Approfondimenti

Che cosa è successo oggi? – Lunedì 4 maggio 2020

Milano COVID19

Il racconto della giornata di lunedì 4 maggio 2020 attraverso le notizie principali del giornale radio delle 19.30, dall’analisi dei dati dell’epidemia di Vittorio Agnoletto al punto della situazione sul decreto economico di aprile, diventato ora il decreto economico di maggio. L’avvio della fase 2 tra Milano, Genova, Roma e Napoli, mentre gli Stati Uniti continuiamo ad accusare la Cina per la diffusione del coronavirus. Infine i grafici del contagio nelle elaborazioni di Luca Gattuso.

L’analisi di Vittorio Agnoletto sui dati dell’epidemia diffusi oggi

Per la prima volta da quasi un mese il numero dei malati di COVID in Italia è sceso sotto quota 100mila. La fase 2 è iniziata e i numeri diffusi oggi dalla Protezione Civile confermano la graduale discesa della curva epidemica. I decessi nelle ultime 24 ore sono stati 195, i nuovi contagiati 1.221. Continua a calare anche il ricorso a ricoveri e terapie intensive.
I dati, come sempre, non sono omogenei: quasi la metà dei nuovi positivi di oggi viene dalla Lombardia, mentre in tre Regioni – Umbria, Molise e Basilicata – non ci sono stati nuovi casi.
Parliamo sempre di numeri ufficiali, di casi accertati, ma il sommerso potrebbe essere molto importante. Oggi l’Istat ha diffuso uno studio sulla mortalità in Italia dall’inizio dell’epidemia a oggi: i morti sono stati circa 90mila, contro i 65mila dell’anno passato. Un aumento di quasi il 50% su base nazionale con punte, come a Bergamo, del +564%. Di questi decessi in più, che sono circa 25mila, solo la metà è ufficialmente COVID-correlato.

Cosa ci dicono i numeri, quelli della Protezione Civile e quelli dell’Istat? L’analisi di Vittorio Agnoletto.

 

Un ruolo chiave nel controllo dell’epidemia, a maggior ragione adesso che le attività stanno riaprendo, sarebbe quello dei medici di base. Ma, come denuncia Irven Mussi, medico di famiglia a Milano, con l’avvento della fase 2 per loro è cambiato poco: zero linee guida, zero tamponi, zero tracciamento dei contatti.

 

A che punto è il decreto economico?

(di Anna Bredice)

Capitalizzazioni da parte della Cassa depositi e prestiti, aiuti a fondo perduto, il sostegno totale per gli affitti degli ultimi tre mesi. Sono queste alcune misure che il Ministro dell’Economia Gualtieri ha annunciato oggi in una audizione in Parlamento a proposito del decreto chiamato ora “maggio”, visto che è slittato di un mese.
Dovrebbe essere approvato in settimana e questa sera si terrà una riunione a Palazzo Chigi con i Ministri e i capidelegazione della maggioranza. Ma il ministro Gualtieri ha annunciato i punti salienti, che sembrano una risposta diretta a Confindustria che oggi ha rimproverato il governo di distribuire denaro a pioggia e di non pensare invece ad un piano di investimenti nella ripresa del sistema produttivo. E quindi oggi il Ministro dell’Economia annuncia una serie di misure che vanno dalla capitalizzazione delle imprese più grandi, sottolineando che non si tratta di nazionalizzarle, ai prestiti a fondo perduto, alla sospensione degli affitti e delle bollette e altre misure estese anche alle piccole imprese.
Quella dedicata alle imprese sarà una parte importante nel decreto di maggio, ma che dovrebbe comprendere tante altre misure attese dai lavoratori, innanzitutto con i fondi per la cassa integrazione, per gli autonomi e poi le famiglie, con una serie di aiuti necessari soprattutto per la permanenza a casa dei figli da qui a settembre.
E a proposito della scuola, c’è una presa di posizione di tutti i sindacati scuola che denunciano la necessità di investire almeno 12 miliardi se si pensa veramente di arrivare a settembre con le classi sdoppiate, con dieci alunni ciascuna, e annunciano per il 13 maggio un’assemblea online di tutto il mondo della scuola per discutere di come si tornerà nelle classi a settembre, nella speranza di non dividere gli alunni tra una didattica a casa e un’altra nelle aule.

