Approfondimenti

Fiorella Mannoia, parlare di pace oggi è un atto rivoluzionario

- Una chiacchierata con Fiorella Mannoia tra la nuova tournèe, il concerto per la pace a Milano con tanti colleghi e l'importanza di far sentire la propria voce

“ Diciamo che il teatro è l’ambiente a me congeniale. La maggior parte delle mie tournée sono teatrali ed è il luogo più adatto per sentire un tipo di musica che ha bisogno di ascolto, di attenzione.”

Inizia così la lunga chiacchierata telefonica con Fiorella Mannoia, in partenza a breve per una nuova tranche del suo “Fiorella Sinfonica Live con Orchestra”, tour che la impegnerà fino alle soglie del prossimo Natale facendola esibire, appunto, nel contesto di diversi teatri italiani.

“Si crea un’intimità nel teatro che negli spazi molto grandi un po’ si affievolisce. Il teatro è il mio ambiente naturale” prosegue Fiorella. “Ho sempre fatto tournée teatrali lunghissime e questa ci sta dando tante soddisfazioni, perché da molti anni desideravo farne una con un’orchestra sinfonica. Ma vuol dire anche riarrangiare tutte le canzoni in funzione dell’orchestra. È stato un esperimento che avevamo voluto fare e ci ha dato tante soddisfazioni perché quest’estate abbiamo riempito tutti i luoghi dove siamo andati a cantare”.

Il tour ripartirà dagli Arcimboldi a Milano questa sera, per replicare domani. Ma proprio Milano, o meglio, Assago, vedrà a breve impegnata la cantante in un evento a cui tiene particolarmente.

Il 23 ottobre si terrà infatti al Forum il Concerto per la Pace, che vedrà alternarsi sul palco 14 tra i principali artisti della scena musicale italiana in una lunga serata i cui fondi andranno in beneficenza Emergency a Medici Senza Frontiere per l’emergenza di Gaza.

“Oggi parlare di pace sembra un atto rivoluzionario” ci confida. “Quello che mi fa più paura è che ci stiamo abituando alla guerra. Ci arrivano notizie di civili morti, di bambini spezzati. Stiamo cominciando a non avere nessuna reazione, come se la guerra fosse un fatto climatico, come ci si abitua alla pioggia. Anzi c’è anche un incitamento alla guerra che mi fa paura. E come muovi un’obiezione, come dici “Ma siamo sicuri?”, ti rispondono “Allora vanno a dire a Putin, o ad Hamas!”. Capito come siamo ridotti? Che ci stiamo mettendo gli uni contro gli altri per una cosa che dovrebbe essere soltanto umana. Dobbiamo avere il coraggio di dire no, non nel nostro nome. Perché dove ci sta portando questa spirale di guerra? Ci sta portando a qualcosa di catastrofico.

Ma davvero lo vogliamo? Davvero non ci vogliamo fermare a riflettere sul fatto che il mondo è in fiamme in questo momento? Ne abbiamo una nel cuore dell’Europa, a pochi chilometri da noi. E non c’è nessuno che voglia fermare questa guerra. L’Europa tace su tutto quello che ci sta succedendo intorno.Io e i miei colleghi” prosegue “ci siamo sentiti anche per telefono. Ci siamo detti che è un dovere, lo dobbiamo fare perché abbiamo il dovere come artisti di far sentire la nostra voce. Di dire no, fermiamoci. Poi non succederà niente, non riusciremo a fare niente, ma almeno un giorno potremo dire “noi ci abbiamo provato, noi abbiamo fatto sentire la nostra voce”.

Sono tanti i colleghi coinvolti in questo progetto, il che dà speranza, perché davvero mettere il proprio nome diventa importante in un momento come questo, anche solo per testimoniare che una terza via anche è necessaria, oltre che possibile. Ci saranno Brunori SAS, Elisa, Madame, Fabrizio Moro, Ermal Meta, Elodie, Piero Pelu, J-Ax, Alessandra Amoroso, Annalisa, Emma, Francesca Michelin, Giuliano Sangiorgi e Rose Villain. Abbiamo citato tutti anche proprio per l’importanza di portare il nome.

