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Europa, il sogno infranto 60 anni dopo Roma

“L’inganno delle celebrazioni”, scrive oggi Barbara Spinelli a proposito della riunione di sabato prossimo a Roma dei capi di stato e di governo dell’Unione europea. E’ l’inganno di “una oligarchia sovranazionale sempre più lontana dalla vita reale della gente”, sostiene l’eurodeputata della sinistra, grande esperta della storia del vecchio continente, figlia di uno dei fondatori dell’idea di Europa unita come Altiero Spinelli.

A Roma dopodomani si celebrano i sessant’anni della firma del Trattato che il 25 marzo 1957 istituì la Comunità economica europea.

Si celebra un grande passato, se lo si paragona al resto del novecento europeo: il secolo segnato nella sua prima metà dalle due guerre mondiali, dai nazionalismi e dai fascismi, dall’orrore della Shoah.

L’Europa di oggi, invece, ha poco da celebrare. L’Ue è in preda del suo presente di disuguaglianze sociali e crisi economica, di egoismi e xenofobie, di rappresentanze politiche inaridite e poteri oligarchici rafforzati.

I leader di oggi sono in grado di decidere qualcosa sul futuro dell’Europa, sabato prossimo a Roma? Basti pensare che tra i leader Ue ce ne sono alcuni (come Hollande) in uscita, altri (come Merkel) in attesa di un’incertissima riconferma e altri ancora in un precario incarico di governo (vedi Gentiloni). Sono in grado, loro, di decidere un futuro diverso e più giusto per l’Europa?

Da questo interrogativo inizia la puntata di oggi di Memos con Andrea Baranes, della Fondazione Culturale Banca Etica e del gruppo di Sbilanciamoci.info, una piattaforma online di analisi e informazioni; e con Fabio Masini, vice-presidente del Consiglio Italiano del Movimento Europeo, economista docente di Storia e teorie delle relazioni economiche internazionali all’Università di Roma 3.

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    Raffaele Liguori
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