Donald Trump e i leader europei si sono parlati. Quaranta minuti per una conversazione a quattro. Lui, nello Studio Ovale, loro dall’altra parte dell’Oceano: Emanuel Macron, Friederich Mertz e Keir Starmer. La richiesta del summit telefonico è partita dagli europei. Si è svolto nell’imminente vigilia dell’incontro tra la delegazione ucraina e gli inviati speciali di Trump. I rappresentanti di Kyiv sono negli Stati Uniti per presentare e discutere le modifiche al piano di pace che Vlodomir Zelensky e i tre leader europei hanno concordato nel vertice di Londra di lunedì scorso, dopo il rifiuto di Vladimir Putin di accettare compromessi. La telefonata tra i quattro è il primo contatto diretto dopo la pubblicazione della nuova dottrina nazionale strategica USA, dove l’Europa è indicato come il nemico, e dopo l’intervista shock in cui Trump ha definito i leader europei deboli e Zelensky un novello Barnum, l’uomo dei fenomeni da baraccone. Il piano modificato è l’ennesimo rilancio da parte degli ucraini e degli europei per tentare di convincere il presidente USA ad andare incontro alle esigenze di Kyiv. Impresa molto difficile, se non impossibile. Con le dichiarazioni di questi giorni, Trump sembra essersi definitivamente allineato alla condizioni della Russia. I punti del piano Zelensky – Europei sono stati svelati dal Washington Post. I documenti sono tre e riguardano i territori, le garanzie di sicurezza per Kyiv, la ricostruzione. Sul primo punto, si parla di una zona smilitarizzata con meccanismi di controllo simile a quelli tra le due Coree, quindi con la presenza di truppe straniere. Una condizione che non sarà accettata da Mosca. Per quanto riguarda le garanzie di sicurezza, gli ucraini vogliono un impegno firmato da Trump e ratificato dal Congresso che contempli un meccanismo uguale all’articolo 5 della Nato, intervento armato a difesa del paese se attaccato. Un vero e proprio trattato che Trump non dovrebbe accettare.


