Approfondimenti

Diario da Cannes 71 – Palmarès

Cannes 2018 - I premi in Italia

Un bel Palmarès, uscito da una bella giuria, in prevalenza femminile e presieduta da Cate Blanchett.

La Palma d’Oro al giapponese Kore-Eda Hirokazu è per un film delicato sui legami d’affetto famigliari reinventati, più importanti di quelli di sangue o per legge. Affari di famiglia è garbato, anche con i due bambini protagonisti.

L’Italia esce a testa alta, con il premio come miglio attore per Marcello Fonte, il protagonista di Dogman di Matteo Garrone e la miglior sceneggiatura ad Alice Rohrwacher per Lazzaro felice; in ex aequo con 3 faces di Jafar Panahi, il regista iraniano ancora sotto sequestro nel suo Paese.

Da aggiungere tra i premi italiani anche il miglior documentario per La strada dei Samouni di Stefano Savona e l’Europa Label per Troppa grazia di Gianni Zanasi, nella Quinzaine des Realizateurs.

Il Grand Prix a Spike Lee, per BlacKkKlansman il suo film importante e con taglio da intrattenimento che denuncia con fermezza il razzismo, tema sempre attuale in tutto il mondo.

Giusto il premio alla regia per Cold war di Pawel Pawlikowski e il Premio Speciale inventato appositamente per Jean-Luc Godard, per qualcuno che ha ridefinito e mandato avanti la cinematografia. Il Premio della Giuria è stato consegnato alla regista Nadine Labaki e al suo film Capharnaum dedicato all’infanzia abbandonata. Un tema ricorrente in questa settantunesima edizione, anche nel film kazako Ayka di Sergej Dvortsevoy, che ha portato il premio come miglior attrice alla protagonista Samal Yeslyamova.

Cannes 2018 - I premi in Italia

Diario da Cannes 71 – #10: applausi per Garrone

È stato accolto da un’ovazione in conferenza stampa, Marcello Fonte, il protagonista di “Dogman”, che interpreta liberamente er Canaro nel film di Matteo Garrone; più dieci minuti di applausi alla proiezione ufficiale.

Un personaggio che trasmette dolcezza e che rimane intrappolato nell’incubo di un altro”. Descrive così Matteo Garrone il suo protagonista, mosso da un desiderio di giustizia e non di vendetta; incapace di usare la violenza, che nel film viene trasmessa in modo più psicologico che splatter.

Garrone trova corretto il divieto del suo film ai minori di quattordici anni e ci tiene a ribadire, anche per non incorrere in questioni legali, che “Dogman” non è la storia vera del Canaro.

Quasi alla fine del concorso di Cannes 71, l’attesa è per il “Capharnaum”, il film di Nadine Labaki; terza regista donna in concorso su cui tutti gli occhi sono puntati.

Una scena del film Dogman

Diario da Cannes 71 – #9: Dogman di Garrone

Matteo Garrone è tornato a Cannes a tre anni dal “Racconto dei racconti”. Il suo nuovo film, già da oggi al cinema, è molto liberamente ispirato alla storia crudele e sanguinaria del Canaro. “Dogman” è ambientato alla Magliana, quartiere degradato di Roma e noto per la banda criminale che prende il suo nome e la storia prende spunto da quella nota, avvenuta nel 1988, quando Pietro De Negri detto er Canaro attirò nel suo negozio di toelettatura per cani il socio in malaffari ed ex pugile Giancarlo Ricci.

Matteo Garrone si concentra su luci, atmosfere livide, ricostruzioni da favola nera e costruisce un personaggio che, grazie alla bravura di Marcello Fonte è una specie di Candide o Buster Keaton, capace anche di gesti efferati.

In corsa per la Palma d’Oro, Garrone dovrà vedersela con Stephane Brizé, che ha commosso tutti con “In guerra”. Ancora un film sul lavoro, come “La legge del mercato” che nel 2015 fece trionfare il protagonista Vincent Lindon come miglior attore; e che rischia di fare il bis nei panni di un rappresentante sindacale in lotta per evitare il licenziamento dei lavoratori, a causa dell’assorbimento dell’azienda da parte di un gruppo tedesco.