“Abbiamo bisogno di testimoniare il nome della musica. La musica dice no. Ecco, questo è secondo me il messaggio più importante da dare. È anche un invito a tutti i nostri connazionali, ma penso che sia anche un po’ il problema del mondo intero. Basta stare gli uni contro gli altri. Stiamo vivendo in un momento in cui ci stiamo scannando tra di noi per delle cose per cui basterebbe poco. Basterebbe un colloquio, un dialogo, il parlare con calma, per la pace, il parlarne insieme.

Ma il clima è diventato soffocante.”

C’è un progetto, legato ad una pagina Instagram. Si chiama “Voices for Gaza”, in cui molti artisti internazionali leggono alcune testimonianze di persone che nella striscia stanno attraversando questo momento terribile. Tra questi artisti di altissimo livello ci sei anche tu. Ti chiedo molto semplicemente com’è stato misurarti con il testo di una persona che in quel momento stava vivendo quello che vive una persona a Gaza in questo periodo.

“Molto emozionante, perché queste erano testimonianze dirette, vere, medici che erano lì sul campo. Io credo che non bisogna mai perdere… sembra un ossimoro, un’esagerazione, ma io credo che anche nella guerra ci debba essere una sorta di etica. Sembra un’assurdità quello che sto dicendo, ma non si può partire da una ragione e passare dalla parte del torto perché la reazione è scomposta, disumana. Io credo che quella povera gente che sta sotto le macerie, che ha perso bambini, che hanno perso genitori, gli ospedali senza anestesia, che non hanno più medicinali, non hanno più acqua, non hanno più luce, non hanno più da mangiare…insomma, dove si vuole arrivare? Ecco, la mia domanda è solo una. Su questi fronti di guerra, io faccio solo una domanda. Qual è l’obiettivo? Quella sarebbe veramente una domanda fondamentale perché davvero sfugge alla vista, è qualcosa di incredibile, nessuno risponde a questa domanda. Qual è l’obiettivo? Sia nella guerra russo-ucraina sia nella guerra… Qual è l’obiettivo? Dove si stanno spingendo? O fino a che punto si vogliono spingere?  E a questa domanda nessuno sa rispondere. Noi continuiamo a dare armi, quelli continuano a bombardare, quelli continuano a conquistare, continuano a morire civili, militari, ragazzi buttati nel fronte. Qual è l’obiettivo? Se c’è l’obiettivo è chiaro che c’è anche una proiezione di termine. E invece questa cosa aggiunge dramma al dramma che ormai è diventato quotidiano. E in guerra non ha ragione nessuno, perché oggi, come diceva Gino Strada, il problema della guerra è la guerra, è che l’80% dei morti sono civili, gente che non ha niente a che fare con i progetti dei loro capi di Stato. Da tutte le parti muoiono civili

Prima parlavi dell’importanza di uscire dal coro, di prendere la posizione. Il tuo ultimo brano, “Disobbedire”, parla proprio della capacità di dire no quando il dire sì andrebbe contro i propri principi. Ci racconti com’è nato ?

I brani nascono sempre da chiacchierate che ci facciamo con gli autori, quando sanno come la pensi, quando capita che una sera ti sentono parlare e magari condividono quello che dici. Mi hanno proposto questo brano e l’hanno proposto proprio a me, poi l’abbiamo realizzato tutti insieme. Io credo che quando la tua coscienza ti dice che quello che ti stanno dicendo non è giusto, uno deve avere coraggio, perché a volte la disobbedienza non è solo un diritto, a volte la disobbedienza è un dovere. Prima di tutto verso se stessi, parte da se stessi. Io quando non dico la mia mi sento vigliacca, non mi piace. Quando non riesco a dire la mia opinione perché ho paura che poi sui social ti si scatenano contro, per non sentire la pressione addosso degli insulti, e allora taccio. Ecco, questo non mi piace. Per questo la disobbedienza arriva prima verso te stessi, lo fai per essere più contenta di te, per poterti guardare allo specchio e dire io l’ho detto, io la penso così, io voglio dire la mia opinione, anche se quell’opinione non è condivisa. In sostanza parte da questa parola, disobbedire. Non la disobbedienza stupida, ma la disobbedienza civile, la disobbedienza di coscienza”.

