Non è elegante fare i numeri del nostro stesso corteo, e poi lo sapete che siamo sempre generosi con chi manifesta, ma eravate veramente tanti. Una fiumana di persone cresciute con Radio Popolare in questo mezzo secolo di storia che oggi festeggiamo. Una storia importante, mai banale, nel bene e nel male. Qualche anno fa, a proposito di male, eravamo in una crisi economica molto seria. Noi ci siamo autoridotti gli stipendi per stare in piedi senza mandare via nessuno, voi ci avete aiutato col vostro sostegno in quella campagna straordinaria che fu “L’Impresa Eccezionale”.
A pensarci bene, tutta la storia di Radiopop è un’impresa eccezionale, in questi giorni abbiamo rivisto e sentito tanti e tante che questa impresa l’hanno fatta, che hanno dedicato un pezzo della loro vita a questo progetto. Perchè Radio Popolare è un progetto di vita, a volte una vera e propria missione.
Si è deciso 50 anni fa che la missione fosse dare voce a chi non l’aveva. C’era bisogno di portare in onda un’Italia nuova, che stava nascendo nelle lotte degli studenti, dei lavoratori, nelle lotte per i diritti. Abbiamo inventato la rubrica sul mondo gay-lesbico, il programma in lingua araba per gli immigrati, il microfono aperto senza filtri, perché Radio Popolare era di tutti. Oggi a chi è necessario dare voce? Ai carcerati, ai rider sfruttati dalle piattaforme, a chi parla di pace quando tutto attorno c’è la corsa al riarmo, a chi viene sfrattato perchè nella città dei grattacieli non si vive più del proprio lavoro. La missione non è finita, anzi è più attuale che mai.
Insieme a voi porteremo nel futuro la nostra Radio: il nostro bene comune.