Una storia comune che non passerà inosservata.

Matteo Garrone Dogman

Diario da Cannes 71 – #8: il giorno di Spike Lee

Atteso e più che riuscito il film in concorso di Spike Lee BlacKkKlansman. Un vero atto d’accusa al razzismo negli Stati Uniti e in tutto il mondo, in forma cinematografica. Confezionato con gli elementi sia dell’intrattenimento: ironia, uno stile apparentemente leggero, la musica black anni ‘70; ma anche con tutte le caratteristiche del cinema politico.

La storia vera del poliziotto nero infiltrato nel Ku klux Klan all’epoca della guerra in Vietnam e dei movimenti per il black power è il paradigma per leggere l’oggi.
Lo spiegano anche le immagini con le aggressioni dei suprematisti bianchi contro i neri in Virginia nell’estate del 2017.

C’è un tipo che non voglio nemmeno nominare, seduto alla Casa Bianca che non ha saputo dire una parola nella giusta direzione”. Ha detto Spike Lee a Cannes, riferendosi a come Trump non abbia mai condannato i gruppi razzisti e abbia accettato il loro sostegno. Inoltre ha insistito sul fatto che questa storia non riguarda solo l’America, “ma che rappresenta un problema globale che coinvolge tutti i paesi. Pensate a come vengono trattati in tutto il mondo i musulmani e i migranti“, ripete Spike Lee.

BlacKkKlansmam di Spike Lee

Diario da Cannes 71 – #7: uniti contro le molestie

È stato un momento importante in questo Festival di Cannes il primo incontro tra tutti i movimenti contro le molestie e per la parità di trattamento sul lavoro tra donne e uomini.

Una firma siglata tra i direttori di festival per impegnarsi ad aumentare la presenza di donne in ruoli rappresentativi, fino a portarla al 50X50 nel 2020. Presenti le italiane di Dissenso Comune guidate da Jasmine Trinca, le inglesi di Time’s Up, le americane di Me Too, le spagnole e molte altre delegazioni.

In concorso un altro bel film del giapponese Kore-Eda Hirokazu, noto per i suoi film dedicati ai bambini e ai contrasti con gli adulti. Affari di famiglia parla d due bambini presi in adozione da una famiglia sgangherata, ma senza autorizzazione dei servizi sociali. Legami che si creano per affetto e presenza costante. Come sempre struggente, con molta leggerezza.

Infine, in proiezione speciale il ricco e documentato film di Wim Wenders su Papa Francesco, ritratto di un uomo giusto che parla di diritti e solidarietà con il Vangelo in una mano e il mappamondo nell’altra.

Festival Di Cannes 2018: la protesta sul tappeto rosso

Diario da Cannes 71 – #6

Un manifesto politico, una fiaba sulla storia d’Italia degli ultimi 50 anni, una canzone”. Definisce così Alice Rohrwacher il suo film in concorso Lazzaro felice. Lavoratori dei campi, vittime di un grande inganno da parte di una proprietaria terriera (Nicoletta Braschi) che li fa lavorare come ai tempi della mezzadria. Praticamente schiavi è tra loro che vive Lazzaro, un ragazzo candido che attraversa due epoche.

Per la terza volta a Cannes, dopo Corpo celeste e il Premio della Giuria per Le meraviglie.

Appena finito di montare, il film soffre di una lunghezza non del tutto controllata, ma ha sala sua il valore di immagini che riportano a un mondo rurale e antico, fatto di fatica, ingenuità e contadini reali. Non a caso la regista avrebbe voluto mostrarlo a Ermanno Olmi. Perché i rimandi sono evidenti, così come al Novecento di Bernardo Bertolucci o a immagini che evocano le periferie di Pasolini. La metafora di un’Italia ancora divisa tra campagna e metropoli, tra corruzione e solidarietà, tra buoni e cattivi è chiarissima.

C’è una poetica in Lazzaro felice che non è sfuggita alla stampa straniera e un po’ meno a quella italiana. Ma questa regista meriterebbe un premio.

