Approfondimenti

Gli strappi interni al Partito Democratico, le rivelazioni sul caso Dugin e le altre notizie della giornata

enrico letta

Il racconto della giornata di giovedì 6 ottobre 2022 con le notizie principali del giornale radio delle 19.30
Il Partito Democratico tra confusione e strappi interni e la sua ripartenza mancata. Le rivelazioni sul caso di Daria Dugina. Il naufragio di migranti al largo dell’isola di Lesbo. Annie Ernaux vince il premio Nobel per la letteratura 2022.

Strappi e confusione all’interno del Partito Democratico

(di Anna Bredice)

Sciogliere le correnti, anzi il correntismo, chiede Verini, Provenzano denuncia un dossieraggio interno per togliere dalla lista un ragazzo di 28 anni. La direzione del Partito democratico, una lunghissima riunione in streaming durata dieci ore, ha tirato fuori tutto il malcontento, la frustrazione, le critiche di un partito che dopo anni di governo, ora passa all’opposizione. Una specie di choc collettivo che si nota anche nei nervi tesi delle persone in sala. I sospetti che gli interventi risentano del bilancino delle correnti, la corsa a intervenire nelle ore clou perché in streaming: la prima occasione per parlare delle elezioni mostra un partito come direbbe Almodovar sull’orlo di una crisi di nervi. Letta in mattinata ha indicato i tempi del congresso e abbozzato qualche autocritica, quella più evidente è stato l’errore riconosciuto di aver sostenuto troppi governi di unità nazionale, ora è tempo invece, dice, di andare all’opposizione, dura e intransigente ed essere pronti per andare al voto, perché il governo della destra potrebbe non durare a lungo. Un’autocritica che Anna Ascani traduce con una immagine molto chiara, “quando si rompe un tubo chiami l’idraulico, noi siamo stati l’idraulico del paese”. Orlando fa sua questa riflessione, “siamo diventati l’agenda Monti e l’agenda Draghi”. Ma Orlando, che forse aspira a diventare il candidato di un’area di sinistra, affronta un altro punto, che Letta non ha completamente scoperchiato. “Dobbiamo decidere da che parte stare nel conflitto sociale, perché quando diciamo che il reddito di cittadinanza deve essere modificato chi ce l’ha non ti vota perché pensa che lo vuoi togliere, chi lo vuole togliere non ti vota perché pensa che lo vuoi tenere, ammette Orlando. Nelle decine di interventi sono stati toccati tanti punti deboli del partito, per alcuni anche personali, come nel caso di Cirinnà e di Morani che hanno pagato lo scotto di stare in collegi perdenti. Critiche al modo con cui si sono fatte le alleanze elettorali considerate come un fine e non come un mezzo per vincere e poi i tempi del congresso e su questi si intravede la guerra tra le correnti del partito, perché chi sostiene Bonaccini vuole fare in fretta, altri chiedono tempi più lunghi. Letta indica marzo come chiusura del tutto, cinque mesi, un periodo importante perché saranno i primi di un governo di destra e perché ci saranno le regionali, gestite ancora dall’attuale segretario, che non si candida ma deve gestire una transizione difficile.

La ripartenza mancata del Partito Democratico

(di Michele Migone)

Se la riunione della Direzione Nazionale del PD doveva essere l’inizio di un processo di rifondazione del partito, la partenza è stata fatta con il piede sbagliato. La relazione di Enrico Letta non è stata quella di un momento spartiacque nella storia dei democratici: il segretario è pronto a passare il testimone, non a ricostruire la casa dalle fondamenta. Per merito degli interventi di alcune donne, il dibattito è stato esplicito sulla questione di genere dentro il partito, ma è risultato invece piuttosto anestetizzato sul resto, sugli errori politici fatti in questi anni. Tra qualche frecciata polemica contro gli avversari interni, diverse auto assoluzioni, alcune rare riflessioni sugli effetti immobilizzanti sul partito delle correnti e dei loro capi, la direzione nazionale non è stato il momento catartico che alcuni si aspettavano. Un dibattito incline a concentrarsi più su a come arrivare al Congresso, alle candidature che emergeranno, piuttosto che a porre le basi per una discussione profonda sull’identità politica che dovrebbe assumere il PD. L’impressione è quella di un percorso già scelto, ma non esplicitato: un nuovo segretario che possa mantenere gli equilibri interni – Stefano Bonaccini rimane il più quotato -, capace di allargare la base del consenso, non solo perché darà vigore alla questione dei diritti sociali oltre a quelli civili, ma soprattutto perché sarà in grado di approfittare delle possibili fratture della Destra al governo; forse il pensiero è che Giorgia Meloni non riesca a stare 5 anni a Palazzo Chigi. Se questa fosse la scommessa del Pd, si tratterebbe di una scommessa giocata più sui possibili errori altrui che sulla conquista di una nuova identità politica. Un scommessa che, se persa, renderebbe la traversata nel deserto dell’intera sinistra italiana ancora più lunga.

