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Gaza, gemelli di quattro giorni uccisi insieme alla mamma da una bomba

uccisi GAZA 2024 ANSA

Il 10 agosto Jumann Arfa ha pubblicato su Facebook l’annuncio: i gemelli sono arrivati. Asser e Ayssel, un maschio e una femmina. I primi figli di Jumann e di suo marito Mohamed. Jumann, che era una farmacista, aveva partorito con un taglio cesareo e gli amici, sotto il suo post su Facebook, si rallegravano che tutto fosse andato per il meglio, nonostante le condizioni in cui le donne nella striscia di Gaza devono partorire.

Jumann e Mohamed poche settimane dopo l’inizio della guerra avevano dovuto lasciare la loro casa a Gaza City ed erano sfollati nel centro della striscia, a Deir el Balah, come ordinato da Israele. Con fatica avevano trovato un appartamento, perché una tenda non va bene per una donna incinta. Il 13 agosto il papà dei neonati è andato a registrare la loro nascita all’ufficio anagrafe poco lontano da casa. È qui che è arrivata la telefonata dai vicini: “La tua casa è stata colpita”, sono morti tutti: Jumann, sua madre e i due gemelli, nati da 4 giorni.

In questi 10 mesi, i bambini uccisi dai raid israeliani a Gaza nati dopo il 7 ottobre sono 115, più di duemila invece i bambini morti che avevano meno di due anni. In totale, sono quasi 40mila le vittime. Non sono solo numeri. Ogni morto, ogni ferito, ogni disperso ha una storia e una famiglia distrutta alle spalle. A gennaio, da Rafah, Jumann, scriveva su Facebook: “Ci vorrà un cuore più grande per sopportare tutto questo dolore, ci vorranno tante preghiere per dimenticare tutto quello che abbiamo passato”. Noi, invece, non dovremmo dimenticare mai.

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    Martina Stefanoni
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    L’Istat ha pubblicato i report sugli scontri stradali, su base regionale (relativi al 2024) e anche alcuni dati sui primi sei mesi di quest’anno. Ci sono meno feriti e meno vittime sulle strade, anche se i numeri restano ancora drammaticamente elevati. Secondo l’Istituto di Statistica nel primo semestre del 2025 i morti sono stati 1310 (si parla di morti per scontri stradali se il decesso avviene entro 30 giorni dall’evento, quindi sono escluse le persone che muoiono, nonostante la causa siano le conseguenze dello scontro, oltre quel limite temporale) contro i 1406 dello stesso periodo dell’anno precedente. I feriti sono stati 111090, anche in questo caso in calo rispetto al 2024, quando erano stati 112428. Gli obiettivi europei sulla sicurezza stradale prevedono il dimezzamento del numero di vittime e feriti gravi entro il 2030 rispetto all’anno di riferimento, che è il 2019. In Italia al momento registriamo una diminuzione del 4,5% (in Lombardia del 12,6). Bisogna ancora fare molto per riuscire a raggiungere l’obiettivo. Uno degli aspetti fondamentali, oltre la diminuzione della velocità, è l’incremento dell’educazione stradale. Stefano Guarnieri, padre di Lorenzo, morto nel 2010 a causa di un omicidio stradale a Firenze ha fondato l’associazione Lorenzo Guarnieri, che da anni si impegna a portare avanti un discorso di educazione. Alessandro Braga lo ha intervistato nella trasmissione Tutto Scorre.

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