La conferenza stampa di Lazzaro Felice

Diario da Cannes 71 – #5

Come d’abitudine assente sulla Croisette, ma in collegamento FaceTime dalla Svizzera, Jean-Luc Godard fa parlare il suo film Le livre d’image, in gara nel concorso ufficiale. Ancora una volta un video saggio accompagnato dalla sua voce stanca e matura. Seguendo l’onda dei suoi documentari portati a Cannes negli ultimi anni: Film socialisme e Addio al linguaggio, in Livre d’image Godard continua a riflettere sul mondo, la politica e l’arte, raccogliendo immagini tratte dai film, girare e rielaborate o raccolte nei suoi archivi.

Filo conduttore è la questione morale e quanto poco venga presa in considerazione nel “supremo mondo occidentale”. Sempre nel concorso ufficiale è passato Gli eterni Jan-Zhang Ke del regista cinese già Leone d’oro per Still Life, intorno a una donna uscita dal carcere che va alla ricerca dell’uomo che ama e a cui aveva salvato la vita.

Infine, più che convincente El Angel dell’argentino Luis Ortega, sul bandito/serial killer che nel 1971, ancora adolescente ha compiuto i suoi crimini a Buenos Aires.

Diario da Cannes 71 – #4

Cannes scommette sul bianco e nero. Infatti i film più belli fin ora, non sono quelli a colori. Dopo il russo Leto, arriva il polacco Cold War del regista già Premio Oscar per Ida Pawel Pawlikowski. Alla fine degli ‘40 Zula e Viktor si incontrano, lui è direttore d’orchestra alle prese con la raccolta di musica tradizionale, lei cantante passata a un provino per il concerto di lui. Il contesto storico è quello della guerra fredda e prosegue fino a metà anni ‘60. La storia d’amore tra i due protagonisti si trova, si perde e si ritrova tra Varsavia e Parigi., tra artisti e dissidenti. È il film più applaudito fino ad ora.

Minore accoglienza per il film francese Scusami angelo di Christophe Honorè. Storie d’amore omosessuale nella Parigi anni ‘90, tra un drammaturgo e un ragazzino bretone, fino a sfiorare il dramma dell’AIDS. Con riferimenti a Querelle de Brest e riferimenti a Chiamami col tuo nome e Notti selvagge, ma c’è anche un po’ di Koltès. A un anno dal Premio qui a Cannes per 120 battiti al minuto, il film di Honorè non sembra avere quell’originalità, ma compensa con romanticismo e sentimentalismo. Intanto è passato il primo film italiano, in concorso alla Quinzaine des Realisateurs, La strada dei Samouni di Stefano Savona con disegni di Simone Massi. Un documentario che raccoglie le testimonianze filmate a Gaza dopo l’operazione Piombo Fuso.

Il poster di Cold War

Diario da Cannes 71 – #3

Leto in russo significa “l’estate”. Infatti di una stagione del 1983 a Leningrado, racconta il film di Kirill Serebrennikov. Il regista non ha potuto accompagnare il suo film a Cannes perché si trova a Mosca agli arresti domiciliari, con un’accusa di corruzione, contestata per la chiara volontà di punire un regista controcorrente. Ambientato sul finire dell’epoca di Brezneviana Leto segue le storie di due musicisti di una rock band, che prende ispirazione dalla scena musicale di quegli anni: da Lou Reed, a David Bowie, passando dai T-Rex ai Talking Heads. I due musicisti sono realmente esistiti e scomparsi prematuramente. Serebrennikov dedica loro immagini in bianco e nero, in stile nouvelle vague e con inserti moderni. Molto applaudito, come l’altro film in concorso Yomeddine dedicato a un uomo guarito e segnato dalla lebbra, che esce da adulto dal lebbrosario in cui era stato abbandonato da piccolo. Il suo ritorno a casa è in compagnia di un ragazzino che si fa chiamare Obama. Un film tenero, commovente e divertente, con il dito puntato contro l’abbandono di chi soffre.

