Approfondimenti

Che cosa è successo oggi? – Martedì 14 luglio 2020

Roberto Speranza - ordinanze regionali

Il racconto della giornata di martedì 14 luglio 2020 attraverso le notizie principali del giornale radio delle 19.30, dai dati dell’epidemia in Italia alla proroga delle misure anti-COVID fino al 31 luglio 2020, mentre cresce l’attesa per il CdM di stasera e la decisione sulla revoca della concessione ad Autostrade per l’Italia. Infine i grafici del contagio nelle elaborazioni di Luca Gattuso.

I dati dell’epidemia diffusi oggi

Sono 114 i nuovi contagiati da COVID nelle ultime 24 ore in Italia, in calo rispetto ai 169 di ieri. Le persone decedute sono invece 17, ancora in aumento dopo le 13 di ieri. In 12 regioni nessun morto e in otto nessun nuovo malato da ieri. Il dato odierno dei nuovi contagiati è il più basso da fine febbraio.
I casi di malati ricoverati in terapia intensiva complessivamente sono scesi di cinque unità rispetto a ieri e, oltre alla Lombardia, riguardano altre cinque Regioni: Lazio con 10, Piemonte ed Emilia Romagna con 9, Veneto e Toscana con 2.
Delle 114 persone risultate positive al coronavirus, 30 sono in Lombardia, 19 in Veneto e 18 nel Lazio.

Misure anti-COVID prorogate fino al 31 luglio

Il governo prorogherà fino al 31 luglio le misure anti-Covid che sarebbero scadute oggi. “La lotta al virus è tutt’altro che finita, serve prudenza”, ha detto il Ministro della Salute Speranza, che ha presentato in Parlamento il nuovo Dpcm:


 
C’è il rischio, ha aggiunto Speranza, “di importare il nuovo Coronavirus da cittadini che vengono da fuori o da italiani che rientrano. Anche l’attenzione verso gli sbarchi è massima ed è prevista la quarantena. Non ci sarà alcuna sottovalutazione“.

Autostrade, nessuna certezza sull’esito del CdM

(di Michele Migone)

Non vi è alcuna certezza su ciò che accadrà nel consiglio dei ministri sulle concessioni delle Autostrade. Fino a ieri sembrava scontato che Giuseppe Conte decidesse per la revoca. I toni espressi in un paio d’interviste erano stati perentori. Poi, però nelle ultime 36 ore si sono ammorbiditi, tanto che Conte ha detto che presenterà un’informativa alla riunione a Palazzo Chigi, riunione che potrebbe dare indicazioni sulla strada che il governo intende intraprendere, ma che forse non sarà decisiva. Con il senno di poi, si può dire che forse le frasi forti delle interviste erano finalizzate a raggiungere l’obiettivo politico del presidente del Consiglio, lo stesso obiettivo del M5s: convincere i Benetton a farsi da parte. Ma la famiglia di imprenditori veneti ha dimostrato di non aver alcuna intenzione di togliere il disturbo e adesso Conte deve trovare la soluzione che non gli faccia fare scivoloni politici, tenga unita la sua maggioranza e sia, allo stesso tempo, la meno onerosa per le casse pubbliche e tenga conto della continuità aziendale, del destino dei 7000 dipendenti e dei 13000 piccoli azionisti di Aspi. Non sarà un’impresa facile. Sulla carta, la strada potrebbe essere il commissariamento di Aspi. Ma Conte vuole che tutti i partiti della maggioranza ci mettono il cappello. Nessuno vuole una crisi di governo per i Benetton, ma il passaggio è comunque molto delicato. Soprattutto per Conte, il quale prima ha evitato di aprire il dossier, poi ci ha messo la faccia con le interviste dell’altro giorno e adesso deve trovare il bandolo della matassa.

I pro e i contro della revoca della concessione

A breve il governo di Giuseppe Conte dovrà prendere una decisione sulla revoca della concessione ad Autostrade per l’Italia. La questione è delicata e le conseguenze possono essere importanti per ciascuna delle due strade da intraprendere. Ne abbiamo parlato col professor Marco Ponti, esperto di Economia dei Trasporti. CLICCA QUI PER LEGGERE l’intervista di Lorenza Ghidini e Claudio Jampaglia.

L’andamento dell’epidemia di COVID-19 in Italia

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    È nato il comitato della società civile per il No al referendum sulla riforma della giustizia

    Società Civile per il No. È nato il comitato, promosso da vari esponenti della società civile, da sindacati, associazioni e realtà democratiche, che sostiene le ragioni del No al referendum costituzionale sulla riforma della Giustizia del Guardasigilli Carlo Nordio. Presieduto da Giovanni Bachelet, il comitato ha nel direttivo nomi importanti come il segretario della Cgil Maurizio Landini, la presidente di Libertà e Giustizia Daniela Padoan e l’ex ministra Rosy Bindi. I principali punti del comitato vertono sul fatto che una magistratura autonoma, indipendente, che non guarda in faccia a nessuno sia una cosa che conviene ai cittadini. Il prossimo 10 gennaio a Roma si terrà la prima assemblea generale, per la partenza della campagna referendaria, che vedrà la nascita di comitati territoriali in tutta Italia per lanciare una campagna informativa sulle ragioni del No. “Riteniamo che sia una battaglia per evitare che venga minato un principio fondamentale della nostra democrazia”, ha detto Rosy Bindi, che fa parte del direttivo del comitato, nella nostra trasmissione Radio Sveglia. L'intervista di Alessandro Braga.

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