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Dario Nardella: “L’ambiente sarà la priorità dei progetti per il recovery plan”

Dario Nardella

Il sindaco di Milano Giuseppe Sala sta valutando una possibile candidatura in vista delle prossime elezioni comunali del 2021, ma prima vuole ascoltare i cittadini. Un lavoro simile a quello degli altri sindaci delle città metropolitane: l’obiettivo è stilare un documento, firmato dall’Associazione nazionale comuni italiani (ANCI), che raccolga i progetti che potrebbero essere finanziati dal recovery plan, il piano europeo per gli investimenti, che porterà oltre il 25% delle risorse nei grandi centri.

Abbiamo sentito Dario Nardella, sindaco di Firenze e coordinatore delle città metropolitane, che ha raccontato quali sono le priorità delle città a Radio Popolare. L’intervista di Lorenza Ghidini e Roberto Maggioni a Prisma.

Quali sono le proposte delle città metropolitane?

Abbiamo deciso di portare un piano coordinato di tutte le 14 città metropolitane, che costituiscono il 40% della popolazione e del PIL del Paese, con tanti piccoli e grandi progetti accomunati dalle priorità oggi rivendicate dall’UE. Tra queste ci sono le politiche green, come la transizione energetica e l’efficientamento energetico degli immobili pubblici, e l’innovazione tecnologica e digitale. Queste priorità sono coniugate in maniera diversa nelle città e danno perciò vita a progetti diversi. Due giorni fa ho incontrato il ministro Amendola e martedì ci vedremo in videoconferenza per individuare i progetti che meritano il finanziamento. È una grande opportunità per il governo di finanziare in modo rapido e certo progetti che avranno un effetto moltiplicatore sull’occupazione. Per questo il recovery plan è un’occasione straordinaria.

Il presidente Conte apre al recovery plan, ma ha avvertito che la banda ultralarga è una priorità. C’è attenzione del governo anche su altri temi o credete si possa fare qualcosa di più?

Parlando con il presidente Conte e i ministri si avverte forte l’attenzione dell’esecutivo sull’ambiente. Un esempio è il fuori stazione urbana, un progetto che prevede di piantare milioni di alberi e che può influenzare molto la vita delle città metropolitana. Sarebbe importante essere i primi a livello europeo a portare alla Commissione i progetti su cui investire, visto che il piano prevede una fase iniziale tra il 2020 e il 2022 e una fase successiva tra il 2021 e il 2027. Chiedo al governo di avere fiducia nei sindaci della città metropolitane. Lo abbiamo dimostrato col piano periferie del governo Renzi, quando abbiamo speso tutti i soldi investiti nelle città. Il presidente Conte si fidi: è importante spendere bene e subito le risorse comunitarie e i sindaci sono una risorsa importante per un loro impiego rapido ed efficiente.

A Milano, come nelle altre città, le fragilità stanno drammaticamente venendo fuori. Quanto inciderà la povertà nella spesa di queste risorse?

Purtroppo città dinamiche come Milano e Firenze sono quelle che hanno subito più di tutti l’effetto COVID. Ci siamo riscoperti più fragili ma è fondamentale sfruttare questa crisi per uscirne in maniera migliore. Come dimostrano gli studi scientifici l’epidemia è stata più forte nei luoghi più inquinati e da lì bisognerà ripartire, mettendo in campo strumenti di supporto per le famiglie. C’è una grande fragilità sociale che va seguita con attenzione perché non diventi disperazione. Ancora oggi a Firenze ci sono ancora fila di persone che ogni giorno attendono il proprio turno davanti ai centri di distribuzione dei pacchi alimentari. È fondamentale che il governo si muova rapidamente e non sottovaluti la riapertura delle scuole, un tema che tiene in apprensione tante famiglie.

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    Domenica 14 dicembre alle ore 10, presso la Sala Cisterne della Fabbrica del Vapore, a Milano, inaugura la mostra "50 e 50. La mostra. Radio Popolare 1975 - 2025", una delle prime iniziative organizzate per celebrare il 50esimo anniversario dalla fondazione di Radio Popolare. La mostra racconta i cinque decenni "di onda" attraverso venti storie realizzate dai fotografi che in questi anni sono stati vicini alla radio. Inoltre, la mostra ospiterà un’interpretazione creativa realizzata da Studio Azzurro dei video che ricostruiscono la storia di Radio Popolare. La mostra sarà allestita fino al 25 gennaio. Tiziana Ricci ce la racconta insieme a Giovanna Calvenzi, che ne è la curatrice.

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