music. Entre Ilhas, l’album che celebra diversità e affinità musicali degli arcipelaghi della Macaronesia. (Marcello Lorrai)

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    L’Orizzonte - 27-11-2025

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    A Gaza il genocidio non è finito

    A oltre un mese dall’annuncio del cessate il fuoco nella striscia di Gaza, le autorità israeliane stanno ancora commettendo il crimine di genocidio nei confronti della popolazione palestinese. Un nuovo rapporto di Amnesty International, che contiene un’analisi giuridica del genocidio in atto e testimonianze di abitanti della Striscia di Gaza e di personale medico e umanitario, evidenzia come Israele stia continuando a sottoporre deliberatamente la popolazione della Striscia a condizioni di vita volte a provocare la sua distruzione fisica, senza alcun segnale di un cambiamento nelle loro intenzioni. Martina Stefanoni ne ha parlato con Riccardo Noury, portavoce di Amnesty Italia.

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    Un percorso attraverso la stratificazione sociale italiana, un viaggio nell’ascensore sociale del Belpaese, spesso rotto da anni e in attesa di manutenzione, che parte dal sottoscala con l’ambizione di arrivare al roof top con l’obiettivo dichiarato di trovare scorciatoie per entrare nelle stanze del lusso più sfrenato e dell’abbienza. Ma anche uno spazio per arricchirsi culturalmente e sfondare le porte dei salotti buoni, per sdraiarci sui loro divani e mettere i piedi sul tavolo. A cura di Alessandro Diegoli e Disma Pestalozza

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    Stuart Murdoch: "Il mio primo romanzo non è una biografia, ma racconta la mia storia e la storia della mia malattia"

    Il leader dei Belle & Sebastian racconta "L'impero di nessuno", il suo libro d'esordio, ai microfoni di Volume. Un libro che lui stesso definisce di autofiction: "La maggior parte delle cose che accadono a Stephen, il protagonista, sono successe anche a me". 10 anni fa, Murdoch aveva scritto una canzone con il medesimo titolo: "Il romanzo tocca gli stessi temi: Stephen ha un'amica del cuore, Carrie, entrambi hanno la stessa malattia e si sostengono e ispirano a vicenda". La malattia è l'encefalomielite mialgica: "Mentre scrivevo immaginavo il mio pubblico, e il mio pubblico era il gruppo di supporto per l’encefalomielite che frequentavo negli anni Novanta. Immaginavo di scrivere per loro, e questo mi ha aiutato a trovare il tono giusto". Ascolta l'intervista di Niccolò Vecchia a Stuart Murdoch.

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