  • Autore articolo
    Matteo Villaci
ARTICOLI CORRELATITutti gli articoli
POTREBBE PIACERTI ANCHETutte le trasmissioni

Adesso in diretta

  • Ascolta la diretta

Ultimo giornale Radio

  • PlayStop

    Giornale Radio lunedì 01/12 12:30

    Le notizie. I protagonisti. Le opinioni. Le analisi. Tutto questo nelle tre edizioni principali del notiziario di Radio Popolare, al mattino, a metà giornata e alla sera.

    Giornale Radio - 01-12-2025

Ultimo giornale Radio in breve

  • PlayStop

    Gr in breve lunedì 01/12 17:31

    Edizione breve del notiziario di Radio Popolare. Le notizie. I protagonisti. Le opinioni. Le analisi.

    Giornale Radio in breve - 01-12-2025

Ultima Rassegna stampa

  • PlayStop

    Rassegna stampa di lunedì 01/12/2025

    La rassegna stampa di Popolare Network non si limita ad una carrellata sulle prime pagine dei principali quotidiani italiani: entra in profondità, scova notizie curiose, evidenzia punti di vista differenti e scopre strane analogie tra giornali che dovrebbero pensarla diversamente.

    Rassegna stampa - 01-12-2025

Ultimo Metroregione

  • PlayStop

    Metroregione di lunedì 01/12/2025 delle 07:15

    Metroregione è il notiziario regionale di Radio Popolare. Racconta le notizie che arrivano dal territorio della Lombardia, con particolare attenzione ai fatti che riguardano la politica locale, le lotte sindacali e le questioni che riguardano i nuovi cittadini. Da Milano agli altri capoluoghi di provincia lombardi, senza dimenticare i comuni più piccoli, da dove possono arrivare storie esemplificative dei cambiamenti della nostra società.

    Metroregione - 01-12-2025

Ultimi Podcasts

  • PlayStop

    Poveri ma belli di lunedì 01/12/2025

    Un percorso attraverso la stratificazione sociale italiana, un viaggio nell’ascensore sociale del Belpaese, spesso rotto da anni e in attesa di manutenzione, che parte dal sottoscala con l’ambizione di arrivare al roof top con l’obiettivo dichiarato di trovare scorciatoie per entrare nelle stanze del lusso più sfrenato e dell’abbienza. Ma anche uno spazio per arricchirsi culturalmente e sfondare le porte dei salotti buoni, per sdraiarci sui loro divani e mettere i piedi sul tavolo. A cura di Alessandro Diegoli e Disma Pestalozza

    Poveri ma belli - 01-12-2025

  • PlayStop

    Vieni con me di lunedì 01/12/2025

    Vieni con me è una grande panchina sociale. Ci si siedono coloro che amano il rammendo creativo o chi si rilassa facendo giardinaggio. Quelli che ballano lo swing, i giocatori di burraco e chi va a funghi. Poi i concerti, i talk impegnati e quelli più garruli. Uno spazio radiofonico per incontrarsi nella vita. Vuoi segnalare un evento, un’iniziativa o raccontare una storia? Scrivi a vieniconme@radiopopolare.it o chiama in diretta allo 02 33 001 001 Dal lunedi al venerdì, dalle 16.00 alle 17.00 Conduzione, Giulia Strippoli Redazione, Giulia Strippoli e Claudio Agostoni La sigla di Vieni con Me è "Caosmosi" di Addict Ameba

    Vieni con me - 01-12-2025

  • PlayStop

    Volume di lunedì 01/12/2025

    Dal lunedì al venerdì dalle 14.00 alle 16.00, Elisa Graci e Dario Grande vi accompagnano alla scoperta del suono di oggi: notizie, tendenze e storie di musica accompagnate dalle uscite discografiche più imperdibili, interviste con artisti affermati e nuove voci, mini live in studio e approfondimenti su cinema, serie TV e sottoculture emergenti. Il tutto a ritmo di giochi, curiosità e tanta interazione con il pubblico. Non fartelo raccontare, alza il Volume!

