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Cresce l’omotransfobia nel linguaggio politico

Cresce l’omotransfobia nel linguaggio politico

I politici di almeno 51 paesi hanno utilizzato una retorica omofoba o transfobica durante le elezioni del 2024, quando 89 nazioni sono state chiamate al voto.
L’organizzazione non governativa OutRight international ha realizzato un report su come le persone queer hanno affrontato, partecipato e influenzato i processi elettorali in 60 paesi e nell’Unione Europea. Dal Brasile al Botswana, dall’Europa all’Indonesia, lo studio rivela ostacoli e vittorie della lotta per l’inclusione politica.
Negli Stati Uniti, i diritti delle persone queer e la tutela dell’identità di genere sono stati al centro delle campagne elettorali di Trump e di altri candidati repubblicani. La loro retorica ha preso forma non solo nelle piattaforme politiche, ma anche nelle campagne pubblicitarie. Secondo il report, Trump ha speso circa 17 milioni di dollari in pubblicità che associavano falsamente le cure mediche di affermazione di genere ad “abusi sui minori” e “mutilazioni”. La società di monitoraggio pubblicitario AdImpact segnala che le pubblicità contro la comunità transgender sulle reti televisive nazionali sono costate ai Repubblicani circa 200 milioni di dollari.
Nell’Unione Europea il periodo precedente alle elezioni di giugno 2024 è stato caratterizzato da un forte aumento della retorica politica transfobica e omofoba. Fra gli esempi citati c’è la campagna “no migration, no gender, no war” di Viktor Orban, ma anche la politica dell’Afd tedesca, che si è opposta all’assistenza sanitaria di affermazione di genere per i giovani. Tutto questo nonostante il manifesto del Partito Popolare Europeo includesse una frase sulla volontà di proteggere i diritti della comunità queer e l’Alleanza Progressista dei Socialisti e Democratici si fosse impegnata a combattere gli attacchi dell’estrema destra e a spingere per l’adozione della Direttiva europea contro la discriminazione.
In Ghana, i rapporti omosessuali sono considerati un reato secondo una legge dell’epoca coloniale. I due partiti principali hanno dichiarato di voler difendere i valori della famiglia. Entrambe le parti si sono accusate a vicenda di essere pro-LGBTQ, degenerando in una “gara su chi fosse il più omofobo”.
Non mancano le note positive: in alcuni paesi si sono registrati dei progressi nella rappresentanza LGBTQIA+. Persone apertamente gay, bisessuali e transgender si sono candidate alle elezioni in almeno 36 nazioni, tra cui per la prima volta in Botswana, Namibia e Romania.

di Valeria Schroter

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    Addio al Plastic: ripercorriamo la storia del locale grazie ai ricordi di chi lo ha vissuto

    “Potevano entrare tutti quelli che non facevano entrare negli altri locali” racconta la cantante e musicista Patrizia Di Malta ricordando il celebre Plastic. Nel locale “ci si sentiva quasi in una piccola New York”: era un catalizzatore di musica, mode e culture alternative internazionali, nonchè punto di riferimento della comunità queer. “Anche solo fare la fila fuori era parte dell’esperienza” continua Piergiorgio Pardo, “c’era una selezione all’ingresso, pensata per far stare bene persone eccentriche che lì non si sentivano giudicate”. Ascolta l’intervista di Elisa Graci e Dario Grande.

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    Un percorso attraverso la stratificazione sociale italiana, un viaggio nell’ascensore sociale del Belpaese, spesso rotto da anni e in attesa di manutenzione, che parte dal sottoscala con l’ambizione di arrivare al roof top con l’obiettivo dichiarato di trovare scorciatoie per entrare nelle stanze del lusso più sfrenato e dell’abbienza. Ma anche uno spazio per arricchirsi culturalmente e sfondare le porte dei salotti buoni, per sdraiarci sui loro divani e mettere i piedi sul tavolo. A cura di Alessandro Diegoli e Disma Pestalozza

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    Un episodio della guerra ibrida russa. E, di più, un test delle capacità di reazione europee e Nato sulla capacità di reazione a un tentativo di aggressione. E' la lettura del lancio di droni russi in Polonia del professor Francesco Strazzari, docente alla Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa. L'intervista di Luigi Ambrosio a L'Orizzonte delle Venti, programma di approfondimento serale di Radio Popolare.

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    Svizzero-tedesca, Ursina Lardi, una delle più grandi protagoniste della scena contemporanea europea, sarà fra poco in scena alla Schaubühne di Berlino con “Die Seherin” (La veggente) del pluripremiato drammaturgo e regista Milo Rau. Lo spettacolo, che è stato ospite all’ultima Biennale Teatro di Venezia, in occasione dell’assegnazione del Leone d’Argento a Ursina Lardi, è una spietata analisi dei fronti di guerra, osservati da una inviata speciale, assetata di attualità dell’orrore. Ma sarà lei stessa a subire la violenza che si sprigiona da un conflitto, diventando testimone della crudeltà inutile delle guerre. L’intervista di Ira Rubini.

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    a cura di Davide Facchini. Per le playlist: https://www.facebook.com/groups/406723886036915

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