Diario da Cannes 71 – #2

Il film Todos lo saben del regista iraniano Asghar Farhadi ha aperto Cannes 71. Premio Oscar con Il cliente, Farhadi è noto per i suoi affreschi sulle differenze sociali in Iran, mentre qui si sposta in Spagna, con ambizioni simili a quelle tipiche del suo cinema, ma conoscendo meno la materia L. Co-prodotto da Spagna, Francia e Italia il film si svolge in campagna, vicino a Madrid. Luogo in cui torna Laura (Penelope Cruz) per il matrimonio della sorella. Porta con se i figli, nella casa di famiglia, luogo in cui ritrova Paco (Javier Bardem), suo ex amore e figlio dell’antica servitù di famiglia. Con un tono che sfiora un po’ la telenovela, il film si trasforma in una sorta di noir, perdendo per strada pagine di sceneggiatura.

Diario da Cannes 71 – #1

L’edizione numero 71 del Festival di Cannes inizia, per la prima volta nella sua storia, con un giorno d’anticipo. Il motivo è per far vedere i film al pubblico prima che alla stampa, per evitare fughe di notizie. Di fatto cambierà poco, anzi aumenteranno le proiezioni, anche se nel frattempo si è inutilmente gridato allo scandalo, accusando il direttore Thierry Fremaux di voler mettere il bavaglio ai giornalisti. Oltre all’intensificarsi dei controlli anti-terrorismo per entrare praticamente ovunque, l’altro provvedimento che ha fatto storcere il naso è il divieto di selfie sul red carpet. “Sono stupidi e volgari – ha detto Fremaux – e rovinano la qualità della sfilata di attori e registi”. Provvedimento tacciato di snobismo e poco al passo con i tempi. Così come per l’esclusione dei film prodotti da Netflix. “Si viene qui per vedere i film, non per farsi vedere”, sempre per il no selfie. Tra le novità, nelle borse dei giornalisti, una cartolina che invita a chiamare il numero di un centralino antiviolenza, in caso si subissero molestie di tipo sessuale o se si fosse testimoni di abusi.

Festival di Cannes 2018

  • Autore articolo
    Barbara Sorrentini
ARTICOLI CORRELATITutti gli articoli
POTREBBE PIACERTI ANCHETutte le trasmissioni

Adesso in diretta

  • Ascolta la diretta

Ultimo giornale Radio

  • PlayStop

    Giornale Radio giovedì 04/12 12:30

    Le notizie. I protagonisti. Le opinioni. Le analisi. Tutto questo nelle tre edizioni principali del notiziario di Radio Popolare, al mattino, a metà giornata e alla sera.

    Giornale Radio - 04-12-2025

Ultimo giornale Radio in breve

  • PlayStop

    Gr in breve giovedì 04/12 18:30

    Edizione breve del notiziario di Radio Popolare. Le notizie. I protagonisti. Le opinioni. Le analisi.

    Giornale Radio in breve - 04-12-2025

Ultima Rassegna stampa

  • PlayStop

    Rassegna stampa di giovedì 04/12/2025

    La rassegna stampa di Popolare Network non si limita ad una carrellata sulle prime pagine dei principali quotidiani italiani: entra in profondità, scova notizie curiose, evidenzia punti di vista differenti e scopre strane analogie tra giornali che dovrebbero pensarla diversamente.

    Rassegna stampa - 04-12-2025

Ultimo Metroregione

  • PlayStop

    Metroregione di giovedì 04/12/2025 delle 07:15

    Metroregione è il notiziario regionale di Radio Popolare. Racconta le notizie che arrivano dal territorio della Lombardia, con particolare attenzione ai fatti che riguardano la politica locale, le lotte sindacali e le questioni che riguardano i nuovi cittadini. Da Milano agli altri capoluoghi di provincia lombardi, senza dimenticare i comuni più piccoli, da dove possono arrivare storie esemplificative dei cambiamenti della nostra società.

    Metroregione - 04-12-2025

Ultimi Podcasts

  • PlayStop

    Imprese sportive e parità di genere: addio a Mabel Bocchi, leggenda del basket italiano

    È stata una delle più grandi, se non la più grande giocatrice italiana di pallacanestro di tutti i tempi. È morta a 72 anni Mabel Bocchi, campione d’Europa nel 1978 con la Geas di Sesto San Giovanni, che fu la prima squadra sportiva femminile italiana a vincere un titolo continentale. Con la nazionale Bocchi giocò un mondiale e tre europei, arrivando terza nel 1974, ma in queste ore viene ricordata anche per il suo impegno per i diritti delle giocatrici. Luisa Rizzitelli è presidente di Assist, associazione nazionale atlete. L'intervista di Andrea Monti.

