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Turchia: il nemico di Erdogan

Fethullah Gulen è un carismatico imam e politico turco alla guida del movimento Hizmet. Dal 1999 vive negli Stati Uniti in una sorta di esilio volontario.

75 anni d’età e vanta la pubblicazione di ben 60 libri di teologia islamica. Ha milioni di seguaci che lo venerano come guida spirituale in Turchia e nel resto del mondo islamico e nella sua carriera di predicatore ha costruito un impero economico che vanta centinaia di centri di istruzione in 110 paesi del mondo, giornali, radio e tv ed una banca islamica.

In Turchia, ha proseliti nella magistratura, nei servizi d’intelligence e nelle forze armate e di sicurezza. Gulen, è stato uno stretto alleato di Erdogan e lo aveva sostenuto nella sua scalata al vertice del potere.

Nel 2013, fra i due sono sorti contrasti dopo uno scandalo di corruzione nel quale erano coinvolti alcuni ministri, ed esponenti di alto livello del partito Giustizia e Sviluppo e lo stesso figlio di Erdogan, Bilal.

Gulen è ideologicamente un uomo di destra ed a suo tempo è stato tra i fondatori della Lega per la lotta contro il comunismo. Ma è considerato da tutti un predicatore moderato che dichiara di credere nella scienza, nel dialogo inter-religioso e nella democrazia multipartitica ed accusa Erdogan di manie di grandezza, di interferenze nelle vicende di altri paesi mediorientali e di favorire movimenti fondamentalisti.

Sono noti il suo incontro con papa Giovanni Paolo II e la sua dura condanna dell’attentato terroristico delle torri gemelle, nel 2001.

  • Autore articolo
    Farid Adly
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    1) La linea della morte. A Gaza nonostante il cessate il fuoco ogni giorno i palestinesi vengono uccisi per aver oltrepassato la linea gialla. Ma nessuno sa davvero dove si trova. (Giulio Cocchini - CESVI) 2) Netanyahu chiede la grazia al presidente Herzog. Se concessa, il premier israeliano porterebbe definitivamente a termine lo smantellamento dello stato di diritto. (Meron Rapoport - +972) 3) Guerra in Ucraina, Zelensky a Parigi cerca l’appoggio europeo nel pieno dello scandalo corruzione e delle pressioni statunitensi. (Francesco Giorgini) 4) La concretezza del cambiamento climatico. I morti per le inondazioni che hanno colpito il sud est asiatico sono più di mille e la popolazione chiede ai governi azioni più efficaci. (Alice Franchi) 5) Nessun accordo in vista. Trump parla al telefono con il leader venezuelano Maduro e gli offre un ultimatum, ma intanto chiude lo spazio aereo sopra il paese. (Alfredo Somoza) 6) Germania, migliaia di persone hanno manifestato contro la fondazione della nuova formazione giovanile di Afd. (Alessandro Ricci) 7) 70 anni fa il “no” più famoso di sempre. Il primo dicembre 1955 Rosa Parks si rifiutò di cedere il posto sul bus a un bianco, gesto simbolo della lotta degli afroamericani. (Roberto Festa)

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    “Regole a Milano” sempre più spietate: i Delta V raccontano il nuovo album

    E’ da poco uscito “In Fatti Ostili”, nuovo album della storica formazione milanese Delta V. Durante il tour promozionale del disco, Martina e Carlo sono passati a Volume per raccontarcelo e suonarci alcuni pezzi dal vivo. A legare le nuove tracce, raccontano, “è stato il senso di spaesamento” ma anche “la sensazione di vivere in un mondo sempre più ostile e rivolto unicamente a se stesso”. Nella forma di un elegante cantautorato elettronico, l’album offre una lucida fotografia della società di oggi, in cui concetti di fiducia, altruismo e speranza paiono sempre più lontani. La metafora che la band utilizza per affrontare questi temi è spesso quella della città da cui proviene: “Milano ricorda molto Dorian Grey, si specchia e si vede sempre bella e giovane ma manca sempre più di sostanza”. Ascolta l’intervista e il MiniLive dei Delta V, a cura di Dario Grande.

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