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Elly Schlein conferma il sostegno ai referendum

Elly Schlein sostiene i referendum

“Li ho firmati e non faremo mancare il nostro contributo, anche sulla cittadinanza”. Elly Schlein, dopo la segreteria del partito che si è riunita per discutere di tutti i temi di stretta attualità, a cominciare dai referendum, fa capire che lei sarà coerente con le scelte che ha fatto sui referendum che si voteranno in primavera, domenica 15 giugno, a cominciare da quelli voluti dalla Cgil, per modificare parti del Job act.

Li aveva firmati già ai tempi dell’approvazione della legge voluta da Matteo Renzi: la sua posizione era molto chiara. L’abolizione di questa riforma era tra i punti chiave del suo programma alla guida del partito. Il tema però è come portarsi dietro tutto il Pd in una campagna referendaria che parte molto in salita, dopo la bocciatura di quello sull’Autonomia differenziata e in un contesto dove sta crescendo una certa insofferenza degli ambienti più moderati e cattolici del partito, compresa quell’area di ex renziani rimasti nel PD, che non seguirono l’ex segretario.

Il rischio di litigi e tensioni è alto, più facile invece sarà il voto sulla cittadinanza. Non è la proposta dello Ius scholae o Ius soli, ma il Partito democratico appoggerà pienamente il referendum, che potrebbe diventare un argomento di unità, di una battaglia condivisa delle opposizioni, dai Cinque stelle ad Avs. Più che quello sul jobs act, il referendum sulla cittadinanza agli stranieri, che propone di dimezzare i tempi di residenza legale da dieci anni a cinque, nasce dal basso ed è arrivato ad essere un obiettivo voluto anche da Forza Italia. Si andrà al voto per i referendum in primavera, il governo dovrà decidere se ci sarà un election day con alcune regionali, ad esempio Veneto, Puglia e Campania, tre regioni dove il problema del terzo mandato è una grana che riguarda sia la destra (in Veneto), che la sinistra (in Puglia e  Campania).

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    Anna Bredice
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    Anniversario numero 56 per la Strage di Piazza Fontana, quest’anno oltre alle istituzioni nella celebrazione del pomeriggio parleranno una studentessa di un liceo milanese e uno dei vigili del fuoco che entrarono per primi dopo lo scoppio della bomba, ci spiega Federico Sinicato, presidente dell’Associazione dei Familiari delle vittime di Piazza Fontana. “L’importanza del 12 dicembre va al di là della celebrazione e del ricordo che si fa in piazza, è una data storica per l’intero Paese perché è l’inizio della strategia della tensione che produce effetti devastanti e blocca di fatto il grande movimento di riforma del Paese nato dalle lotte dei lavoratori e degli studenti, basta pensare che l’approvazione del Senato dello Statuto dei lavoratori è del 11 dicembre, il giorno prima, il momento fu scelto come risposta all’avanzata dei diritti e se pensiamo che oggi questi valori vengono rimessi in discussione. E’ una data sacra per il Paese”, In Piazza dopo le celebrazioni istituzionali ci sarà il corteo dei movimenti con partenza alle 18.30 da Piazza XXIV Maggio. E ci sarà anche l’inaugurazione del memoriale “Non dimenticarmi“, un’installazione permanente nata dal basso che ricorda le vittime delle stragi, donata al Comune di Milano e installata in Piazza Fontana. L'intervista di Cinzia Poli e Claudio Jampaglia.

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