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Europa preoccupata

European Parliament

Le varie bozze del contratto del possibile governo Lega-M5S trapelate sui giornali in queste ultime ore hanno messo l’Europa in allerta, con Matteo Salvini e Luigi Di Maio intenzionati a rivedere il trattato di Dublino sul diritto di asilo, ma anche la possibilità di dare agli Stati membri maggiore indipendenza rispetto all’Unione Europea.

Abbiamo intervistato Piervirgilio Dastoli, presidente del consiglio italiano del Movimento Europeo e già consigliere della Commissione Europea.

Si diceva di questa famigerata e possibile richiesta a Mario Draghi di cancellare una parte significativa di debito pubblico italiano. Questa cosa è stata modificata, ha cambiato veste nella bozza di proposta che oggi è comparsa sui giornali, ma quello che si diceva è che a prescindere dal fatto che una richiesta come questa sarà nel testo definitivo, basta l’averla pensata per creare un precedente di diffidenza profonda da parte dell’Europa nei confronti del governo italiano. Lei come valuta i rischi possibili che l’Italia corre all’interno del contesto europeo?

Il diavolo sta nei dettagli. È vero che è stata tolta la questione de 150 miliardi, ma è scritto che i titoli del debito pubblico nelle casse della Banca Centrale Europea no devono essere conteggiati per quanto riguarda il debito pubblico. Quindi già questa è una cosa che si avvicina un po’ alla richiesta del 150 miliardi. In secondo luogo non si parla di uscita dall’Euro, ma si parla anche di rimettere in discussione la centralità della politica monetaria, quindi di restituire in qualche modo agli Stati Membri una parte della loro sovranità monetaria. In terzo luogo, per quanto riguarda le modifiche dei Trattati significa che bisogna restituire agli Stati nazionali delle competenze che oggi sono nelle mani dell’Unione Europea. In ultimo luogo c’è un discorso che mi preoccupa abbastanza, che riguarda la contestazione della centralità del Parlamento, nel senso che c’è questo discorso di coordinare meglio le posizioni dell’Italia in Europa, ma con il Parlamento che deve essere messo sotto controllo da parte di questo comitato previsto nella bozza. Sono tutte cosa che evidentemente preoccupano molto.
L’ultima è che non dobbiamo dimenticare che la Lega fa parte del gruppo parlamentare di Marine Le Pen al Parlamento Europeo e che i 5Stelle fanno parte del gruppo parlamentare di Farage, che è quello che aveva sostenuto l’idea della Brexit, quindi a livello europeo sono collegati con i gruppi più anti-europei che esistono nel parlamento europeo.

Tra i Trattati europei che la Lega vorrebbe ricevere c’è il Trattato di Dublino. L’obiettivo reale della Lega sarebbe quello di farne direttamente a meno e poter gestire in proprio l’immigrazione.

Nel testo del cosiddetto contratto di governo si dice una cosa abbastanza preoccupante, che è quella in base alla quale le richieste dei richiedenti asilo devono essere esaminate nei Paesi di origine. Ora, molti richiedenti asilo vivono in Paesi di origine che sono ben poco sicuri, quindi immaginare che questi richiedenti asilo si rivolgano a non so chi nei Paesi di origine per chiedere asilo mi sembra un’idea abbastanza stravagante. Siamo di fronte a un dibattito molto difficile sulla riforma del regolamento di Dublino, c’è un testo di compromesso della Presidenza bulgara che è obiettivamente inaccettabile. Il governo italiano ha firmato una lettera con altri quattro Paesi sostenendo la proposta sia della Commissione che del Parlamento Europeo e io mi aspetterei che il nuovo governo sostenga quello che ha sostenuto il governo Gentiloni in materia di riforma del regolamento di Dublino. Su questo punto il contratto di governo non dice nulla in maniera precisa. Questo è un punto abbastanza preoccupante che ci metterebbe intorno al tavolo del negoziato in una posizione di ancora maggiore debolezza.

L’equilibrio è evidentemente molto delicato. In questo momento che cosa possiamo più facilmente immaginare, un governo populista che va dritto per la sua strada e un’Europa che fa la faccia dura oppure un governo populista che necessariamente dovrà mitigare il suo pronunciamento anti-europeo e un’Europa più dialogante?