Le rivelazioni del New York Times sulla responsabilità della morte di Daria Dugina

Mentre in Europa si discute delle conseguenze della guerra in campo economico ed energetico, in Ucraina la controffensiva di Kiev continua: dall’inizio di ottobre nella provincia di Kherson sono stati riconquistati circa 400 chilometri quadrati di territorio. E questo nonostante i pesanti bombardamenti che Mosca ha ripreso a condurre di notte su molte città lungo la linea di contatto.

Sul piano delle sanzioni, oggi l’unione europea ha aggiunto l’ideologo ultranazionalista Alexandre Dugin alla lista dei soggetti vicini al regime di Putin sottoposti a sanzioni. L’annuncio arriva all’indomani delle rivelazioni, riportate dal New York Times, secondo cui l’intelligence statunitense attribuisce a Kiev, e ad ambienti vicini al presidente Zelensky, l’organizzazione dell’attentato in cui è morta la figlia dell’ideologo di Putin. Perchè Washington, in questo momento della guerra, lascia trapelare un’accusa così pesante nei confronti del governo di Kiev? lo abbiamo chiesto all’americanista Mario Del Pero.

Naufragio al largo dell’isola di Lesbo: 22 vittime accertate

Nel mar Egeo il vento forte sta ostacolando le ricerche dei dispersi, dopo i due naufragi di migranti avvenuti nel giro di poche ore tra Grecia e Turchia. Sono 22 le vittime finora accertate, ma potrebbero essere di più: all’appello mancano ancora decine di persone. “Le operazioni sono complesse, è difficile entrare in azione con le barche a causa dei venti, le speranze di recuperare qualcuno in vita sono molto poche”, ha dichiarato la guardia costiera greca.
Sul gommone, affondato questa mattina al largo dell’isola di Lesbo, c’erano quasi solo donne. Sedici di loro sono morte nel naufragio. Provenivano dall’Africa, soprattutto dalla Somalia. Negli ultimi tempi una delle rotte più battute dai migranti è quella che ha come destinazione l’Arabia Saudita.
Ce lo ha spiegato Miriam Bressaglia, capo progetto di InterSos a Lesbo.

Il premio Nobel per la letteratura va a Annie Ernaux

Il premio Nobel per la letteratura 2022 è stato assegnato alla scrittrice francese Annie Ernaux. Nella motivazione del premio, l’Accademia svedese ha lodato “il coraggio e l’acutezza clinica con cui Ernaux scopre le radici, gli allontanamenti e i vincoli collettivi della memoria personale”. La scrittrice ha saputo del premio dalla Tv, nella sua casa nei sobborghi parigini. Raggiunta la sede dell’editore Gallimard, Ernaux ha usato il riconoscimento per parlare dei diritti delle donne. “Lotterò fino al mio ultimo respiro affinché le donne possano scegliere se essere madri o meno – ha detto. E ha continuato: “la contraccezione e il diritto all’aborto sono un diritto fondamentale, la matrice della libertà delle donna”. Citando la situazione politica italiana, Ernaux ha spiegato che l’estrema destra “nella storia non è stata mai favorevole alle donne”. Nata 82 anni in una famiglia di piccoli commercianti della Normandia, Annie Ernaux è stata insegnante e negli anni Settanta militante del movimento femminista. Il suo primo romanzo, del 1974, è “Gli armadi vuoti”. Da allora – in opere come “Il posto”, “Gli anni”, “L’altra figlia”, “Memoria di ragazza”, “L’evento” – Ernaux ha sviluppato una forma-romanzo che intreccia prosa narrativa, diaristica, biografia, sociologia. Con uno stile scabro, intimo, diretto, Annie Ernaux è riuscita a raccontare episodi della sua vita – l’aborto, gli amori exta-coniugali, la vergogna dell’ascesa sociale, la malattia – facendone specchio di un’esperienza più vasta e universale.

  • Autore articolo
    Redazione
ARTICOLI CORRELATITutti gli articoli
POTREBBE PIACERTI ANCHETutte le trasmissioni

Adesso in diretta

  • Ascolta la diretta

Ultimo giornale Radio

  • PlayStop

    Giornale Radio venerdì 07/11 07:30

    Le notizie. I protagonisti. Le opinioni. Le analisi. Tutto questo nelle tre edizioni principali del notiziario di Radio Popolare, al mattino, a metà giornata e alla sera.

    Giornale Radio - 07-11-2025

Ultimo giornale Radio in breve

  • PlayStop

    Gr in breve venerdì 07/11 07:00

    Edizione breve del notiziario di Radio Popolare. Le notizie. I protagonisti. Le opinioni. Le analisi.

    Giornale Radio in breve - 07-11-2025

Ultima Rassegna stampa

  • PlayStop

    Rassegna stampa di venerdì 07/11/2025

    La rassegna stampa di Popolare Network non si limita ad una carrellata sulle prime pagine dei principali quotidiani italiani: entra in profondità, scova notizie curiose, evidenzia punti di vista differenti e scopre strane analogie tra giornali che dovrebbero pensarla diversamente.