    Volume - 01-12-2025

  • PlayStop

    In Cisgiordania situazione sempre più pericolosa, anche per gli attivisti

    Dopo l'aggressione a tre attivisti italiani in un villaggio vicino a Gerico, abbiamo intervistato Elena Castellani, attivista di Assopace Palestina, una delle organizzazioni di sostegno della missione in interposizione non violenta nei territori occupati, che ci spiega qual è il lavoro dei volontari e il contesto nel quale si trovano. “Gli attivisti internazionali di interposizione non violenta – spiega Elena Castellani - aiutano i palestinesi in vari modi, come la sorveglianza notturna o diurna, l'accompagnamento dei bambini, dei pastori, per cercare di evitare le aggressioni dei coloni, che sono praticamente quotidiane: i palestinesi vengono feriti, malmenati, a volte anche uccisi e quando va meno peggio, i coloni distruggono le proprietà, le case, ammazzano gli animali. I coloni vengono fiancheggiati dai militari israeliani che, invece, di proteggere gli aggrediti difendono i coloni, cioè gli aggressori”. L'intervista di Alessandro Principe.

    Clip - 01-12-2025

  • PlayStop

    La Fura dels Baus a Milano con un Amleto contemporaneo che lotta per l'ambiente

    La Fura dels Baus, celebre compagnia catalana, torna a Milano, alla Fabbrica del Vapore con la sua nuova creazione immersiva “SONS: SER O NO SER”, ispirata all’Amleto di William Shakespeare. L’opera sarà in scena fino al 14 dicembre 2025 in un allestimento site-specific che trasformerà completamente gli spazi della Fabbrica del Vapore, offrendo al pubblico un’esperienza sensoriale e coinvolgente fuori dagli schemi, che attraversa temi contemporanei, dall'ambiente ai conflitti. Lo ha spiegato Carlus Padrissa, direttore artistico della Fura dels Baus.

    Clip - 01-12-2025

  • PlayStop

    Musica leggerissima di lunedì 01/12/2025

    a cura di Davide Facchini. Per le playlist: https://www.facebook.com/groups/406723886036915

    Musica leggerissima - 01-12-2025

  • PlayStop

    Considera l’armadillo di lunedì 01/12/2025

    Noi e altri animali È la trasmissione che da settembre del 2014 si interroga su i mille intrecci di una coabitazione sul pianeta attraverso letteratura, musica, scienza, costume, linguaggio, arte e storia. Ogni giorno con l’ospite di turno si approfondisce un argomento e si amplia il Bestiario che stiamo compilando. In onda da lunedì a venerdì dalle 12.45 alle 13.15. A cura di Cecilia Di Lieto.

    Considera l’armadillo - 01-12-2025

  • PlayStop

    Cult di lunedì 01/12/2025

    Oggi a Cult, il quotidiano culturale di Radio Popolare: Marina Fabbri intervistata da Barbara Sorrentini sul programma dedicato ai libri e ai premi letterari del Noir in Festival; la mostra "Ombra di tutti" alla Casa della Memoria dell'artista Patrizio Raso; la compagnia Dammacco/Balivo con "Spezzato è il cuore della bellezza" all'Elfo Puccini; la rubrica GialloCrovi a cura di Luca Crovi...

    Cult - 01-12-2025

  • PlayStop

    Pubblica di lunedì 01/12/2025

    Bye bye progressività fiscale. Il governo Meloni cerca di cancellare uno dei principi fondamentali della Costituzione repubblicana e antifascista e propone un ritorno “di fatto” alle regole proporzionali dello Statuto Albertino. «L’ultima legge di bilancio è un proliferare di tasse piatte», ha raccontato Roberto Seghetti, giornalista economico e politico, ospite di Pubblica e autore di «Le tasse sono utili. Dal sistema fiscale dipendono democrazia e qualità della vita» (Nutrimenti 2024).

    Pubblica - 01-12-2025

  • PlayStop

    A come Atlante di lunedì 01/12/2025

    Trasmissione trisettimanale, il lunedì dedicata all’America Latina con Chawki Senouci, il mercoledì all’Asia con Diana Santini, il giovedì all’Africa con Sara Milanese.

    A come Atlante – Geopolitica e materie prime - 01-12-2025

  • PlayStop

    KADER ABDOLAH - QUELLO CHE CERCHI STA CERCANDO TE

    KADER ABDOLAH - QUELLO CHE CERCHI STA CERCANDO TE - presentato da Ira Rubini

    Note dell’autore - 01-12-2025

  • PlayStop

    Tutto scorre di lunedì 01/12/2025

    Sguardi, opinioni, vite, dialoghi al microfono. Condotta da Massimo Bacchetta, in redazione Luisa Nannipieri.

    Tutto scorre - 01-12-2025

Adesso in diretta