    Clip - 04-12-2025

  • PlayStop

    L'Orizzonte di giovedì 04/12 18:34

    L'Orizzonte è l’appuntamento serale con la redazione di Radio Popolare. Dalle 18 alle 19 i fatti dall’Italia e dal mondo, mentre accadono. Una cronaca in movimento, tra studio, corrispondenze e territorio. Senza copioni e in presa diretta. Un orizzonte che cambia, come le notizie e chi le racconta. Conducono Luigi Ambrosio e Mattia Guastafierro.

    L’Orizzonte - 04-12-2025

  • PlayStop

    Poveri ma belli di giovedì 04/12/2025

    Un percorso attraverso la stratificazione sociale italiana, un viaggio nell’ascensore sociale del Belpaese, spesso rotto da anni e in attesa di manutenzione, che parte dal sottoscala con l’ambizione di arrivare al roof top con l’obiettivo dichiarato di trovare scorciatoie per entrare nelle stanze del lusso più sfrenato e dell’abbienza. Ma anche uno spazio per arricchirsi culturalmente e sfondare le porte dei salotti buoni, per sdraiarci sui loro divani e mettere i piedi sul tavolo. A cura di Alessandro Diegoli e Disma Pestalozza

    Poveri ma belli - 04-12-2025

  • PlayStop

    Greenwich Village, anni ‘60: un tuffo nel passato con Elijah Wald

    Questa settimana Elijah Wald è in Italia per portare sul palco, tra Milano, Torino e Piacenza, le sue storie su Bob Dylan e il Greenwich Village di New York. Chitarrista folk blues ma anche narratore e giornalista musicale, attraverso canzoni e racconti Wald ripercorre nel suo spettacolo il cammino di Dylan e dei tanti personaggi di quel periodo irripetibile. Da Woody Guthrie a Pete Seeger, da Eric Von Schmidt a Dave Van Ronk - quest’ultimo anche protagonista del film dei fratelli Coen “A proposito di Davis” e realizzato partendo proprio dal memoir scritto da Wald. Oggi Elijah è venuto a trovarci a Radio Popolare per raccontarci la sua storia e suonarci alcuni brani tra Mississippi John Hurt, Paul Clayton e Victor Jara. Ascolta l’intervista e il MiniLive di Elijah Wald.

    Clip - 04-12-2025

  • PlayStop

    Vieni con me di giovedì 04/12/2025

    Vieni con me è una grande panchina sociale. Ci si siedono coloro che amano il rammendo creativo o chi si rilassa facendo giardinaggio. Quelli che ballano lo swing, i giocatori di burraco e chi va a funghi. Poi i concerti, i talk impegnati e quelli più garruli. Uno spazio radiofonico per incontrarsi nella vita. Vuoi segnalare un evento, un’iniziativa o raccontare una storia? Scrivi a vieniconme@radiopopolare.it o chiama in diretta allo 02 33 001 001 Dal lunedi al venerdì, dalle 16.00 alle 17.00 Conduzione, Giulia Strippoli Redazione, Giulia Strippoli e Claudio Agostoni La sigla di Vieni con Me è "Caosmosi" di Addict Ameba

    Vieni con me - 04-12-2025

  • PlayStop

    Una mostra fotografica ripercorre i 50 anni di Radio Popolare. Dal 14 dicembre a Milano

    Domenica 14 dicembre alle ore 10, presso la Sala Cisterne della Fabbrica del Vapore, a Milano, inaugura la mostra "50 e 50. La mostra. Radio Popolare 1975 - 2025", una delle prime iniziative organizzate per celebrare il 50esimo anniversario dalla fondazione di Radio Popolare. La mostra racconta i cinque decenni "di onda" attraverso venti storie realizzate dai fotografi che in questi anni sono stati vicini alla radio. Inoltre, la mostra ospiterà un’interpretazione creativa realizzata da Studio Azzurro dei video che ricostruiscono la storia di Radio Popolare. La mostra sarà allestita fino al 25 gennaio. Tiziana Ricci ce la racconta insieme a Giovanna Calvenzi, che ne è la curatrice.