    Rassegna stampa - 07-11-2025

Ultimo Metroregione

  • PlayStop

    Metroregione di venerdì 07/11/2025 delle 07:15

    Metroregione è il notiziario regionale di Radio Popolare. Racconta le notizie che arrivano dal territorio della Lombardia, con particolare attenzione ai fatti che riguardano la politica locale, le lotte sindacali e le questioni che riguardano i nuovi cittadini. Da Milano agli altri capoluoghi di provincia lombardi, senza dimenticare i comuni più piccoli, da dove possono arrivare storie esemplificative dei cambiamenti della nostra società.

    Metroregione - 07-11-2025

Ultimi Podcasts

  • PlayStop

    Presto Presto - Lo stretto indispensabile di venerdì 07/11/2025

    Il kit di informazioni essenziali per potere affrontare la giornata (secondo noi).

    Presto Presto – Lo stretto indispensabile - 07-11-2025

  • PlayStop

    Presto Presto - Giornali e commenti di venerdì 07/11/2025

    La mattina inizia con le segnalazioni dai quotidiani e altri media, tra prime pagine, segnalazioni, musica, meteo e qualche sorpresa.

    Presto Presto – Giornali e commenti - 07-11-2025

  • PlayStop

    Di palo in frasca di venerdì 07/11/2025

    A cura di Marco Piccardi - Ospite in studio Enzo Gentile 1) Penguin Cafè Orchestra, Scherzo and Trio (sigla) 2) Louis Sclavis, Charmes 3) Willem Breuker Kollektief, Hopsa Hopsa 4) Equipe 84, Io ho in mente te 5) Jimi Hendrix, Voodoo Child (Slight Return) 6) Leonard Cohen, I’m Your Man 7) Ludovico Einaudi, Melodia africana 1 8) Dollar Brand (Abdullah Ibrahim), The Pilgrim/Moniebah

    Di palo in frasca - 06-11-2025

  • PlayStop

    Labirinti Musicali di giovedì 06/11/2025

    "Labirinti Musicali" ideato dalla redazione musicale classica di Radio Popolare, in ogni episodio esplora storie, aneddoti e curiosità legate alla musica attraverso racconti che intrecciano parole e ascolti. Non è una lezione, ma una confidenza che guida l’ascoltatore attraverso percorsi musicali inaspettati, simili a un labirinto. Il programma offre angolazioni nuove su dischi, libri e personaggi, cercando di sorprendere e coinvolgere, proprio come un labirinto acustico da esplorare.

    Labirinti Musicali - 06-11-2025

  • PlayStop

    News della notte di giovedì 06/11/2025

    L’ultimo approfondimento dei temi d’attualità in chiusura di giornata

    News della notte - 06-11-2025

  • PlayStop

    Live Pop di giovedì 06/11/2025

    Ogni giovedì alle 21.30, l’auditorium Demetrio Stratos di Radio Popolare ospita concerti, presentazioni di libri, reading e serate speciali aperte al pubblico.

    Live Pop - 06-11-2025

  • PlayStop

    Uscita di Sicurezza di giovedì 06/11/2025

    La trasmissione in collaborazione con la Camera del Lavoro di Milano che racconta e approfondisce con il vostro aiuto le condizioni di pericolo per la salute e la sicurezza che si vivono quotidianamente nei luoghi di lavoro. Perché quando succede un incidente è sempre troppo tardi, bisognava prevedere e prevenire prima. Una questione di cultura e di responsabilità di tutte e tutti, noi compresi. con Stefano Ruberto, responsabile salute e sicurezza della Camera del Lavoro di Milano.

    Uscita di Sicurezza - 06-11-2025

  • PlayStop

    L'Orizzonte delle Venti di giovedì 06/11/2025

    A fine giornata selezioniamo il fatto nazionale o internazionale che ci è sembrato più interessante e lo sviluppiamo con il contributo dei nostri ospiti e collaboratori. Un approfondimento che chiude la giornata dell'informazione di Radio Popolare e fa da ponte con il giorno successivo.

    L’Orizzonte delle Venti - 06-11-2025

  • PlayStop

    Esteri di giovedì 06/11/2025

    1) “Il cessate il fuoco è una bugia”. Dopo un mese dall’accordo, da Gaza ci raccontano una situazione molto diversa dalla pace. Niente cibo, niente acqua e niente sicurezza. (Fatima da Khan Younis) 2) Lo shutdown più lungo della storia degli Stati Uniti. Da domani il traffico aereo verrà tagliato del 10%, e l’incertezza economica impatta sempre più pesantemente sulla vita degli americani. (Roberto Festa) 3) “Ho perso il conto di quanti ne abbiamo accecato”. Un’inchiesta dei giornali francesi Mediapart e Liberation svela comportamenti sadici e violenti della polizia in una manifestazione del 2023 a Sainte-Soline. (Francesco Giorgini) 4) Belem 2025, ultima chiamata. Diario dalla Cop30: le piccole isole del pacifico lottano con l’arma del diritto internazionale per difendere la propria sopravvivenza. (Alice Franchi) 5) World Music. “Fake Line: Sono Levant”, 36 tracce e altrettanti artisti mediorientali in una compilation contro il genocidio a Gaza e i “falsi confini” coloniali (Marcello Lorrai)

    Esteri - 06-11-2025

Adesso in diretta