Certo, quando ci si siederà al tavolo delle trattative ci si renderà conto che si dovranno fare delle alleanze. Si fa molto riferimento all’esperienza tedesca, ma quando si è negoziato il contratto di governo in Germania al tavolo del negoziato c’era la persona che sarebbe stato il capo del Governo, cioè Angela Merkel. In queste settimane di trattative in Italia il capo del Governo non era seduto ed è essenziale che questa figura ci sia, è quella che deve seguire il contratto di governo. Quindi questo riferimento all’esperienza tedesca è totalmente falso, sono due cose totalmente diverse.

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    1) “La gente non lascia Gaza City perché non sa dove andare o perché non può permetterselo”. Migliaia di persone restano nella città della striscia, mentre l’esercito continua a bombardarla. (Jacob Granger - MSF) 2) “Israele sta commettendo un genocidio, ma gli altri paesi hanno l’obbligo giuridico di fare tutto ciò che possono per impedirglielo”. In esteri la seconda puntata dell’intervista a Chris Sidoti, giudice della commissione Onu. (Valeria Schroter, Chris Sidoti - Commissione Onu d'inchiesta per i territori palestinesi) 3) La Francia ancora in piazza. Un milione di persone mobilitate dai sindacati per protestare contro la legge di bilancio di Bayrou. (Veronica Gennari) 4) La tragedia umanitaria della guerra in Sudan, e i sudanesi che resistono. Premiata in Norvegia una rete di associazioni comunitarie che lavorano per favorire l’ingresso di aiuti. (Irene Panozzo, analista politica) 5) Donald Trump alla corte britannica. La luna di miele tra Keir Starmer e il presidente Usa è soprattutto una questione di business. (Marco Colombo, giornalista) 6) World Music. Together for Palestine, il concerto organizzato da Brian Eno a Londra contro il genocidio. (Marcello Lorrai)

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    Alessio Lega ricorda Fausto Amodei: "Sublime la sua scrittura, una persona tenera e ironica"

    È morto a 91 anni Fausto Amodei, figura cruciale per la canzone popolare italiana che alla fine degli anni cinquanta aveva contribuito a fondare il Cantacronache, il primo esperimento di canzone politica “d’autore” in Italia. Tra i suoi capolavori 'Per i morti di Reggio Emilia', una delle canzoni popolari e politiche più suonate nelle piazze d’Italia. Ma "le sue canzoni sono riuscite ad andare ben oltre il suo nome” diventando parte dell’immaginario collettivo, ricorda il cantautore Alessio Lega ai microfoni di Radio Popolare. Ascolta l'intervista di Niccolò Vecchia.

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    Un percorso attraverso la stratificazione sociale italiana, un viaggio nell’ascensore sociale del Belpaese, spesso rotto da anni e in attesa di manutenzione, che parte dal sottoscala con l’ambizione di arrivare al roof top con l’obiettivo dichiarato di trovare scorciatoie per entrare nelle stanze del lusso più sfrenato e dell’abbienza. Ma anche uno spazio per arricchirsi culturalmente e sfondare le porte dei salotti buoni, per sdraiarci sui loro divani e mettere i piedi sul tavolo. A cura di Alessandro Diegoli e Disma Pestalozza

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    Il drammaturgo Christopher Adams vince il Premio Annoni sfidando gli stereotipi della mascolinità

    Venison è il testo teatrale che si è aggiudicato il Premio Annoni per la Drammaturgia LGBTQ+ 2025 nella sezione in lingua inglese. Il suo autore, il drammaturgo angloamericano Christopher Adams, porta sulla scena una storia d'amore queer fra due giovani uomini, le cui vicissitudini professionali finiscono per scatenare dinamiche di competizione e predominio, tipiche di una mascolinità stereotipata. Il testo li consegna a una specie di resa dei conti nel cuore di una foresta, vicino a un capanno da caccia. Lo abbiamo intervistato mentre, a Londra, era appena uscito da un corso di tip tap. L'intervista di Ira Rubini.

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