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Francia – Algeria: è possibile costruire una memoria condivisa?

Francia Algeria - Stora Macron ANSA

A Parigi e ad Algeri la storia coloniale e le conseguenze della guerra hanno creato un trauma profondo e ancora vivo. Negli ultimi vent’anni i capi di stato francesi hanno evocato spesso il tema sensibile della memoria franco-algerina e il rapporto che lo storico Benjamin Stora ha consegnato la settimana scorsa al presidente della Repubblica cerca per la prima volta di fare il punto sulla questione. Avanzando 22 proposte e raccomandazioni per favorire una riconciliazione memoriale.

Era stato Emmanuel Macron ad affidare questo progetto a Stora, dopo aver promesso a inizio 2020 che avrebbe affrontato la questione della guerra d’Algeria, evocando il discorso con cui Jacques Chiraq nel 95 aveva ammesso la responsabilità dello stato francese nella Shoah. Nato a Costantina, nel nord-est del paese, da una famiglia ebraica, Benjamin Stora arriva in Francia nel 62 e, da studente, partecipa al 68 tra le fila trozkiste, prima di buttarsi a capofitto nelle ricerche storiche sul suo paese d’origine e diventare uno dei ricercatori più stimati e prolifici nel campo.

Con questo rapporto, spera di gettare le basi per poter uscire dalla “comunitarizzazione delle memorie” che ha spinto tutti i gruppi coinvolti nella guerra a “chiudersi nelle loro sofferenze senza riconoscere quella degli altri”. Siano essi algerini, soldati francesi, pieds-noirs, harkis o figli dell’immigrazione algerina.

Le proposte del rapporto spaziano dalla creazione di una commissione di “Memoria e verità”, al dare nuovo slancio a progetti come la guida degli scomparsi, per ritrovare i corpi degli uomini spariti durante la guerra. Oltre agli atti simbolici, come dedicare una stele all’emiro Abdelkader, che ha combattuto i conquistatori francesi, Stora invita la Francia a riconoscere le conseguenze dei test nucleari, a rendere accessibili i suoi archivi e a dare più spazio alla storia della colonizzazione e della guerra d’Algeria nei manuali scolastici.

Le critiche al rapporto non si sono fatte attendere. Soprattutto sugli archivi, di cui Algeri chiede da sempre la restituzione integrale ma che in realtà fa comodo un po’ a tutti che rimangano in Francia: ad oggi, i pochi documenti che ci sono Algeria sono in gran parte inaccessibili o secretati e Parigi non fa meglio, denunciano i ricercatori. Aprire gli archivi permetterebbe magari di far venire alla luce molti crimini, colpi bassi e segreti di entrambi le parti, ma dissiperebbe anche molti fantasmi che alimentano i rancori. Altra perplessità, la decisione di Stora di scartare l’idea che la Francia si scusi per la colonizzazione e la guerra. Un gesto insufficiente, dice lo storico, che auspica piuttosto un lavoro di lungo termine sull’educazione e la conoscenza reciproca. Cercando di sbrogliare la matassa di una memoria storica occultata e falsata dagli stereotipi e creando delle passerelle tra i due Paesi.

  • Autore articolo
    Luisa Nannipieri
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    1) Il vicepresidente degli Stati Uniti arriva in Israele per vigilare sulla tenuta della tregua a Gaza. La casa bianca teme che Netanyahu possa far saltare tutto. (Martino Mazzonis) 2) Torture, abusi e violenze. I prigionieri palestinesi tornano a casa e raccontano la loro detenzione. (Valeria Schroter) 3) Sarkozy va in carcere acclamato dalla folla e accompagnato dalla marsigliese e la classe politica francese innalza l’ex presidente da colpevole a martire. (Francesco Giorgini) 4) Stati Uniti, la distruzione della casa bianca per far spazio ad una sala da ballo è la rappresentazione plastica del processo di smantellamento della politica e della società americana portato avanti da Trump. (Roberto Festa) 5) Il Giappone ha la prima premier donna della sua storia. Ma questa non è necessariamente una buona notizia per le donne di un paese profondamente maschilista. ( Marco Zappa - Ca' Foscari) 6) Spagna, la rotta migratoria verso le Baleari è l’unica in crescita e infiamma la retorica razzista dei governi locali di destra. (Giulio Maria Piantedosi) 7) Rubrica Sportiva. Una delle vittorie più sorprendenti nella storia del calcio europeo. La squadra di un paesino svedese di 1200 abitanti vince il campionato. (Luca Parena)

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