    Clip - 04-12-2025

  • PlayStop

    Volume di giovedì 04/12/2025

    Le statistiche di fine anno sugli artisti più ascoltati su Spotify e la rubrica LGBTQ+ a cura di Piergiorgio Pardo. Nella seconda parte l'intervista con mini live di Elijah Wald, che ci racconta le sue avventure nel Greenwich Village degli anni '60, il quiz sul cinema e il concerto dei Royal Otis di ieri sera al Fabrique

    Volume - 04-12-2025

  • PlayStop

    Musica leggerissima di giovedì 04/12/2025

    a cura di Davide Facchini. Per le playlist: https://www.facebook.com/groups/406723886036915

    Musica leggerissima - 04-12-2025

  • PlayStop

    Considera l’armadillo di giovedì 04/12/2025

    Noi e altri animali È la trasmissione che da settembre del 2014 si interroga su i mille intrecci di una coabitazione sul pianeta attraverso letteratura, musica, scienza, costume, linguaggio, arte e storia. Ogni giorno con l’ospite di turno si approfondisce un argomento e si amplia il Bestiario che stiamo compilando. In onda da lunedì a venerdì dalle 12.45 alle 13.15. A cura di Cecilia Di Lieto.

    Considera l’armadillo - 04-12-2025

  • PlayStop

    Cult di giovedì 04/12/2025

    Oggi a Cult, il quotidiano culturale di Radio Popolare: il ciclo di incontri "L'invenzione dell'Europa" al Piccolo Teatro, in collaborazione con Laterza Editore; Giovanna Calvenzi sulla mostra per il 50° di Radio Popolare alla Fabbrica del Vapore; Tommaso Sacchi, assessore alla cultura di Milano, lancia la Prima Diffusa del 7 dicembre; Francesco Lattuada, dell'orchestra del Teatro alla Scala, introduce l'iniziativa per la difesa della cultura in piazza Scala il 7 dicembre; Andrea Cegna parla della giornata "Attacco alla Cultura" organizzata da SLC CGIL alla Camera del Lavoro il 5 dicembre; la rubrica di lirica di Giovanni Chiodi...

    Cult - 04-12-2025

  • PlayStop

    Pubblica di giovedì 04/12/2025

    L’Europa e il bellicismo crescente delle sue classi dirigenti. L’ultimo caso, quello dell’ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone e la postura aggressiva che dovrebbe tenere la Nato. Cosa possono fare il pensiero e la cultura della pace per contrastare l’escalation bellicista e la normalizzazione della violenza? Le risposte possono non essere quelle consuete, soprattutto perché in Occidente stiamo assistendo ad un cambio delle coordinate geopolitiche costruite negli ultimi ottant’anni. Un esempio. Il settimanale «The Economist» ha scritto nella sua rubrica di geopolitica «The Telegram» apparsa oggi sulle pagine online: «In Europa le preoccupazioni per l’inaffidabilità dell’America sotto Donald Trump stanno lasciando il posto a un timore più grande: che, pur presentandosi come il campione della civiltà occidentale, egli consideri ormai le democrazie occidentali reali come avversarie. “Nella Washington di oggi” - scrive il nostro editorialista di The Telegram - l’Europa “è spesso descritta con maggiore disprezzo rispetto alla Cina o alla Russia”. Pubblica oggi ha ospitato Donatella Della Porta, scienziata della politica, e Agostino Giovagnoli, storico.

    Pubblica - 04-12-2025

  • PlayStop

    E allora me ne vado: una lettera sui Cpr

    Nell'ultima puntata di 37e2 abbiamo letto la lettera di una persona che ha lavorato come in un Cpr, Centro di permanenza per il rimpatrio, e che con molta amarezza ha deciso di abbandonare il lavoro. La lettera ci è arrivata attraverso la Rete Mai più lager - No ai Cpr con cui siamo in contatto per raccontarvi cosa accade nei Cpr.

    37 e 2 - 04-12-2025

Adesso in diretta