Fase 2, Milano è ripartita a due velocità

(di Roberto Maggioni)

Milano è ripartita a due velocità: quella del lavoro ancora quasi in lockdown e quella della vita comune ritornata a popolare strade, marciapiedi e parchi. Non c’è stato il temuto affollamento sui treni dei pendolari e sui mezzi pubblici, segno che la maggior parte dei lavoratori – in una città come Milano – ha continuato a lavorare da casa come nella fase 1, presente ma invisibile al resto della città.
Per Trenord tra le 7 e le 9 c’è stato il 30% dell’utenza media pre-Covid. Non su tutti i convogli c’erano i segnaposto e anche la segnaletica a terra, raccontano i pendolari, è assente in molte stazioni lombarde. La frequenza delle corse è stata ridotta nelle ore centrali della giornata. A Milano ATM è ripartita con il 100% del servizio e gli unici intoppi temporanei si sono visti in alcune stazioni d’interscambio con i treni regionali e su qualche singolo mezzo di superficie.
In strada sono tornate a muoversi quelle auto fino a ieri ferme nei parcheggi. Siamo ancora lontani dall’affollamento tipico milanese, ma il rumore delle auto è stato uno dei segnali della lenta ripartenza del lavoro. Più vivace quella dei cittadini che sono ritornati a passeggiare, ad allungare il percorso per andare al supermercato, che hanno affollato parchi, parchetti, giardini e marciapiedi. Generalmente disciplinati sulle distanze e con la mascherina al volto. Le sirene delle ambulanze che anche oggi si sono sentite ci ricordano però che il virus è ancora lì e che senza una strategia su tamponi e tracciamenti la responsabilità dei cittadini potrebbe non bastare.

La fase 2 a Roma senza assembramenti

(di Maria D’Amico)

Nessun assalto alla metropolitana, autobus semivuoti e traffico privato per strada in netto aumento. Se il vero banco di prova sarà il 18 maggio con la riapertura dei negozi, oggi la prima giornata di progressiva uscita dal lockdown è stata caratterizzata dal ritorno delle auto sulle strade di Roma.
Un’immagine che potrebbe evocare una normalità ormai inesistente, come invece confermano le tantissime persone a piedi, tutte rigorosamente con la mascherina, e le file di attività commerciali con le serrande abbassate.
La fase 2 non ha registrato i temuti assembramenti alle fermate dei mezzi pubblici, confermando di fatto che i romani che si sono dovuti spostare hanno preferito farlo con l’auto privata, nonostante da oggi sia tornato obbligatorio il pagamento della sosta sulle strisce blu.
Una decisione che ha scatenato una pioggia di critiche da parte delle opposizioni contro la sindaca Raggi alla quale hanno chiesto buon senso e scelte che non mettano a repentaglio la salute dei cittadini. Sul sanitario il bollettino della Regione Lazio conferma la progressiva diminuzione di nuovi casi di contagio: oggi a Roma 26 persone positive, 38 nel Lazio. Uno dei dati più bassi dall’inizio dell’epidemia. In alcuni grandi ospedali come il San Camillo-Forlanini ci si sta avviando verso la chiusura di alcuni dei reparti convertiti in strutture COVID-19 per tornare all’assistenza sanitaria “ordinaria”, perchè appare chiaro che da una parte è necessario combattere il coronavirus, ma allo stesso tempo bisogna contrastare patologie come i tumori o le malattie degenerative che non temono nessun lockdown.

Genova riparte, ma ancora 14 vittime in ospedali regionali

(di Alessandra Fava)

Il Comune di Genova ha riaperto corso Italia lato mare e così i parchi cittadini e le passeggiate. Restano invece ancora interdette le spiagge e gli scogli. Come dire: zero bagni. E in barca si esce col convivente proprio come in Vespa.
È una riapertura molto parziale quella vissuta oggi dai liguri e dai genovesi, eppure si calcola che siano tornati al lavoro 86mila liguri e 34mila imprese artigiane. Molti bar e ristoranti hanno riaperto oggi con consegna per asporto che si traduce in tavoli all’aperto e caffè in bicchieri di carta. Altri ristoranti pensano di partire domani con menù ad hoc formato famiglia. Una pizzeria programma pareti di plexiglass all’interno, ma 79mila lavoratori restano ancora in CIG, ferie o smart working e molti di loro sono legati a turismo e accoglienza.
Dunque il traffico inesistente è un ricordo, ma i bus sono ancora mezzi vuoti e il servizio è ancora ridotto del 20%. Qualche mugugno e qualche disagio si è registrato sulle zone collinari della Valbisagno, sui rari bus utilizzati da pensionati per andare a fare la spesa. Per il resto i segnaposto da lasciare liberi non ci sono ancora.
Comunque sui mezzi pubblici, bus, funicolari e metropolitana si entra solo con mascherina. E nei supermercati da una settimana fanno indossare anche i guanti. Insomma una ripartenza che continua a ricordarci che la pandemia non è finita. Solo negli ospedali regionali sono stati registrati 14 decessi nelle ultime 24 ore. Le morti sono oltre 1.200 da inizio epidemia.

