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Voto storico, ma il cambiamento non è per tutti

Dopo oltre 25 anni Myanmar avrà le sue prime elezioni libere.

Il Paese è da lungo tempo sotto il controllo dei militari. Negli ultimi anni c’è stata una graduale apertura. Oggi alla guida di Myanmar c’è un governo formalmente civile, anche se l’esecutivo rimane legato all’esercito.

C’è molta attesa per il risultato elettorale del principale partito di opposizione, la Lega Nazionale per la Democrazia di Aung San Suu Kyi. La Costituzione vieta al premio Nobel per la Pacedi diventare presidente, perché i suoi figli hanno un passaporto straniero. Ma questa settimana Aung San Suu Kyi ha lanciato la sua sfida alla giunta militare, dicendo che in caso di vittoria del suo partito sarà lei a guidare il governo e in sostanza anche il paese.

Da alcuni anni la comunità internazionale ha rimosso le sanzioni economiche. Questo ha portato un rapidissimo sviluppo economico. Da alcuni punti di vista il paese è quasi irriconoscibile rispetto solo a qualche anno fa.

Ascolta il racconto di Giovanni Malavasi, delegato di Terre Des Hommes Italia a Myanmar.

Giovanni Malavasi: lo sviluppo economico

 

Ma come succede spesso in queste situazioni, il cambiamento ha accentuato le diseguaglianze sociali. A pagarne il prezzo sono i gruppi sociali più deboli, come i bambini. I progetti di Terre Des Hommes Italia sono proprio dedicati ai più piccoli.

Ascolta il racconto di Giovanni Malavasi sui tanti problemi sociali che dovrà affrontare il nuovo governo birmano.

Giovanni Malavasi: i problemi sociali

 

Il voto di domenica sarà un voto storico. Difficile, però, visto il peso dei militari, immaginare come il paese possa trovare il suo equilibrio politico e istituzionale.

Ascolta il racconto di Giovanni Malavasi su Myanmar che aspetta le elezioni.

Giovanni Malavasi: l’attesa elettorale

  • Autore articolo
    Roberto Festa
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