La Fase 2 a Napoli tra parchi e mezzi pubblici

(di Stefania Persico)

C’è voglia di aria, verde e iodio dopo la quarantena e dunque a Napoli, il lungomare e le strade pedonali al passaggio alla fase 2 hanno iniziato a prendere vita lentamente e con le precauzioni del caso, mascherine e distanziamento. Atteggiamento cauto come quello tenuto nel resto della quarantena che si è conclusa con l’immagine simbolo del miracolo di San Gennaro, avvenuto a porte chiuse in un Duomo deserto nel primo sabato di maggio.
Oggi, nella fase 2, hanno riaperto i parchi cittadini per metà giornata: dalle otto di mattina fino alle 15.30 e non si sono registrati assembramenti, mentre per il polmone verde del Bosco di Capodimonte bisognerà ancora attendere al 18 maggio. Per strada ha ripreso il traffico delle auto. Una delle prove più difficili da monitorare nei prossimi giorni sarà quella dei mezzi pubblici, dove già in condizioni normali si scontano carenze nel servizi.
I disagi di Napoli non si sono fatti attendere: sulla cumana – la linea di competenza dell’Eav holding dei trasporti della Regione Campania – il sindacato di base Usb ha denunciato assenza di controlli e assembramenti di passeggeri nella tratta delle 7 del mattino che porta dall’hinterland al centro città. Alla stazione delle Ferrovie dello Stato controlli di documenti e di temperatura per i treni in arrivo dal nord.
Oggi è stato anche il giorno del via libera alle consegne a domicilio e all’asporto senza limitazione di fasce orarie, una soluzione a cui si è arrivati dopo una riunione del governatore De Luca con le Camere di Commercio. Nella versione iniziale le aperture erano contingentate in determinate fasce orarie.
Serrande alzate a macchia di leopardo e in vista delle prossime riaperture hanno fatto sentire la loro voce diversi commercianti del salotto buono di Napoli (Chiaia), come anche gli storici artigiani di San Gregorio Armeno che chiedono aiuti concreti per essere messi in condizione di poter riaprire.

Le accuse di Trump alla Cina

(di Emanuele Valenti)

Le accuse dell’amministrazione Trump alle autorità cinesi per la gestione del coronavirus sono ormai una costante. Il messaggio è che il virus è uscito da un laboratorio di Wuhan.
I rapporti tra Washington e Pechino sono difficili da tempo. Con l’accordo dello scorso gennaio la guerra commerciale è stata solo sospesa, non risolta.
Il coronavirus sta segnando un passaggio chiave nella storia contemporanea. L’impatto è stato molto importante anche sulla geopolitica. Al punto da produrre un nuovo ordine mondiale? Più probabile che il COVID-19 acceleri alcuni processi già in essere.
All’inizio della crisi, per la poca trasparenza, la Cina ha sicuramente perso credibilità e alimentato sfiducia. Invertendo però la rotta con la gestione e il contenimento della malattia. Impossibile dare per certi i numeri ufficiali cinesi, ma sulla carta sono più bassi rispetto a molti Paesi occidentali. Anche grazie agli aiuti sanitari – pensate all’Italia – Pechino è tornata un solido punto di riferimento.
L’approccio di Trump alla crisi globale ha poi fatto il resto, accentuando l’isolazionismo americano e dando ulteriore centralità proprio all’avversario cinese. Da questo punto di vista il coronavirus avrebbe così accelerato lo spostamento del centro geopolitico dall’Alleanza Atlantica all’Asia e al Pacifico. La deoccidentalizzazione, che inevitabilmente passa dalla perdita della leadership mondiale americana e si alimenta anche della debolezza europea. Pechino ha sicuramente colto le potenzialità di questo passaggio storico.
Ovviamente, per chi vede questa trasformazione, si tratta di una dinamica complessa e ancora incompleta. Gli stessi cinesi – dice un rapporto di un mese fa preparato il governo – colgono l’ostilità nei suoi confronti.
Ostilità non vuol però dire necessariamente perdita di centralità.

L’andamento dell’epidemia di COVID-19 in Italia

Foto dalla pagina Facebook dell’Esercito Italiano

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    Il 7 dicembre la Scala apre la stagione con l’opera censurata da Stalin

    Nel cinquantenario della morte di Šostakovič il Teatro alla Scala inaugura la Stagione con il suo capolavoro Una lady Macbeth del distretto di Mcensk, tratto dal racconto di Nikolaj Leskov in cui una giovane sposa con la complicità dell’amante uccide il marito e il tirannico suocero, ma viene scoperta e finisce per suicidarsi in Siberia, tradita da tutti. Dopo il debutto a San Pietroburgo, l’opera, che avrebbe dovuto essere il primo capitolo di una trilogia sulla condizione della donna in Russia, ebbe enorme successo in patria e all’estero. Stalin assistette a una rappresentazione a Mosca nel 1936; due giorni dopo apparve sulla Pravda la celebre stroncatura dal titolo “Caos invece di musica” con cui il regime metteva all’indice l’opera e il compositore. Anni dopo Šostakovič preparò una nuova versione che andò in scena a Mosca nel 1963 con il titolo Katarina Izmajlova, dopo che il sovrintendente Ghiringhelli aveva invano cercato di ottenerne la prima per la Scala. Oggi il Teatro presenta la versione del 1934 con la direzione del M° Chailly e il debutto del regista Vasily Barkhatov. Ascolta Riccardo Chailly nella presentazione dell’opera.

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    a cura di Davide Facchini. Per le playlist: https://www.facebook.com/groups/406723886036915

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